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Aprilia, avvelenati da esalazioni tossiche nell’impianto Acea

Due operai, 42 e 44 anni, sono stati uccisi da sostanze tossiche provenienti da una vasca di compostaggio dell’impianto Kyklos di Acea. Indagini in corso.

di Massimo Lauria

L'impianto di compostaggio Kyklos di Acea ad Aprilia
L’impianto di compostaggio Kyklos di Acea ad Aprilia

Sono morti perché hanno respirato esalazioni tossiche provenienti da una cisterna dell’impianto di compostaggio Kyklos di Acea ad Aprilia. È questa la prima ipotesi degli inquirenti che hanno aperto un fascicolo sulla morte di due operai di 42 e 44 anni, che nella mattinata di lunedì 28 luglio, stavano lavorando in cima ad una cisterna che conteneva probabilmente percolato, una sostanza tossica.

Secondo le prime ricostruzioni, i due operai – due autotrasportatori dipendenti di una ditta esterna – sarebbero stati uccisi dallo sversamento di sostanze tossiche contenute nella cisterna, subito dopo averne aperto il boccaporto. Uno dei due sarebbe poi precipitato all’interno della vasca. Non è ancora chiaro se la morte sia stata provocata dall’aria resa irrespirabile intorno all’impianto, oppure dalla caduta nella cisterna.

I vigili del fuoco, intervenuti sul posto, hanno poi recuperato il corpo di uno dei due galleggiante nel liquido tossico. I soccorritori stanno ora cercando di capire se oltre ai due morti, ci siano altri operai intossicati dalle stesse sostanze. L’area intorno al luogo dell’incidente è stata isolata e interdetta al passaggio. I carabinieri della zona stanno eseguendo tutti i rilievi necessari all’inchiesta.

Nell’impianto della Kyklos, in località Le Ferriere di Aprilia, viene trattata la frazione organica dei rifiuti provenienti da gran parte delle discariche del Lazio. Da quell’impianto vengono prodotti concimi organici derivanti proprio dalla lavorazione dell’“umido”.

Di lavoro in Italia si continua a morire. Secondo l’Osservatorio indipendente di Bologna morti sul lavoro, dall’inizio dell’anno si contano già 355 lavoratori deceduti per infortunio sui luoghi di lavoro. «Se si aggiungono i “diversamente assicurati” che non appaiono mai nelle statistiche delle morti sul lavoro, tra questi i morti sulle strade, in itinere e di categorie con assicurazioni proprie, diverse dall’Inail, pensiamo si superano complessivamente i 700 morti (stima minima), ma per molte ragioni è impossibile avere un numero certo di vittime sulle strade, soprattutto di lavoratori con Partita Iva individuale che muoiono sulle strade e che sono classificati come “morti per incidenti stradali”, mentre invece stavano lavorando o erano in itinere. Ma le morti sui luoghi di lavoro che segnaliamo sono tutte documentate».
Dati che assomigliano più ad un bollettino di guerra.

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