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Non addestrare chi bombarda. E non gradire Netanyahu

Dalla Sardegna a Ferrara crescono le mobilitazioni contro le manovre della Marina israeliana al largo dell’Isola e contro la visita preannunciata a Ferrara del premier di Tel Aviv

di Checchino Antonini

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Non addestrare chi bombarda, non accogliere con tutti gli onori chi ordina le stragi di civili, fa costruire i muri e rende impossibile la vita ai sopravvissuti. Ossia Netanyahu. Dalla Sardegna a Ferrara si moltiplicano le mobilitazioni per la Palestina e contro la guerra permanente cui è sottoposta da parte di Israele. E se nell’Isola si profilano manovre di addestramento della marina israeliana (l’Italia del Pd è il primo fornitore di armi a Israele), nella città estense potrebbe essere ricevuto, l’anno prossimo, il controverso premier di Tel Aviv. Tra le reti no war e di solidarietà con la Palestina continua il dibattito sull’opportunità di una mobilitazione nazionale.

Intanto, domani, 30 Agosto, Cagliari sarà teatro di un’assemblea internazionale per bloccare le esercitazioni militari israeliane in Sardegna, per il sostegno alle campagne di boicottaggio della BDS e per il loro rilancio a livello locale. Il 13 settembre, alle 16:30, il poligono di Capo Frasca vedrà una manifestazione nazionale contro l’occupazione militare e contro le manovre di guerra d’Israele in Sardegna.

Da Ferrara riceviamo il testo di una richiesta inoltrata dal “Coordiamento Ferrara per la Palestina” a Sindaco, Direttore del Meis e Ministro della Cultura per chiedere il ritiro dell’invito al premier israeliano all’inaugurazione del Meis – Museo dell’Ebraismo Italiano e della Shoah – prevista nel 2015. «Nella nostra intenzione – scrivono i promotori – c’è il rendere questa campagna nazionale, in modo tale da provare ad esercitare una forma di pressione il più ampia per impedire quest’ennesima vetrina proposta ad Israele. Per questo vi chiediamo di far girare l’appello fra tutti i vostri contatti, di sottoscriverlo e farlo sotoscrivere ai singoli ed alle associazioni del vostro territorio. Non è molto, ma è un tentativo di chiedere alla politica di smettere di essere connivente con chi sta massacrando un popolo e di schierarsi». Per i promotori il premier israeliano dovrebbe essere dichiarato “non gradito” per le sue responsabilità nell’occupazione militare del territorio Palestinese di Gaza ed i bombardamenti da esso subiti; per la violazione della IV Convenzione di Ginevra (“Protezione delle persone civili in tempo di guerra”). Tutte azioni condannate dal Comitato Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, in occasione dell’attacco, il 26 luglio 2014, ad un’ambulanza a 200 metri da un ospedale, che ha causato la morte di due persone del personale medico ed il ferimento di altre 3. Netanyahu è il responsabile politico dell’operazione “piombo fuso” avvenuta a Gaza nel 2008, come provato dalla Commissione di inchiesta delle Nazioni Unite: un attacco che “non fosse solo teso ad uccidere, ma anche a diffondere terrore alla popolazione civile”. Viene anche ricordata la sentenza della Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja che ha giudicato il Muro in Cisgiordania “contrario al diritto internazionale” e l’autorizzazione dei governi israeliani alla costruzione, sempre in violazione della IV convenzione di Ginevra, di insediamenti coloniali nei Territori Occupati. Lo Stato di Israele ignora sistematicamente tutte le risoluzioni dell’ONU che ne condannano le azioni e l’operato, perché accogliere il suo premier per un’operazione importante come l’inaugurazione del museo della Shoah?

I fermenti sardi prendono spunto da un appello che parte da Gaza. Una foto ritrae un ragazzo davanti a un cumulo di macerie, tiene in mano un cartello con scritto, “Italia, non addestrare i piloti che ci bombardano”. Un gruppo di bambini ne sorregge un altro: “Addestrare i piloti israeliani = uccidere bambini palestinesi”. Quasi 50 i foto-appelli che sono arrivati dalla Striscia, e diffusi dalla campagna Bds, per chiedere al governo italiano di annullare le esercitazioni militari previste per settembre in Sardegna, che, secondo un documento del Ministero della Difesa, prevedono la partecipazione dell’aeronautica israeliana. Dopo oltre sei settimane di bombardamenti israeliani, che conta oltre 2000 morti, tra cui quasi 500 bambini, e oltre 10.000 feriti, e che hanno devastato gran parte delle infrastrutture di Gaza, compresi ospedali, scuole, case, impianti e fabbriche, i giovani di Gaza usano la loro creatività per mandare un messaggio all’Italia, un messaggio che non poteva essere più chiaro: Non sostenere i responsabili della distruzione del nostro futuro.

