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Specie aliene, i veri invasori: nutria, vespa killer, scoiattolo grigio e altri 3mila

Specie aliene invasive: salute, economia e biodiversità a rischio. Più di 3mila in Italia. Life ASAP (Alien Species Awareness Program): un progetto europeo per arginare il fenomeno

di Francesco Ruggeri

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Più di 3000 le specie aliene presenti in Italia a minacciare ecosistemi, salute e attività dell’uomo. Oltre 12 miliardi di euro ogni anno i costi della diffusione in Europa. Life ASAP (Alien Species Awareness Program): un progetto europeo per arginare il fenomeno e tutelare le specie autoctone “il più presto possibile”.

Le specie aliene invasive sono organismi introdotti dall’uomo, accidentalmente o volontariamente, al di fuori dell’area di origine, che si insediano in natura e causano impatti sull’ambiente o sulla vita dell’uomo.

Sono responsabili della perdita di biodiversità al pari della distruzione degli habitat e minacciano l’esistenza di moltissime specie autoctone: le specie aliene invasive danneggiano il nostro patrimonio naturale e hanno un impatto sociale ed economico stimato in oltre 12 miliardi di euro ogni anno nella sola Unione europea. E il fenomeno è in forte crescita: in Europa il numero di specie aliene è cresciuto del 76% negli ultimi 30 anni.

Nel Mediterraneo, complici anche i cambiamenti climatici in atto, le specie aliene invasive sono, insieme al consumo di suolo, la principale minaccia alla biodiversità. Vie di ingresso privilegiate sono porti e aeroporti dove merci e persone possono fungere da vettori volontari o inconsapevoli, ma un ruolo importante nella loro diffusione è giocato dal commercio di piante esotiche e animali da compagnia, l’introduzione volontaria per attività di pesca sportiva e venatoria, il rilascio da parte di cittadini, la fuga da allevamenti ecc.

In Italia sono presenti più di 3000 specie aliene, introdotte spesso volontariamente, di cui oltre il 15% invasive, ovvero che causano impatti (Banca Dati Nazionale delle specie alloctone). Anche i nostri mari sono caratterizzati da elevati tassi di invasione di specie aliene; il numero di specie marine aliene nel Mediterraneo è più che raddoppiato tra il 1970 e il 2015, con 150 nuove specie registrate solo negli ultimi 15 anni. Molte specie marine arrivano attraverso il canale di Suez: ben 186 specie aliene sono arrivate in Italia attraverso questa via d’acqua (GSA-SIBM 2016) e il numero è destinato ad aumentare drammaticamente nei prossimi anni a causa del suo raddoppio, recentemente completato.

Complessivamente in Italia il numero di specie aliene è aumentato del 96% negli ultimi 30 anni. Le specie aliene invasive causano da tempo nel nostro Paese impatti sulla biodiversità (gambero rosso americano, scoiattolo grigio, tartaruga palustre americana, caulerpa, robinia), sulle attività economiche (nutria, cozza zebrata, fitofagi come il cinipede del castagno e la cimice del pino) e sulla salute umana (ambrosia, zanzara tigre). Ma i tassi di crescita del fenomeno fanno si che ci troviamo a fronteggiare minacce sempre nuove. Il calabrone asiatico, arrivato in Italia nel 2012 è una grave minaccia per le api, o il Marmorkreb, gambero di origine nordamericana, entrato nel nostro Paese da pochi anni, può causare gravi impatti agli ecosistemi d’acqua dolce.

Alcuni esempi di specie invasive dannose diffuse nel nostro Paese

Nutria (Myocastor coypus)

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Origine: Originaria del Sud America, è presente dal Paraguay e dalla Bolivia centrale e meridionale fino alla Terra del Fuoco. A partire dai primi anni del 1800 si è sviluppata una richiesta della sua pelliccia, detta “pelliccia di castorino”, che ha portato ad un forte declino della specie nel suo areale originario dovuta all’intensa attività venatoria. Agli inizi del Novecento ssono quindi stati avviati allevamenti intensivi che ben presto si sono diffusi anche in altre parti del mondo. Individui fuggiti da queste aree o introdotti deliberatamente si sono stabiliti negli Stati Uniti, Canada e successivamente in Europa in vari paesi quali Inghilterra, Francia, Italia, Paesi Bassi, Scandinavia, Germania fino all’Asia minore, al Caucaso, all’Asia centrale e al Giappone.

