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Homemalapolizia«Quello che non ci fanno dire su Davide»

«Quello che non ci fanno dire su Davide»

Parlano il fratello e lo zio del ragazzo ucciso a Napoli da un carabiniere. Dopo l’arresto di Equabile c’è chi punta sulla pista del latitante. La famiglia vuole i tabulati e le registrazioni di quella notte

di Checchino Antonini

fotostella

«Davide non ha mai avuto una moto. Lo scooter che è stato sequestrato è di colore grigio scuro ed è di proprietà di Salvatore Triunfo, uno dei ragazzi che si trovavano sul mezzo», dice alle agenzie Gianluca Muro, portavoce della famiglia di Davide Bifolco, il giovane ucciso da un carabiniere al termine di un inseguimento al Rione Traiano a Napoli, per sottolineare che Arturo Equabile, il latitante arrestato ieri «non poteva trovarsi su una moto di Davide visto che lui non aveva nessuno scooter».
Equabile, come noto, è stato catturato in un bar di Casoria, dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli, mentre era in compagnia di un amico che è stato denunciato per favoreggiamento. Era latitante dal febbraio scorso dopo essere evaso dai domiciliari dove era in attesa di essere giudicato per furto. Da allora si era reso irreperibile. Dovrà rispondere anche di resistenza a pubblico ufficiale per i fatti di Rione Traiano: per gli investigatori, infatti, si spalanca la pista della caccia al latitante perché, secondo l’Arma, c’era lui in sella allo scooter sul quale si trovava Davide, 17 anni ucciso da un carabiniere nella notte tra il 4 e il 5 settembre al termine di un inseguimento che ufficialmente doveva servire ad acciuffare Equabile che ora è a Poggioreale dove, nei prossimi giorni verrà ascoltato dai magistrati.
Secondo Muro «è possibile fare subito un riscontro visto che la moto è sequestrata. Si può accertare il particolare della proprietà ma anche il fatto che su quella moto, che Davide non guidava, il ragazzo non era con Equabile ma con un altro giovane. Basterebbe verificare le impronte digitali. E del resto lo stesso Equabile in interviste televisive ha detto che lui su quella moto non c’era». Lo stesso Muro spiega di aver telefonato al figlio, la notte della morte di Davide, chiedendogli di sollecitare Vincenzo Ambrosio a dichiarare di essere lui il terzo ragazzo che si trovava sulla moto.
I tabulati telefonici dei quattro protagonisti della vicenda, le impronte digitali sullo scooter, ma anche le registrazioni delle telefonate che quella notte del 5 settembre furono fatte al 118, al 112 e al 113 potrebbero chiarire la dinamica densa di punti poco chiari. Infatti, la difesa della famiglia di Davide Bifolco torna a farne richiesta dopo l’arresto di Arturo Equabile.
Alcuni degli approfondimenti richiesti dall’avvocato dei Bifolco, Fabio Anselmo, sarebbero già stati disposti dal procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso e dal sostituto Manuela Persico, che nei prossimi giorni interrogheranno Equabile come persona informata sui fatti.
E chiede, la famiglia, che, in base ai dettami della Corte europea per i diritti dell’uomo, le indagini vengano delegate a un’altra forza di polizia, per garantire assoluta imparzialità. Lo ha spiegato una delle legali di Acad, Stella Arena, in un’assemblea pubblica, ieri sera, a Villa Medusa, occupata perché non sia svenduta dal comune, sul lungomare dove Napoli e Pozzuoli si fondono. Ora l’associazione contro gli abusi in divisa pensa di organizzare un’assemblea cittadina per lanciare gli Acad point napoletani e una raccolta di fondi per pagare le perizie di un’indagine che si delinea tra le più difficili nell’ambito dei casi di malapolizia.
Non si placa la rabbia nel rione in cui è vissuto Davide, ancora ieri s’è svolto un ennesimo corteo spontaneo mentre la stampa mainstream insinua l’ipotesi di un’alleanza trasversale tra la camorra e gli antagonisti. In realtà i movimenti napoletani sono a viso aperto contro i poteri criminali mentre, come è evidente nella vicenda degli inceneritori, coincidono perfettamente gli interessi delle cosche e quelli degli editori di riferimento dei tre maggiori quotidiani diffusi in città. Di tutto ciò tornerremo a occuparci nei prossimi articoli.
Ora vi invitiamo a dedicare i prossimi minuti a questo video «e giudicate voi se i media hanno fatto un’informazione corretta su quanto accaduto. Veritá e giustizia per Davide Bifolco» si legge sul sito di Acad, che lo ha realizzato e diffuso. C’è dentro una parte delle cose che questi ragazzi hanno in gola da quella notte terribile.

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