4.1 C
Rome
venerdì 29 Marzo 2024
4.1 C
Rome
venerdì 29 Marzo 2024
Homein fondo a sinistraSpagna, Iglesias: "E' l'anno zero della democrazia"

Spagna, Iglesias: “E’ l’anno zero della democrazia”

Pablo Iglesias si dimette da eurodeputato per sfidare PP e PSOE alle politiche spagnole del 20 dicembre. Alegre manda in libreria il suo “Democrazia anno zero”

Alegre-democrazia-anno-zero-2
Pablo Iglesias, leader di Podemos, ha annunciato le sue dimissioni da eurodeputato. L’ex professore di Scienze Politiche di Madrid, catapultato alla ribalta della politica europea grazie al risultato realizzato da Podemos alle scorse europee (cinque deputati e l’8% dei voti) e poi dalla conquista dei sindaci di Madrid e Barcellona, ha deciso di abbandonare Strasburgo per concentrarsi sulla campagna elettorale in vista delle elezioni politiche spagnole del prossimo 20 dicembre, elezioni in cui si candiderà sfidando Partito Popolare e Partito socialista.
Proprio in questi giorni in Italia è uscito il suo “Democrazia anno zero”, libro in cui, attraverso gli strumenti della politologia, la rilettura storica della lotta per la democrazia in Spagna negli ultimi cento anni e l’analisi dell’attuale crisi economica, mostra che non può esistere democrazia senza una vera socializzazione del potere, e non può esistere lotta politica senza la costruzione di un’egemonia culturale.

In Italia è stato tradotto e pubblicato con in prefazione un’intervista a Maurizio Landini (su affinità e differenze tra Podemos e la Coalizione sociale) dalle edizioni Alegre.

Con questo libro, iniziato a scrivere prima della nascita di Podemos e concluso dopo la sua esplosione politico elettorale in Spagna, Iglesias svela le basi analitiche che hanno portato alla nascita del nuovo fenomeno politico spagnolo che sta facendo discutere tutto il mondo. È il manifesto politico – profondamente innovativo per le culture alternative – di un giovane ricercatore universitario, conduttore di un programma in una piccola emittente televisiva, divenuto in pochissimi mesi leader di una delle principali forze politiche del suo paese. E dopo aver conquistato la scorsa primavera i Comuni di Barcellona e Madrid, Podemos contenderà al Partito Popolare e al Partito socialista lo scettro di prima forza politica nelle prossime elezioni del 20 dicembre. Elezioni cruciali per gli equilibri europei dopo quelle greche.

La tesi di Iglesias è che siamo all’anno zero della democrazia, in un mondo governato dal “Partito di Wall Street”, i cui funzionari – presenti in tutte le Istituzioni del mondo – passano tranquillamente dai Consigli di amministrazione delle grandi imprese ai Consigli dei ministri. E viceversa. Se, apparentemente, siamo liberi di scegliere tra il partito A e il partito B, in realtà la democrazia è stata trasformata in un significante vuoto. Attraverso gli strumenti della politologia, la rilettura storica della lotta per la democrazia in Spagna negli ultimi cento anni e l’analisi dell’attuale crisi economica, Iglesias mostra che non può esistere democrazia senza una vera socializzazione del potere, e non può esistere lotta politica senza la costruzione di un’egemonia culturale. E conclude con un motto provocatorio: “Per vincere non fare quello che farebbe la sinistra”.

Un libro che in Spagna ha scalato le classifiche di vendita, e che in Italia farà conoscere da vicino un fenomeno politico ancora tutto da scoprire. Fenomeno che interessa, e molto, al leader della Fiom Maurizio Landini di cui si trova una lunga intervista in prefazione al libro, dove analizza affinità e differenze tra l’esperienza nascente della Coalizione sociale e quella di Podemos, unite dalla necessità di andare oltre gli schemi della vecchia sinistra, che Iglesias mette profondamente in discussione.

“Da noi – dice Landini nel libro – la sinistra ha perso culturalmente. Veniamo da vent’anni di antiberlusconismo dove l’opposizione giudiziaria ha prevalso su quella sociale. E ora Renzi sta avendo gioco facile nel passeggiare sulle macerie della politica. La necessità di lavorare sul terreno dell’alterità nasce dal bisogno di riunire ciò che negli anni è stato separato, anche socialmente. Non è sufficiente ipotizzare un soggetto a sinistra della socialdemocrazia anche perchè essa, per come l’abbiamo conosciuta, è morta”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento, prego!
Inserisci il tuo nome qui, prego

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Ultimi articoli

Perché i miliardari sono ossessionati dall’apocalisse

In Survival of the Richest, Douglas Rushkoff va a fondo della fissazione dell'oligarchia tecnologica di proteggersi dalla fine dei tempi A...

Brasile, presi i mandanti dell’omicidio di Marielle Franco

L'indagine ha rivelato il coinvolgimento di gruppi mafiosi, poliziotti corrotti e politici di Rio de Janeiro

La sinistra britannica e le prossime elezioni generali

Come bilanciare la necessità di disarcionare i conservatori con il desiderio di promuovere politiche socialiste [Dave Kellaway]

Cos’è We Deserve Better, la spina nel fianco sinistro del Labour

Owen Jones ha lasciato il Labour dopo 24 anni, esortando gli elettori a sostenere i candidati verdi e indipendenti alle prossime elezioni [Daniel Green e Tom Belger]

Sono laburista dentro. Per questo me ne vado

L'articolo con cui il columnist del Guardian ha annunciato le ragione del suo addio al Labour [Owen Jones]