Effetti: È stata inserita nell’elenco delle 100 tra le specie invasive più dannose al mondo stilato dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN). Nelle zone densamente popolate può portare alla drastica riduzione di piante acquatiche causando gravi squilibri all’ecosistema locale. Determina gravi danni all’agricoltura. L’attività di scavo delle tane indebolisce gli argini dei corsi d’acqua aumentando il rischio di esondazioni.

Dove si trova in Italia: le prime importazioni risalgono al 1928, ma gli allevamenti sono fioriti soprattutto negli anni’60-80; attualmente la specie è distribuita in gran parte del centro Italia e della Pianura Padana. Nel sud Italia e nelle principali isole, la presenza della specie è più localizzata, con l’eccezione del sud della Sardegna in cui la specie è già abbastanza diffusa.

Scoiattolo grigio (Sciurus carolinensis)

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Origine: Originario del Nord America è stato introdotto in varie parti del mondo come pet. In Europa è arrivato alla fine del XIX secolo (in gran Bretagna in più di 30 siti dal 1876); L’Italia ospita le uniche colonie di scoiattolo grigio presenti nell’Europa continentale. La prima introduzione è avvenuta in Piemonte a metà del secolo scorso ed ora la specie è presente con diverse popolazioni in 6 diverse regioni.

Effetti: È stato inserito nell’elenco delle 100 tra le specie invasive più dannose al mondo. Lo scoiattolo grigio compete con lo scoiattolo rosso, la specie autoctona europea, causandone l’estinzione nelle aree di sovrapposizione. Lo scoiattolo grigio è più grande della specie autoctona e più abile a procurarsi il cibo, oltre ad essere immune alla sifilide degli scoiattoli, una malattia che invece colpisce gli animali autoctoni. Senza l’intervento dell’uomo, lo scoiattolo rosso è destinato all’estinzione. Lo scoiattolo grigio ha impatti sugli ambienti forestali, perché scortecciando gli alberi li indebolisce e li rende più vulnerabili a insetti e funghi. Anche l’agricoltura paga il suo prezzo a questa specie, che danneggia i frutteti in particolare i noccioleti.

Dove si trova in Italia: Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Umbria e Toscana.

Testuggine palustre americana (Trachemys scripta)

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Origine: Originaria dell’America settentrionale (Stati Uniti, Messico orientale, Yucatan e bassa California), del Centro America (Guatemala, Honduras, Belize, El Salvador e Panama) e delle regioni nord-occidentali dell’America meridionale (Colombia e Venezuela), è da anni uno dei rettili più commercializzati al mondo, ed è presente dall’Asia, ai Caraibi, Israele, Bahrein, Sud Africa e in molti paesi europei. In Francia e in Italia è diffusa su tutto il territorio nazionale, in particolare nelle grandi città.

Effetti: è stata inserita nell’elenco delle 100 tra le specie invasive più dannose al mondo. Questa testuggine compete con la testuggine palustre autoctona (Emys orbicularis), segnalata come in forte diminuzione, sia per il cibo che per il territorio.

Dove si trova in Italia: Introdotta negli anni ’70 è ormai diffusa sul nostro territorio e sta via via soppiantando la specie di casa, Emys orbicularis. Si stima che in Italia ogni anno giungano circa 900.000 testuggini invasive che determinano l’amplissima diffusione di questa specie nei corsi d’acqua e nelle fontane e laghi dei parchi pubblici d’Italia. Dal 1997 l’Unione Europea ha sospeso l’importazione nel territorio comunitario di una sottospecie di Trachemys scripta.

