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Homequotidiano movimentoNicoletta Dosio: «La mia casa non è una prigione»

Nicoletta Dosio: «La mia casa non è una prigione»

La militante No Tav racconta l’arrivo della polizia per la notifica degli arresti domiciliari: «Non sarò la carceriera di me stessa»

di Nicoletta Dosio

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Sono arrivati, all’alba, con la notifica dei domiciliari.

Il latrare di Argo al cancello, la mia casa nel disordine del primo mattino, il tuffo al cuore inevitabile anche quando sei preparata e ti aspetti gli eventi, il senso della tua intimità violata.

Domiciliari che non rispetterò, come non ho rispettato l’obbligo di firma quotidiana e l’obbligo di dimora.

Il conflitto contro l’ingiustizia è un diritto e un dovere.

La mia casa non è una prigione; non sarò la carceriera di me stessa.

Mi sento serena e sicura.

La loro legalità ha più che mai il volto della guerra e dell’oppressione.

La nostra lotta è un cuore pulsante e generoso, un pensiero lucido e saggio, bella e struggente come i cieli autunnali, dolce come le albe che rinascono, concreta e generosa come la terra.

Sento intorno a me il sostegno di compagne e compagni, la solidarietà concreta di una Valle che continua a resistere ed a costruire l’idea di un futuro più giusto e vivibile per tutti.

Ho ancora in me l’emozione e la ricchezza dei tanti incontri avuti durante le settimane del NOTAVTour”io sto con chi resiste”.

Non è preoccupazione, ma una calma gioiosa quella che provo.

Questa sera sarò all’assemblea organizzata a Bussoleno a sostegno della Resistenza Kurda e del PKK.

L’importante è rimanere umani, ossia, come ci dice Rosa Luxemburg in una sua lettera dal carcere, “rimanere saldi e chiari e sereni, sì sereni nonostante tutto. Rimanere umani significa gettare con gioia la propria vita sulla grande bilancia del destino, quando è necessario farlo, ma nel contempo gioire di ogni giorno di sole e di ogni bella nuvola”.

Liberi tutte e tutti!

Avanti NO TAV!

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