Missili di notte, missili di giorno. Gaza ritorna all’inferno. Altri sedici morti, di cui tre bambini. La pressione d’Israele è sempre più forte. Richiamati alle armi altri diecimila riservisti.
di Franco Fracassi
«Il vantaggio della notte è che vedi la scia dei missili, seppur solo per una frazione di secondo». Gli abitanti della Striscia di Gaza oramai vivono con la speranza di individuare quella scia e di evitare la morte. Israele sta bombardando senza sosta, notte e giorno. Ancora sedici morti ce lo ricordano. Tre di loro sono bambini, morti insieme ai loro genitori in seguito all’esplosione di una sola bomba nel centro di Gaza City. Distrutto anche un palazzo (sette morti) e una baracca in un campo profughi (una vittima).
Che Israele faccia sempre più sul serio lo si capisce dalla nuova direttiva che richiama alle armi diecimila nuovi riservisti.
Insieme ai civili uccisi anche tre comandanti del braccio armato di Hamas. Lo hanno annunciato le stesse Brigate Ezzedin al Qassam. Le vittime sarebbero Mohammed Abu Chamala, Raed al-Atar et Mohammed Barhoum. L’uccisione dei comandanti di Hamas è stata confermata dal portavoce militare israeliano. Mohammad Abu Chamala, ha riferito la radio militare, era il responsabile dei tunnel di contrabbando scavati a centinaia sotto al confine con l’Egitto, ed era una delle personalità più influenti nel sud della Striscia. Raed al-Atar, ha aggiunto l’emittente, era il comandante della Brigata di Rafah del braccio armato di Hamas. Era stato il cervello del rapimento del soldato israeliano Ghilad Shalit ed era già sopravvissuto a un attentato israeliano.
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