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Guerre dimenticate/Il mattatoio somalo tra jihadisti, rifiuti e petrolio

Quasi un milione di morti in ventitré anni di guerra ininterrotta. La Somalia è divenuta terra di sversamento di rifiuti tossici e di trivellazione di fondali ricchi di petrolio.

 

di Franco Fracassi

Poco meno di un milione di morti. Eppure non se ne parla mai. Negli ultimi ventitré anni in Somalia c’è stata una guerra civile, poi una sorta di invasione internazionale (Italia compresa), poi di nuovo la guerra civile, poi la separazione (mai riconosciuta da nessuno) in quattro Stati, e ancora: una guerra di religione, seguita un conflitto con la confinante Etiopia, dall’intervento militare statunitense e dall’offensiva della jihad. Ventitré anni di guerra ininterrotta. Eppure nessuno ne parla.

 

Sullo sfondo del conflitto la ricca torta degli aiuti umanitari da spartire tra le fazioni in lotta, le immense distese di sabbia desertica ideali per l’interramento di rifiuti tossici e radioattivi provenienti dall’Occidente, i ricchi giacimenti di petrolio scoperti al largo delle coste somale. Nemmeno di questo nessuno ne parla mai.

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