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Puntuale, la strage, nel Canale di Sicilia. La più grave di sempre

In 700 annegano nel Mar Mediterraneo. Potrebbe essere la strage più grave di sempre. «Come cinque aerei che si schiantano – dice Cecilia Strada – come sette palazzi che crollano»

di Francesco Ruggeri

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Alessandro Sanna, illustrazione da La via del pepe di Massimo Carlotto (e/o)

«Sarebbero cinque aerei che si schiantano tutti insieme – scrive Cecilia Strada di Emergency – sette palazzi che crollano sui loro inquilini mangiandosi in un minuto la pelle, i vestiti, i sogni di una vita. 700 morti nel canale di Sicilia. Non li voglio chiamare migranti. Li voglio chiamare persone». Su un’ascensore, al Nazareno, poche settimane fa, la sintesi di quanto sta accadendo. Due parlamentari romane che dovevano partecipare a una riunione. Era accaduto un disastro simile. «Ma perché abbiamo cancellato Mare Nostrum?», domanda una di loro. «Perché ci costava dieci milioni al mese e Triton tre e paga l’Europa», taglia corto l’altra. Una conversazione agghiacciante. Renzi e la Troika uccidono più dell’Isis.

«Il Mediterraneo è un campo di sterminio prodotto dall’indifferenza europea, dal suo egoismo diffuso, dalle guerre per il gas e per il petrolio, dallo sfruttamento di interi continenti. No, non è questione di riflettere se aumentare o meno le missioni di salvataggio per uomini, donne e bambini. Il semplice discuterne dal punto di vista economico è il segno della devastazione in cui siamo sprofondati», avverte Francesco Piobbichi, operatore sociale a Lampedusa. Piobbichi è tra coloro che reclamano un corridoio umanitario globale per proteggere i profughi e richiedenti asilo. «Utilizzando le ambasciate come luoghi in cui presentare domanda di protezione umanitaria risolveremmo molti dei problemi e al tempo stesso toglieremmo ai criminali il mercato di carne umana. Ogni nazione aderente alla Carta dei diritti dell’uomo dovrebbe aderire per comune responsabilità».

E poi c’è Salvini. Sogna un’Europa fortezza che blocchi le partenze di chi scappa dalle guerre, dalla fame, prodotti entrambi di uno sviluppo distorto imposto dal Nord del mondo.

Al momento in cui scriviamo sono 24 i cadaveri recuperati finora dai mezzi di soccorso nell’area a circa 60 miglia a nord della Libia dove è avvenuto il naufragio del peschereccio, con un bilancio di circa 700 morti. Non sono stati trovati altri superstiti, in aggiunta ai 24 tratti in salvo nell’immediatezza del naufragio da un mercantile che era stato inviato in soccorso dei migranti.

Il naufragio di oggi a 60 miglia a nord della Libia, in cui si ipotizza abbiano perso la vita 700 migranti, sarebbe la strage più grave dal dopoguerra nel canale di Sicilia, peggiore anche della strage di Lampedusa del 3 giugno 2013, che fece 366 morti e 20 dispersi. Molte altre hanno avuto un bilancio di vittime rimasto imprecisato come la strage della notte di Natale del 1996 in un tragico tentativo di sbarco al largo di Capo Passero, persero la vita 283 persone (l’Ansa continua a chiamarli clandestini) tra pakistani, indiani e cingalesi Tamil. Erano stipati su un mercantile che trasportava circa 450 immigrati. Il cargo si fermò tra Malta e la Sicilia, in attesa dell’arrivo di un’imbarcazione più piccola sulla quale trasbordare i migranti che dovevano raggiungere le coste siracusane. Un sistema adoperato dal racket dei clandestini per ridurre al minimo i rischi e massimizzare i profitti. Ma durante l’operazione la nave «madre» speronò la carretta. I cadaveri rimasero imprigionati dentro il barcone. Una strage per la quale sono stati condannati a 30 anni di reclusione l’armatore pachistano Ahmed Sheik Turab e il libanese El Hallal Youssef, comandante della nave. Altro naufragio il 6 aprile 2011: nella notte un barcone con 300 profughi dall’Africa sub-sahariana e partiti dalle coste libiche, si ribaltò nelle acque maltesi, a 39 miglia dalla costa di Lampedusa: se ne salvarono solo 51. I migranti, dopo aver visto il mare gonfiarsi, con un telefono satellitare erano riusciti a chiamare le autorità di Malta, che girarono la segnalazione ai colleghi italiani: ma quando i mezzi di soccorso tentarono di «agganciare» la carretta senza più governo, e che già imbarcava acqua, lanciando una cima, l’imbarcazione si rovesciò.

L’Europa, chiede Amnesty con 300 delegati dell’assemblea generale in corso a Roma, intervenga di fronte a questa crisi umanitaria: «Tutto questo diventa sempre più scandaloso e insopportabile – dice il presidente Antonio Marchesi – Se l’Ue non attiverà immediatamente un’operazione di ricerca e soccorso in mare almeno pari all’italiana Mare nostrum la credibilità delle istituzioni europee già compromessa ne uscirà definitivamente sconfitta».

