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«Egregio Franceschini, perché ci vuoi soffocare?»

La lettera dei lavoratori dell’Iccu, istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche, davvero preoccupati per i progetti di ridimensionamento del governo dalle RSU dell’ICCU

Egregio Franceschini, perché ci vuoi soffocare?

“Onorevole Ministro,

Le vogliamo sottoporre la grave situazione che potrebbe crearsi a fronte della riallocazione logistica di vari istituti del MIBACT dovuta alla spending review. Se da un lato, infatti, si condivide l’obiettivo della razionalizzazione della spesa, non si può essere d’accordo sui tagli lineari, che penalizzano pesantemente il nostro Ministero.

L’edificio di viale Castro Pretorio ospita sin dalla sua costruzione la Biblioteca nazionale centrale di Roma e l’Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche (ICCU). Da qualche anno ospita il Servizio III – Diritto d’autore e vigilanza sulla SIAE della Direzione generale per le biblioteche, gli istituti culturali ed il diritto d’autore (DGBID) e da pochi mesi è presente anche l’Istituto centrale per gli archivi (ICAR). Si preannuncia il prossimo trasferimento della Direzione generale per gli archivi attualmente allocata in via Gaeta – una grande Direzione con compiti amministrativi – che sarebbe un grave colpo alla possibilità di rilancio delle attività dell’Istituto oltre che una scelta del tutto disfunzionale rispetto alle caratteristiche di ICCU e BNC, enti operativi.

La RSU e il personale dell’ICCU, come emerso nell’assemblea del personale del 16 maggio scorso, esprimono il proprio disagio e la propria preoccupazione rispetto alle ricadute che tali piani di riallocazione potrebbero avere sul destino dell’Istituto, che gestisce il catalogo online di più di 5300 biblioteche italiane (nel corso del 2013 sono state effettuate 66.130.000 di ricerche); il Servizio di prestito interbibliotecario e fornitura documenti (ILL); INTERNET CULTURALE, il portale digitale delle biblioteche italiane che dà accesso a 10.000.000 di file digitali (nel corso del 2013 sono state 5.000.000 le pagine sfogliate); il censimento dei manoscritti (MANUS) a cui partecipano direttamente 230 enti di conservazione e ricerca e anche i singoli studiosi; il censimento delle edizioni italiane del XVI secolo (EDIT16) base dati che attualmente contiene oltre 67.290 notizie bibliografiche; i Cataloghi storici digitalizzati – collezione che riunisce 219 cataloghi storici a volume e a schede, di 37 biblioteche del MiBACT; la base dati Anagrafe delle Biblioteche Italiane, che registra i dati di più di 13.100 biblioteche censite su scala nazionale.

Elabora, inoltre, gli standard e le linee guida per la catalogazione e la digitalizzazione. Opera in stretta collaborazione con le Regioni e le Università italiane al servizio delle biblioteche, dei bibliotecari e dei cittadini.

L’ICCU, oltre ai suoi ai compiti istituzionali, partecipa a importanti programmi e progetti europei portati avanti in collaborazione con 30 unità di personale precario di varie tipologie, nell’ambito della catalogazione e della digitalizzazione. Ad esempio il progetto CulturaItalia, l’aggregatore nazionale di contenuti che contiene attualmente circa 2,4 milioni di dati ed è il principale fornitore di contenuti italiani di Europeana, al quale ha inviato circa 1.300.000 dati; o come Europeana 1914-1918, che riunisce le risorse di 3 grandi progetti europei, che si occupano ciascuno di diverse tipologie di materiale relativo alla Prima Guerra Mondiale.

Tutti questi servizi oltre a costituire un fondamentale strumento per bibliotecari, studiosi, ricercatori italiani e stranieri, costituiscono anche il substrato che permette di prosperare a numerose piccole e medie imprese del settore dell’ICT.

Il livello del servizio è stato pesantemente condizionato negli ultimi anni dal progressivo impoverimento dell’organico dovuto al blocco del turn over. Dalle 104 unità del 1980 si è arrivati alle attuali 39 unità con un’età media di 59 anni, di cui solo 20 appartenenti alla qualifica tecnico-scientifica.

Questa situazione non ha permesso al personale di trasmettere le proprie competenze alle generazioni successive, ipotecando di fatto il futuro del servizio. Inoltre, i tagli lineari hanno dimezzato le risorse finanziarie fino a rendere quasi impossibile l’erogazione dei servizi essenziali, molti dei quali sono fortemente ridimensionati se non del tutto cessati, come del resto è stato sottolineato nell’ambito dell’ultimo Comitato nazionale di coordinamento che Lei, sig. Ministro, ha presieduto.

Alcune delle stanze di questa sede sono libere perché da tempo non c’è più il personale in organico ad occuparle.

La RSU e il personale dell’ICCU chiedono che si tenga conto del ruolo e delle funzioni che l’Istituto deve mantenere nei confronti del mondo delle biblioteche, degli studiosi e delle imprese che ad esso fanno riferimento. Tutte le modifiche e gli accorpamenti dovrebbero essere realizzati sulla base di un progetto organico di riorganizzazione complessiva, contestuale alla riforma del MiBACT tuttora in atto, e dovrebbero tener conto delle funzioni e dei servizi degli istituti coinvolti e degli spazi disponibili. I piani attualmente allo studio del Ministero sembrerebbero, invece, segnare la fine di ogni prospettiva futura per il nostro Istituto.”

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