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Corte giustizia Ue: “Sui contratti scuola l’Italia è contro legge”

La normativa italiana sui contratti di lavoro a tempo determinato nel settore della scuola è contraria al diritto dell’Unione. Mai più precariato!

Piero Bernocchi*

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“La normativa italiana sui contratti di lavoro a tempo determinato nel settore della scuola è contraria al diritto dell’Unione. Il rinnovo illimitato di tali contratti per soddisfare esigenze permanenti e durevoli delle scuole statali non è giustificato”, è quanto scrive la Corte di giustizia europea nella sua sentenza odierna.

La Corte europea fa giustizia per i precari della scuola: devono essere assunti!

Dopo le tante polemiche e i conflitti, ultimo lo sciopero generale del 14 novembre, che abbiamo sostenuto in questi anni contro le politiche economiche e sociali dell’Unione Europea, per una volta possiamo dire senza tema di smentite: viva l’Europa, o più precisamente, viva la Corte di giustizia europea che oggi – per bocca del suo presidente sloveno Marko Ilesic – ha deciso, ridicolizzando il nostrano MIUR e i governi italici di tutti i colori che hanno consentito la lunghissima illegalità, che i contratti precari per i docenti ed Ata italiani sono illegittimi.

Questa storica sentenza impone che i precari della scuola che hanno almeno tre anni (trentasei mesi) di lavoro scolastico debbano essere assunti o risarciti nel caso abbiano smesso di lavorare nella scuola o non siano interessati a rimanerci: e il risarcimento deve riguardare anche gli scatti di anzianità.

La cifra esatta degli interessati/e supera forse la quota di 300 mila, docenti o Ata, comunque almeno il doppio di quelli delle Graduatorie ad esaurimento che dovrebbero essere assunti da settembre 2015 secondo gli impegni del governo, e riguarda sia i precari di seconda fascia sia quelli di terza.

Ora, è vero che in alcune precedenti occasioni i governi hanno preferito pagare le multe (e in questo caso anche i risarcimenti) che ottemperare alle decisioni della Corte europea o della Consulta italiana, e che dunque le procedure legali da avviare rapidamente andranno accompagnate anche da una mobilitazione permanente dei precari affinché da settembre 2015 possano essere tutti e tutte lavoratori e lavoratrici stabili nella scuola.

Stavolta però sarà molto difficile sfuggire ad una pesantissima condanna europea, anche perché la cosa a questo punto coinvolge direttamente pure il restante Pubblico impiego, visto che non si vede come il governo italiano possa evitare che una tale decisione si estenda pure ai precari del PI, i quali, dunque, devono avviare analoghe mobilitazioni e procedure giuridiche.

Per i precari, docenti ed Ata, che abbiano i 36 mesi di lavoro e per i precari del PI in situazione analoga, le nostre sedi provinciali sono ovviamente disponibili affinché i tribunali del lavoro, applicando la sentenza europea, diano giustizia definitiva a tutti/e coloro che in questi anni sono stati utilizzati illegalmente, spremuti come limoni, sottopagati e che nella scuola, con il Piano Renzi, si voleva espellere al 50%, mettendo precari contro precari, fasce contro fasce.

Garantiamo rapidamente la piena attuazione dei diritti dei precari docenti ed Ata e estendiamo tale conquista a tutto il Pubblico Impiego.

*portavoce nazionale COBAS

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