Calabrone asiatico (Vespa velutina nigrithorax)

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Origine: Originario del sud-est asiatico, è ampiamente diffuso in India, Indocina, Cina e Giava. Nel 2005 è stato accidentalmente introdotto in Francia del sud da cui si è poi diffuso in Spagna, Portogallo, Belgio e, a partire dal 2012, in Italia.

Effetti: è un temibile predatore che si nutre in gran parte di api. Per questo rappresenta una seria minaccia per le api mellifere europee che, a differenza delle cugine asiatiche, non hanno evoluto gli adattamenti necessari a difendersi dagli attacchi di questo calabrone. Quando un alveare viene attaccato, le api asiatiche infatti attuano un’efficace strategia di difesa sviluppata in millenni di coevoluzione: molti individui si avvinghiano a un singolo calabrone agitando velocemente i muscoli alari, in modo da riscaldarlo fino a “cuocerlo” letteralmente. Le nostre api mellifere, che fino a pochi anni fa non erano mai state a contatto con questo predatore, sono invece del tutto impreparate ad affrontarne gli assalti. Pochi calabroni sono in grado di devastare un intero alveare in pochissimo

Dove si trova in Italia: Allo stato attuale la specie è nota in Piemonte e Liguria, ma si prevede che potrà progressivamente diffondersi in tutta Italia.

Panace di Mantegazzi o Panace gigante (Heracleum mantegazzianum)

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Origine: Originaria del Caucaso, è stata importata in Europa alla fine del XIX secolo come pianta ornamentale ed è oggi estesa a tutta l’Europa settentrionale e centrale, compresi il Regno Unito e alcune località dell’Islanda

Effetti: È una pianta molto pericolosa per l’uomo. Produce una linfa che rende la pelle estremamente sensibile ai raggi ultravioletti. Se la pelle entra in contatto con la linfa, e si è esposti alla luce solare, si possono determinare ustioni anche mortali. Piccole quantità di linfa negli occhi possono causare cecità temporanea o anche permanente. Oltre alla pericolosità per l’uomo questa pianta minaccia la biodiversità provocando il deperimento e la distruzione della vegetazione

Dove si trova in Italia: È già presente nelle regioni alpine e subalpine: Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto ed Emilia-Romagna e cresce facilmente anche lungo i fiumi

Per rispondere a questa grave e crescente minaccia le istituzioni nazionali e europee hanno adottato diverse normative, regolamenti e risoluzioni. In particolare, nel 2014, coerentemente con quanto previsto dalla Strategia Europea sulla Biodiversità, il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione Europea hanno approvato il Regolamento 1143/2014 “recante disposizioni volte a prevenire e gestire l’introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive”, entrato in vigore dal 1 gennaio 2015.

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Il Regolamento prevede che i Paesi Membri attuino una serie di misure gestionali per le specie aliene invasive più pericolose, che comprendono il blocco del commercio, del possesso e del trasporto, il rilevamento precoce e la rapida rimozione, l’identificazione delle principali vie di introduzione sulle quali concentrare gli sforzi di prevenzione. Queste misure si applicano a 37 specie aliene “di Rilevanza Unionale” (identificate in una specifica lista adottata a luglio 2016) di cui 22 sono presenti in Italia.

Perché questo regolamento possa essere efficace, è necessario che tutta la società sia informata circa le problematiche causate dalle specie aliene invasive, supporti le azioni necessarie per mitigarne gli impatti, e adotti comportamenti più responsabili. Molti studi hanno evidenziato come, nonostante gli sforzi di Governi, Università e ONG, gli stakeholders e l’opinione pubblica raramente abbiano un’idea precisa di cosa sia una specie invasiva e/o quali siano i danni che provoca, sottolineando quindi la necessità di implementare e migliorare la comunicazione in tale ambito con programmi ben pianificati e a lungo termine.

Da queste premesse è nato il Life ASAP (Alien Species Awareness Program) il progetto cofinanziato dalla Commissione Europea di cui ISPRA è promotore insieme a Legambiente e altri autorevoli partner, che è stato presentato oggi a Roma, nel corso di un incontro che si è tenuto presso l’Orto botanico.

