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Expo. Si scrive volontariato, si legge sfruttamento

Volontariato e sfruttamento, concetti da non confondere. Per questo l’associazione Forum Diritti Lavoro ha presentato un esposto al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

Di Carlo Perigli

expo
Volontariato all’Expo? Illegale e scandaloso, questo il punto tenuto dall’associazione Forum Diritti Lavoro, che questa mattina ha tenuto una conferenza stampa per rendere pubblica l’avvenuta presentazione di un esposto alla Direzione Territoriale del Lavoro di Milano. Firmata da Giorgio Cremaschi e dall’avvocato Antonio Carbonelli, intervenuti anche a nome degli avvocati Antonio di Stasi e Carlo Guglielmi, assieme ai dirigenti sindacali USB, Opposizione Cgil e ADL, la denuncia chiede un intervento tempestivo degli Ispettori del Lavoro, di fronte alla “clamorosa violazione della legge rappresentata dai protocolli sottoscritti dalle parti e le istituzioni che organizzano Expo con CGIL CISL UIL”.

In particolare si fa riferimento ai circa 18.500 volontari che, stando al Protocollo d’intesa firmato il 27 marzo 2013 da Expo 2015 S.p.a., Cgil Milano, Cisl Milano Metropoli, Uil Milano Metropoli e Lombardia, FilCams Cgil Milano, Fisascat Cisl Milano Metropoli, UILTucs Milano e Lombardia, verranno reclutati con il programma “Volontari per Expo Milano 2015“. Per tali volontari è previsto un impegno di “14 o 15 giorni per 5 ore e 30 minuti al giorno”, in cambio del quale riceveranno il Volunteer Kit – sostanzialmente cappellino, divisa, ecc. – che potrà “addirittura” essere tenuto alla fine dell’impegno di lavoro, un pasto giornaliero, la copertura assicurativa, il rimborso spese per i trasporti urbani ed extraurbani, l’alloggio (con limitazioni) e, in base a quanto riportato sul sito ufficiale dell’Expo, “se completi il tuo primo periodo di servizio fino alla fine ti regaliamo un tablet”.

“Il lavoro gratuito è fuorilegge in Expo – hanno dichiarato i rappresentanti del Forum durante la conferenza – per la semplice ragione che non rientra nelle fattispecie di volontariato previste e autorizzate dalla legge 266 del 1991 e confermate da importanti sentenze della magistratura”. Expo, difatti, “non è un’organizzazione no profit e i volontari non agiscono per ragioni di solidarietà sociale. Essi dovrebbero essere lavoratori retribuiti a tutti gli effetti, compresi quelli previdenziali e non basta un accordo per violare la legge”.

“É scandaloso che in un affare dove i profitti sono tanti e anche illegali, gli unici gratis siano i lavoratori che concretamente faranno funzionare la Fiera”. Per questo, Cremaschi e l’avvocato Carbonelli hanno chiesto “un intervento tempestivo della pubblica autorità per imporre il rapporto di lavoro retribuito per i 18.500 volontari previsti e che anche siano applicate le sanzioni di legge, con riflessi retributivi e contributivi, che possono ammontare fino ad un valore complessivo di un milione e trecentomila euro”. Un percorso lungo e tortuoso, che tuttavia i promotori del Forum Diritti Lavoro sono determinati a portare fino in fondo. “Questa è solo una prima iniziativa, altre legali e sindacali seguiranno, perchè non intendiamo lasciare nulla di intentato per combattere questa piaga del lavoro gratis, di cui Expo rappresenta il precedente più grave ed importante. Crediamo anche – hanno proseguito – che dovrà esserci particolare attenzione per le società di volontariato che si apprestano a questa scandalosa operazione di sfruttamento del lavoro. Occorre fare luce sulle tante, troppe, ambiguità e sui veri affari che sono coperti dalla voce terzo settore”.

A conclusione della conferenza stampa, le organizzazioni promotrici del Forum Diritti Lavoro hanno annunciato la loro convinta partecipazione  al MayDay NoExpo, previsto a Milano per il 1 maggio.

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