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No esercitazioni militari israeliane in Sardegna. Ma solo per sei mesi

Israele non potrà addestrare i suoi piloti in Sardegna. Ma è una cancellazione momentanea, oppure persino apparente

di Marina Zenobio

Jet dell'aviazione israeliana prendono parte nel 2010 a una esercitazione militare in Sardegna
Jet dell’aviazione israeliana prendono parte nel 2010 a una esercitazione militare in Sardegna

L’aviazione israeliana è stata rimossa dalla lista delle forze armate che partecipano alle esercitazioni militari multinazionali in Sardegna. E’ quanto emerge dai documenti inviati dal Ministero della difesa al Comitato Misto Paritetico (CoMiPa) della Regione sulle servitù militari. Per la precisione si tratta di una rimozione momentanea, che riguarda la programmazione delle esercitazioni previste per il secondo semestre 2014, partite a settembre per terminare a dicembre. La notizia è stata pubblicata anche sul sito della Regione Sardegna.

Una buona notizia, ma sarebbe ingenuo vedere nell’esclusione di Israele un cambiamento di direzione del governo italiano, considerando i forti legami tra i due paesi.

La battaglia è ancora lunga perché, come dichiarano l’Associazione di Amicizia Sardegna Palestina e Bds Sardegna, “si tratta di una cancellazione momentanea oppure solo apparente e che l’esercito israeliano sia stato inserito tra gli eventuali ospiti della Nato o gli eventuali ospiti dell’Aeronautica militare israeliana”. Per questo, secondo le associazioni sarde, è fondamentale proseguire in una mobilitazione condivisa e coordinata che porti all’individuazione e all’applicazione di efficaci strategie di lotta.

Come ci informa Stephanie Westbrook su ElectronicIntifada.net, la campagna di Bds e di altre associazioni contro le esercitazioni militari in generale, e in particolare contro l’addestramento delle forse armate israeliane sull’isola, si era rafforzata l’estate scorsa, durante il micidiale attacco dell’esercito di Tel Aviv contro Gaza, che ha causato la morte di oltre 2000 palestinesi, migliaia di feriti e la distruzione di case e infrastrutture.

All’epoca, la possibilità di esercitazioni in territorio sardo di F-16 israeliani per evidenti missioni di bombardamento, insieme alla notizia della vendita a Israele di due caccia italiani – proprio all’inizio degli attacchi su Gaza -, hanno provocato indignazione in Italia e il lancio di diversi appelli contro la cooperazione bellica tra Roma e Tel Aviv. Una protesta che ha visto protagonisti anche gli stessi palestinesi: in molti ricorderanno le foto di gazawi, in piedi tra le macerie, con i cartelli che chiedevano agli italiani “non addestrate i piloti che ci bombardano”.

 

Fawzi Isamil, presidente dell’Associazione Sardegna-Palestina, considera la rimozione delle forze armate israeliane dalle esercitazione in territorio sardo è “una piccola vittoria. Ciò dimostra che la pressione dal basso può influenzare il processo decisionale del governo” aggiungendo che “L’opinione pubblica ha avuto voce in capitolo e, a quanto pare, il governo italiano e la Nato hanno ritenuto inopportuno avere Israele tra i partecipanti dopo gli attacchi su Gaza.” Ismail ha però anche invitato a non abbassare la guardia, a continuare nelle mobilitazioni, perché le forze armate italiane, tedesche e statunitensi continuano le loro esercitazioni durante le quali bombe, missili e colpi di artiglieria sono sparati sull’isola da carri armati, elicotteri, aerei da combattimento e navi da guerra.

Anche alcune aziende private sono coinvolte nelle esercitazioni in Sardegna, e non poteva mancare l’Alenia Aermacchi, del gruppo Finmeccanica, primo produttore di armi in Italia. In questo semestre di esercitazioni Alenia testerà il suo aereo di addestramento militare M-346.

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