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La Madonna si inchina al boss: spuntano i primi indagati

La Dda ha identificato le venticinque persone che portavano la Vara di Oppido Mamertina. Tra loro anche chi ha dato l’ordine di fare l’inchino.

di Massimo Lauria

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Sono state determinanti le immagini girate dai carabinieri di Oppido Mamertina (Reggio Calabria) per identificare le venticinque persone che portavano in processione la statua della Madonna delle Grazie. Tra loro c’è anche chi ha dato l’ordine di fare l’inchino davanti all’abitazione del boss della ‘ndrangheta Peppe Mazzagatti, 82 anni e agli arresti domiciliari per motivi di salute.

La Dda di Reggio Calabria, che ha accertato l’identità di tutti e venticinque, sta ora verificando quanti di loro siano in qualche modo legati alla famiglia Mazzagatti. Tutti i portatori della Vara (cioè il carro votivo su cui si trova la Madonna) sono stati iscritti dalla Procura Distrettuale di Reggio Calabria nel registro delle notizie di reato, per associazione a delinquere di stampo mafioso. Secondo quanti riferito dall’Agi, che riporta fonti investigative, si tratta di un’iscrizione “tecnica”, in vista di ulteriori indagini.

«Il fatto – ha dichiarato il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho – è indicativo di una contiguità. L’indagine si svilupperà per capire chi sono questi soggetti, evidentemente condizionati o contigui alla cosca».

Gli inquirenti hanno fatto sapere che nessuno dei portatori della statua della Vergine apparterrebbe ad alcuna organizzazione o congregazione religiosa. Tutti sarebbero stati scelti, quindi, tra un gruppo di volontari. Le immagini girate dai carabinieri di Oppido Mamertina – guidati dal Andrea Marino che ha ordinato ai suoi uomini di abbandonare il corteo religioso durante l’inchino – sono ora al vaglio della Procura di Reggio Calabria per stabilire le singole responsabilità nella vicenda.

 

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