Sugli altri cartelli ci sono appelli per un embargo militare a Israele – l’Italia è infatti il primo fornitore europeo di armi a Israele – e per la sospensione del accordo di cooperazione militare tra Roma e Tel Aviv, che, tra l’altro, comprende le esercitazioni militari congiunte che si svolgono da anni in Sardegna.

 

Di seguito, dunque, l’appello ferrarese e i manifesti delle chiamate sarde:

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NETHANYAHU PERSONA NON GRADITA NEL COMUNE DI FERRARA E SUL TERRITORIO ITALIANO

Prendiamo atto della delibera del Comune di Ferrara per la Pace in Medio Oriente del 29 Luglio 2014, ed esprimiamo il nostroapprezzamento per l’iniziativa. Pensiamo tuttavia che l’idea di pace non possa essere considerata qualcosa di teorico ed astratto, ma che vada riempita di gesti concreti e scelte consapevoli e Per questo come società civile, associazioni e organizzazioni presenti nel Comune di Ferrara, nel territorio italiano ed internazionale ci rivolgiamo a: -Tiziano Tagliani in qualità di Sindaco di Ferrara, città per la Pace; -Massimo Maisto in qualità di Vicesindaco, e facente parte del Consiglio di Amministrazione del MEIS; -Dario Franceschini, in qualità di Ministro per i Beni e le Attività culturali, Ministero finanziatore della Fondazione MEIS, il Museo della Cultura Ebraica in Italia e della Shoah.

Il presente appello fa riferimento alla visita del Premier Israeliano Benjamin Netanyahu su territorio Italiano, annunciatadall’ex Presidente del Consiglio Italiano Enrico Letta in data 3 dicembre 2013, ed in particolare all’invito al premier israelianoa recarsi in visita presso la Città di Ferrara per l’inaugurazione del Museo della Cultura Ebraica Italiana e della Shoah, prevista nel 2015.

CONSIDERATE: – l’occupazione militare del territorio Palestinese di Gaza ed ibombardamenti da esso subiti. – la violazione, fra gli altri, degli articoli 15, 16 e 20 della IV Convenzione di Ginevra “Protezione delle persone civili in tempo di guerra”, perpetrata dall’esercito israeliano in riferimento alla protezione dei civili, dei profughi, delle infrastrutture civili, mediche e di soccorso, dei mezzi di soccorso e del personale medico. Queste azioni sono state condannate, fra gli altri, dal Comitato Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, in occasione dell’attacco, il 26 luglio 2014, ad un’ambulanza a 200 metri da un ospedale, che ha causato la morte di due persone del personale medico ed il ferimento di altre 3. – la precedente violazione delle suddette norme della convenzione di Ginevra ad opera dell’esercito dello Stato di Israele durante l’operazione “piombo fuso” avvenuta a Gaza nel 2008, come provato dalla Commissione di inchiesta delle Nazioni Unite sul conflitto a Gaza, che attesta un attacco che “non fosse solo teso ad uccidere, ma anche a diffondere terrore alla popolazione civile”. – la sentenza della Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja, la quale ha giudicato il Muro costruito in Cisgiordania “contrario al diritto internazionale”. – l’autorizzazione dei governi israeliani alla costruzione, sempre in violazione della IV convenzione di Ginevra, art. 49, di insediamenti coloniali nei Territori Occupati. – l’inosservanza, da parte dello Stato di Israele, di tutte le risoluzioni dell’ONU che ne condannano le azioni e l’operato.

NOI RICHIEDIAMO: – di revocare l’invito al premier israeliano Benjamin Netanyahu a recarsi a Ferrara e sul suolo Italiano per l’inaugurazione del MEIS; – di dichiarare il suddetto premier persona non gradita nel Comune di Ferrara; – di adoperarsi per il rispetto delle norme Nazionali ed Internazionali che condannano l’occupazione illegale ed i crimini di guerra e contro l’umanità; di considerare, sulla scorta di quanto fatto nel Sud Africa durante l’Apartheid, eventuali azioni di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni, come strumento di pressione politica nei confronti di uno stato che quotidianamente adotta icomportamenti in precedenza descritti; – di fare pressione per un immediato cessate il fuoco e l’abbandono dell’occupazione militare di Gaza e dei territori

CHIEDIAMO TUTTO QUESTO ALLO SCOPO DI: – conferire il necessario rispetto alle vittime civili, alla popolazione sofferente e sotto occupazione ad opera dello Stato Israeliano; – ottemperare allo Statuto della Fondazione MEIS mirante ai “temi della pace e della fratellanza tra i popoli e dell’incontro tra culture e religioni diverse”, per cui riteniamo che Netanyahu non possa rappresentare questi valori.

SOTTOSCRIVONO: ANPI “Vittorio Arrigoni”, Ferrara Collettivo Trentaquattro Erre, Laboratorio Sancho Panza, Radio Strike, PRC Ferrara, Giovani Comunisti-e Ferrara, L’altra Europa con Tsipras

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MANIFESTADA NATZIONALE CONTRA A S’OCUPATZIONE MILITARE

L’occupazione militare della Sardegna rappresenta un sopruso che dura da sessanta anni e che non siamo più disposti a tollerare.