Mare Nostrum e Triton: due operazioni differenti, nel mandato, nei numeri, nel bilancio e nelle forze impiegate.

MARE NOSTRUM – L’operazione italiana è partita il 18 ottobre 2013, in seguito al tragico naufragio di Lampedusa del 3 ottobre (366 morti accertati). Due gli obiettivi: garantire la salvaguardia della vita in mare, arrestare gli scafisti. Impegnati mezzi di Marina Militare, Guardia costiera, Aeronautica, Guardia di finanza. In particolare, la Marina partecipava con una nave anfibia (dotata di capacita’ ospedaliere e grandi spazi per accogliere i naufraghi), 2 corvette, 2 pattugliatori, due elicotteri, 3 aerei. Le navi d’altura si spingevano fino a ridosso delle coste libiche per operare i soccorsi. Il costo dell’operazione era di circa 9,5 milioni di euro al mese. Mare Nostrum si è conclusa il 31 ottobre 2013, accompagnando poi Triton in versione gradualmente ridotta fino alla fine dell’anno. Oltre 160mila i migranti soccorsi durante l’operazione. Gli scafisti consegnati all’autorità giudiziaria sono stati 366.

TRITON – Il primo novembre 2014 è dunque partita una nuova operazione. Non più italiana, questa volta, ma europea. Triton è stata infatti dispiegata da Frontex, l’Agenzia europea delle frontiere. Il mandato, in questo caso, non è salvare le vite in mare, ma operare il controllo delle frontiere. Anche se, in caso di necessità, si operano anche interventi di ricerca e soccorso (Sar). Per rispondere al mandato, le navi di Frontex si mantengono in un’area entro 30 miglia dalle coste italiane, senza spingersi a Sud verso le coste libiche come accadeva con i pattugliamenti di Mare Nostrum. Il budget mensile è di 2,9 milioni di euro. I mezzi impiegati sono due aerei, un elicottero, tre navi d’altura, quattro motovedette.

6 COMMENTI

  1. Si potrebbe fare un corridoio umanitario Africa-USA con dei voli diretti dalla Libia…..Obama approverà sicuramente……Facciamo i seri e non diciamo stronzate……e tra l’altro Triton è una presa per il culo perchè non opera nessun controllo delle frontiere e infatti continuano a sbarcare persone su persone. Basta con questo buonismo.

  2. Buonisti e idioti sono i cavalli di Troia del sistema, ed è grazie a loro e al loro collaborazionismo, se il sistema anziché essere giudicato per quel che è, svincolato da ogni giudizio negativo diventa più forte e non esita a sopprimere.
    Al momento in cui un clandestino entra in Italia, sapendo di non appartenere a queste figure:
    – Nazione in guerra
    – diritto di voto.
    – essere minorenne
    Invece emigrano con tanto di Smartphone:
    – vengono da Nazioni non in guerra, quindi non sono profughi
    – votano quindi non sono perseguitati politici
    – se sei maggiorenne non puoi essere minorenne
    La maggior parte di queste persone, ovvero oltre il 77% dei sbarcati non hanno i requisiti per entrare in Italia e in molte altre Nazioni Europee e non, i soldi che la Stato spende per loro, sono soldi sottratti agli italiani che perso lavoro e dignità spetterebbero prima loro, e se ne avanzano, ripeto avanzano, si può pensare di darli a terzi, ma visto che in questo Stato ci sono già qualche milione di famiglie indigenti, a cui manca giornalmente l’essenziale, chi governa, ha l’obbligo di guardare in casa e poi come detto alla finestra, però qui si assiste al contrario delle altre Nazioni del globo, dove ragione vuole che ci sia prima dignità nel paese ospitante, tanto da farlo diventare “poi” degno di ricevere ospiti.

    • E’ bello vedere che ci sono persone intelligenti e solidali col prossimo come te. E soprattutto con un sacco di tempo libero per farsi una cultura (studiare, studiare, leggere libri, viaggiare, capire) e poi sputare sentenze. Saluta Salvini da parte nostra

      • Sai io ho una buona impressione di chi sia mia madre, la quale essendo peraltro morta del mio parto non mi ha dato fratelli e di conseguenza so’ di non averne, se però la tua si è data da fare, non è detto che i tuoi frateli siano anche i miei. Facendo il buono come te fino a poco tempo fa, l’ho sempre preso dove non batte il sole… da quando ho smesso però, subisco meno intrusioni e di conseguenza meno umiliazioni. Ti sembra poco cominciare a vincere e non essere più un perdente come lo sono stato fino a poco tempo fa? A me, no. Sei comunque libero di fare quel che credi nella tua vita, basta che poi non ti incazzi quando questa ti presenta il conto e ti garantisco che la vita, a chi prima a chi dopo, lo presenta sempre

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