Il progetto si pone l’obiettivo di ridurre il tasso di introduzione di specie aliene invasive e mitigare i loro impatti, aumentando la consapevolezza della cittadinanza italiana. Piero Genovesi, responsabile del servizio consulenza di Ispra e project manager, evidenzia come “Il problema dell’introduzione intenzionale o inconsapevole delle specie aliene riguarda moltissimi settori della società, dai pescatori ai cacciatori, dai vivaisti ai professionisti in campo agricolo e forestale. Per questo occorre promuovere la partecipazione attiva della popolazione nelle attività di risposta alle specie invasive, incoraggiando comportamenti responsabili che riducano il rischio di ulteriori introduzioni indesiderate. Occorre informare di più e meglio i cittadini, perché solo così è possibile ridurre i rilasci in natura di animali e piante invasive e perché senza una consapevolezza del problema è difficile comprendere la necessità degli interventi di controllo finalizzati al recupero degli equilibri naturali”.

“L’obiettivo è quello di togliere ‘mercato’ alle specie aliene che vengono introdotte a fini commerciali – ha aggiunto la presidente di Legambiente Rossella Muroni – e per fare ciò occorrono più informazione e maggior consapevolezza. E’ fondamentale che le persone sappiano che anche un acquisto incauto può contribuire ad aggravare il fenomeno della perdita di biodiversità, all’alterazione degli equilibri ecosistemici e sanitari. Per questo il progetto Life Asap ci vedrà impegnati in tante attività di informazione nelle scuole e nei parchi, ma anche negli aeroporti e negli zoo, senza tralasciare le amministrazioni pubbliche e gli enti attivi nel trasporto e controllo delle merci”.

Il progetto Life ASAP coinvolgerà un gran numero di attori implicati a vario titolo nella gestione delle specie aliene promuovendo, attraverso incontri, seminari e tavole rotonde, l’adozione di codici di condotta volontari e di buone pratiche sulle specie invasive per cacciatori, pescatori sportivi, florovivaisti, commercianti di pet, professionisti (progettisti del verde) e delle linee guida sulle gestione delle specie aliene invasive nelle aree protette in almeno quattro Parchi Nazionali. Saranno realizzati sentieri natura di informazione sulle specie aliene invasive nelle aree protette e negli Orti botanici. Sono previste attività di formazione per il personale delle pubbliche amministrazioni (Ministeri, Regioni, ASL, ARPA…) e dei soggetti istituzionali coinvolti nelle ispezioni delle merci in transito (Uffici veterinari, CITES, Servizi Fitosanitari Regionali, Punti d’ispezione frontaliera…), a vario titolo competenti per l’attuazione del regolamento europeo.

Anche le scuole saranno coinvolte attraverso kit educativi e manuali per gli insegnanti, mentre altre attività di informazione e coinvolgimento riguarderanno gli zoo con laboratori didattici, pannelli divulgativi, incontri a tema. Il MUSE di Trento divulgherà il materiale informativo di Life ASAP e metterà a disposizione i propri spazi per attività informative. Negli aeroporti romani verrà allestito un info point dove distribuire materiale informativo ai passeggeri in transito. Si realizzeranno concorsi per le scuole e attività di coinvolgimento della popolazione come la realizzazione di 12 bioblitz cui parteciperanno 1000 persone affiancati da esperti e una Smart App per le specie aliene.

Verrà inoltre coinvolta la comunità scientifica italiana nella stesura di una Black list delle specie aliene di interesse prioritario per l’Italia e di raccomandazioni, definite tramite seminari e workshop, da sottoporre al governo italiano. Il risultato che ci si attende dal progetto ASAP è di determinare una diminuzione delle introduzioni di specie aliene sul nostro territorio e degli impatti causati da quelle già presenti, attraverso: l’efficace attuazione del regolamento europeo da parte delle amministrazioni pubbliche a vario titolo competenti; l‘aumento della consapevolezza della cittadinanza; l’adozione di codici di condotta e di buone pratiche da parte di specifici target groups; la stesura di una proposta condivisa di Black list delle specie aliene di prioritario interesse per l’Italia.

 

 

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