225 milioni di dollari per il sistema Iron Dome. Anche l’Italia fa la sua parte con due velivoli militari M-346. Ma ad essere bombardata è la Striscia di Gaza. Su Rafah si abbattono i cannoni di Tel Aviv. Stasera sit-in a Roma.
di Marina Zenobio
Violenti combattimenti sono in corso nell’area di Rafah, al confine con l’Egitto, tra esercito israeliano e il braccio militare di Hamas, le Brigate Ezzedin al-Qassam.
Da ieri mattina, da quando la tregua di 72 ore è saltata dopo solo novanta minuti, i bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza, concentrati in particolare proprio a Rafah, hanno provocato la morte di altri 150 palestinesi, ma non si sa quanti sono rimasti sotto le macerie. Dall’inizio del conflitto, entrato nel 26mo giorno consecutivo, i palestinesi uccisi ammontano a 1.640, quasi 9000 mila i feriti. Sul versante israeliano le vittime sono 65, di cui 63 militari e un cittadino straniero che lavorava in una cooperativa agricola raggiunta da colpi di mortaio.
Il pretesto israeliano per l’ennesima tregua fallita, questa volta è la presunta cattura del sottotenente Harad Goldin. Hamas ha però dichiarato di non essere coinvolta nella sua presunta cattura e di non sapere nulla della sua sorte. “Non disponiamo informazioni su quel soldato”, ha affermato la formazione armata Ezzedin al-Qassam in un comunicato. “Abbiamo perso i contatti con uno dei nostri gruppi combattenti, che era in azione nel settore dove il soldato e’ scomparso, ed e’ possibile che sia i nostri miliziani sia il militare siano rimasti uccisi”, conclude la nota.
Nella notte, comunicano fonti dello Stato ebraico, è proseguito il lancio di razzi dalla Striscia di Gaza contro Israele: almeno due sono su Tel Aviv, tre secondo Hamas, e un altro a sud, su Beersheba, principale città nel deserto del Negev..
Tutti gli ordigni sono comunque stati intercettati e distrutti in volo dal sistema di difesa anti-missilistica ‘Iron Dome‘. A favore del rafforzamento di quest’ultimo si e’ frattanto pronunciato il Congresso Usa, che ha approvato lo stanziamento di 225 milioni di dollari in fondi di emergenza: il provvedimento, che passa adesso alla firma del presidente Barack Obama per la promulgazione, e’ stato approvato all’unanimità dal Senato nordamericano.
Questa sera alle 19 a Roma è previsto un presidio di solidarietà con la popolazione gazawi per denunciare il massacro e, secondo gli organizzatori, anche la complicità italiana che si è materializzata con la “consegna alle forze israeliane di 2 velivoli militari M-346 firmati Finmeccanica, dei 30 promessi” e permettendo “esercitazioni militari sui cieli della Sardegna”.