La nostra terra è ridotta a un campo di sperimentazione militare in cui diventa lecita qualsiasi soglia di inquinamento e viene testata qualsiasi tecnica di sterminio.

Col passare del tempo lo Stato italiano intensifica il ritmo e il peso delle esercitazioni militari.

L’occupazione militare rappresenta la negazione più evidente della nostra sovranità nazionale e impedisce uno sviluppo socio-economico indipendente del nostro popolo, condannando la Sardegna all’infamante ruolo di area di servizio della guerra.

Vogliamo che la Sardegna diventi un’isola di pace e che il suo territorio sia assolutamente indisponibile per le esercitazioni di guerra, di qualunque esercito (compreso quello italiano) e sia interdetto a qualunque attività o presenza connesse con chi usa la guerra per aggredire altri popoli o per crimini contro i civili, colpendo ospedali, scuole, rifugi per sfollati e abitazioni civili.

Chiediamo che la Sardegna sia immediatamente e per sempre interdetta all’aviazione militare israeliana.

 

Invitiamo tutto il popolo sardo, le associazioni, i partiti e i comitati ad aderire e partecipare alla manifestazione indetta a Capo Frasca il prossimo 13 di settembre per pretendere a gran voce:

– Il blocco immediato di tutte le esercitazioni militari.

– Chiusura di tutte le servitù, basi e poligoni militari con la bonifica e la riconversione delle aree interessate.

A Manca pro s’Indipendentzia, Sardigna Natzione Indipendentzia, Comitato Sardo Gettiamo le Basi, Comitato Su Giassu, Comitato Civico Su Sentidu

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DA GAZA UN APPELLO ALL’ITALIA NON ADDESTRARE CHI CI BOMBARDA

– Quasi 50 foto-appelli da Gaza contro le esercitazione israeliane in Sardegna

– Il 30 agosto assemblea internazionale a Cagliari

– Oltre 11.000 firme sulla petizione “NO alla presenza dell’esercito israeliano in Sardegna”

Davanti a un cumulo di macerie, un ragazzo a Gaza tiene in mano un cartello con scritto, “Italia, non addestrare i piloti che ci bombardano”. Un gruppo di bambini ne sorregge un altro: “Addestrare i piloti israeliani = uccidere bambini palestinesi”. Sono due dei quasi 50 foto-appelli che sono arrivati dalla Striscia per chiedere al governo italiano di annullare le esercitazioni militari previste per settembre in Sardegna, che, secondo un documento del Ministero della Difesa, prevedono la partecipazione dell’aeronautica israeliana.

Dopo oltre sei settimane di bombardamenti israeliani, che conta oltre 2000 morti, tra cui quasi 500 bambini, e oltre 10.000 feriti, e che hanno devastato gran parte delle infrastrutture di Gaza, compresi ospedali, scuole, case, impianti e fabbriche, i giovani di Gaza usano la loro creatività per mandare un messaggio all’Italia, un messaggio che non poteva essere più chiaro: Non sostenere i responsabili della distruzione del nostro futuro.

Sugli altri cartelli ci sono appelli per un embargo militare a Israele – l’Italia è infatti il primo fornitore europeo di armi a Israele – e per la sospensione del accordo di cooperazione militare tra Roma e Tel Aviv, che, tra l’altro, comprende le esercitazioni militari congiunte che si svolgono da anni in Sardegna.

“Dalla mia casa distrutta, chiedo all’Italia di boicottare Israele” recita il cartello di una giovane ragazza, che invita ad appoggiare la campagna lanciata dalla società civile palestinese nel 2005 per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) contro Israele. Un movimento in crescita, che ha il sostegno di organizzazioni, sindacati, artisti e accademici in tutto il mondo e che si sta espandendo rapidamente a seguito degli ultimi attacchi contro Gaza affinché la società civile possa colmare il vuoto lasciato dall’inazione delle istituzioni e affinché Israele debba rendere conto dei crimini commessi.

Gli appelli da Gaza trovano una risposta nelle mobilitazioni in Italia.

Il 30 agosto a Cagliari si svolgerà un’assemblea internazionale contro le esercitazioni militari e per lo sviluppo della campagna BDS in Sardegna. Partecipano via Skype dalla Palestina Omar Barghouti, cofondatore della campagna BDS, e una delle ragazze di Gaza che appaiono nelle foto.

E in appena una settimana sono oltre 11.000 le firme da tutta l’Italia sulla petizione lanciata dall’Associazione Amicizia Sardegna Palestina “NO alla presenza dell’esercito israeliano in Sardegna”. La petizione è indirizzata al Presidente della Regione Francesco Pigliaru e il consiglio regionale, il Ministro della Difesa Roberto Pinotti e il Presidente del Consigli Matteo Renzi.

Promotori: Associazione Amicizia Sardegna Palestina, BDS Sardegna Unione Democratica Arabo Palestinese

BDS Italia

 

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