Quasi novecentomila rifugiati, un quinto della popolazione che da quattro mesi è coinvolta, suo malgrado, nella guerra. Il conto dei morti sale a 1.367. Gli ospdali al collasso, il settanta per cento di medici e infermieri sono fuggiti.
di Franco Fracassi
Si aggrava la situazione umanitaria in Ucraina. Lo dice la Russia. Lo fa intendere (per la prima) lo stesso governo di Kiev davanti al consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, anche se poi aggiunge che «non c’è crisi umanitaria. I russi esagerano». Lo afferma l’Alto commissariato per i rifugiati dell’Onu.
Ecco i numeri forniti dalle Nazioni Unite. Nella zona di guerra vivevano tre milioni e novecentomila persone. Di queste, «117.910 sono fuggite dai separatisti, dirigendosi a ovest, mentre altre 740.000 sono scappate dall’esercito ucraino, andando verso est, rifugiandosi in Russia». Il totale è di 857.910 profughi. Un abitante su cinque del Donbass.
Sempre secondo l’Unhcr, finora sono morte 1.367 persone («prevalentemente civili») e i feriti sono 4.087. Un numero eccessivamente alto, considerando il fatto che il settanta per cento del personale sanitario è fuggito dalla regione. Gli alloggi distrutti sono mille e seicento.
Particolarmente allarmante è la situazione in cui versano gli abitanti di Donetsk e Lugansk (un milione e mezzo complessivi), dove iniziano a scarseggiare i generi alimentari e l’acqua viene erogata solo un’ora al giorno.