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Grecia del III memorandum terreno fertile per il socialismo?

Continua il dibattito sull’esito del voto in Grecia e sugli spazi per i movimenti sociali durante l’attuazione del memorandum da parte del governo Tsipras

di Manuel M.Bucarella

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Il grande Karl Marx sosteneva che le rivoluzioni socialiste avrebbero attecchito nei Paesi maggiormente industrializzati, come, per es., Gran Bretagna, Francia e Germania, mentre nella realtà storica la rivoluzione ebbe luogo in Paesi economicamente fragili e scarsamente industrializzati, come nel caso della rivoluzione russa, della ex Jugoslavia con la presa del potere dei partigiani comunisti al termine della Seconda Guerra Mondiale.

Condizioni fertili ci potrebbero essere oggi anche in Grecia, soprattutto quando, a far data dal 1° Ottobre, entreranno in vigore le principali misure di austerità e recessione prescritte dal famigerato Terzo Memorandum. Nonostante la mielosa propaganda del governo Tsipras II, è difficile poter credere a cambiamenti sostanziali del piano d’azione, per cui il popolo greco, soprattutto i ceti medio-bassi, saranno costretti a subire misure straordinariamente punitive, con il concreto rischio di finire in tantissimi veramente sul lastrico. La disperazione di larghi strati della popolazione porteranno a scioperi o comunque a manifestazioni tumultuose. In quest’ambito la sinistra anticapitalista ellenica dovrà svolgere un ruolo chiave per organizzare le masse e puntare ad una rivoluzione socialista, passando necessariamente, semmai in tempi graduali, per l’abiura e l’uscita dall’Unione Europea e dall’Euro che sono, senza dubbio, la camicia di forza che il capitalismo pangermanico ha messo addosso alla Grecia ed ai popoli del Sud Europa.

In tale chiave va letto il comunicato rilasciato da DEA (Sinistra Operaia internazionalista) sui risultati elettorali. La vittoria di Tsipras alle elezioni del 20 settembre scorso, secondo DEA, è “una vittoria di Pirro. Il governo Tsipras è obbligato ad applicare direttamente – in gran parte, a partire da ottobre – le “riforme” antipopolari e devastanti per i lavoratori contenute nel memorandum. Lo smantellamento del sistema pubblico di sicurezza sociale, una tassazione senza precedenti e una massiccia ondata di privatizzazioni sono già in corso. Le menzogne sulle “misure equivalenti” di aiuto (che si sono rivelate così utili durante il periodo preelettorale) sono finite.” “L’unica risposta possibile di fronte a questa prospettiva sono le lotte dal basso: scioperi, manifestazioni, presidi, per la difesa del lavoro e dei diritti sociali. Lotte che, per rompere il clima di rinnovata “legittimazione” del governo portato dalle urne del 20/9, dovranno essere sostenute con decisione dalle e dai militanti della sinistra”.

Il programma di DEA e delle forze sindacali e di movimento anticapitaliste è un programma politico di transizione verso la liberazione socialista, che passa dalla nazionalizzazione della Banca Centrale e delle banche private alla nazionalizzazione e socializzazione dei principali servizi di pubblica utilità, alla rinazionalizzazione di quanto il governo Tsipras intende nazionalizzare (porti, aeroporti, industria elettrica etc.), alla tutela della contrattazione collettiva anche e soprattutto contro la libertà di licenziamento ed i licenziamenti collettivi.

 

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