1.9 C
Rome
domenica, Dicembre 8, 2024
1.9 C
Rome
domenica, Dicembre 8, 2024
Homepadrini & padroniAirFrance, ecco chi è il mega presidente che vuole licenziare 2900 persone

AirFrance, ecco chi è il mega presidente che vuole licenziare 2900 persone

54mila euro al mese, amico di Sarkozy e Lagarde. Alexandre Marie Henry Begoügne de Juniac ha già licenziato 5212 dipendenti di AirFrance. Ecco perché gl’hanno strappato le vesti di dosso

di Eugenia Foddai

XVMa08dc6a4-6b50-11e5-8797-3db51a7a860d-805x453

Il primo ministro francese Manuel Valls, appena sceso dall’aereo proveniente dal Giappone si è precipitato verso le telecamere per condannare fermamente e senza ambiguità le violenze perpetrate da alcuni lavoratori ai danni dei dirigenti della compagnia Air France-KLM. Nessuna violenza è ammessa, ha detto con sguardo truce, nella nostra società!

Ma per capire la violenza dei manifestanti che lunedì 5 ottobre 2015 gridavano la loro collera contro il PDG ( Presidente Direttore Generale) di Air France-KLM Alexandre de Juniac, strattonandolo insieme al suo direttore delle risorse umane Xavier Boseta, e facendo a brandelli le loro camicie, dobbiamo prima di tutto chiederci: chi è costui?

Ebbene Alexandre de Juniac, il cui vero nome è Alexandre Marie Henry Begoügne de Juniac, è nato nel 1962 con il cucchiaio d’argento in bocca e la camiciola di seta, figlio di un ambasciatore, proviene da una famiglia che vanta nobiltà secolari. Il suo posto al vertice della compagnia aerea lo deve a Nicolas Sarkozy di cui fu anche portavoce, fu inoltre direttore di gabinetto di Christine Lagarde al ministero dell’economia, quella Christine Lagarde che ora è direttore del FMI. Sue notizie su Popoff.

Alexandre de Juniac ha preso funzione come PDG di Air France-KLM il 1 giugno 2013, anche se ne era già direttore generale dal 2011. Dicono di lui che abbia dato prova di moderatezza salariale essendo “solo” al 102° posto fra i padroni meglio pagati di Francia.Nel 2014 il suo stipendio è stato di 645.000 euro: 53.750 euro al mese.

E’ conosciuto per le sue maniere forti. Considera suo nemico personale tutto ciò che ha a che fare con il “sociale”. Nel dicembre 2014, senza vergogna alcuna, in un incontro fra padroni se la prende con le 35 ore, con l’età della pensione e mette persino in discussione il divieto di lavoro per l’infanzia. C’è un video che gira in rete nel quale queste sue esternazioni, senza complessi, sono state immortalate. Nello stesso video racconta di quando il suo omologo di Qatar Airways gli spiega che chi sciopera nel suo paese viene messo in prigione e dunque ciò che succede in Francia da loro è impossibile. Naturalmente la storiella strappa entusiastici applausi dell’uditorio composto da padroni che sognano di trattare i lavoratori come gli schiavi del Qatar. Questo video è stato visto da molti impiegati di Air France ed è anche per questo che i rapporti delle organizzazioni sindacali col PDG di Air France-KLM sono sempre molto tesi. A forza di provocazioni Alexandre de Juniac si è alienato l’insieme dei salariati e il sindacato maggioritario dei piloti di Air France SNPL che in settembre lo hanno ringraziato con il più grande sciopero della compagnia aerea le cui perdite sono state stimate a 500 milioni di euro. Per questi motivi il clima sindacale in Air France-KLM è dei più tesi. Non sono solo i lavoratori ad avere problemi relazionali con il PDG ma persino il gruppo dirigente che è stato costretto a cambiare modo e luogo di lavoro, lasciando confortevoli uffici per trovarsi in un Open Space nel mezzo del quale campeggia un cubo di vetro dentro il quale lavora Alexandre de Juniac e soprattutto da cui li sorveglia quando lavorano! Una polemica che è costata all’impresa 23 milioni di euro, 5 dei quali per la sistemazione della sede a Roissy e 18 per la sua trasformazione in Open Space gigante.

Se c’è una cosa di cui si può vantare dunque Alexandre de Juniac è quella di aver riunito tutti i sindacati e tutti i lavoratori che all’unanimità chiedono la sua partenza dalla testa di Air France. Da quando è arrivato nel 2011 come direttore generale ha licenziato nell’arco di due anni 5212 dipendenti, appena nominato PDG persiste e firma per altri 2900 licenziamenti con il piano Perform 2020 che prevede l’eliminazione di 5 rotte di lungo raggio, e per il 2017 un ulteriore taglio di 35 frequenze settimanali di lungo raggio. Ad ogni nuova nomina o conferma Alexandre de Juniac fa corrispondere un nuovo piano “sociale”.

La difesa del PDG da parte del Presidente della Repubblica e del Primo ministro, entrambi socialisti – fino a quando non cambieranno il loro nome in “democratici” – potrebbe essere un frutto avvelenato: la resa dei conti, dicono i meglio informati, arriverà presto con il fallimento sostanziale del suo piano di rilancio della compagnia aerea, fallimento che gli verrà completamente addossato.

A noi questo però non interessa, quello che ci preme è la scandalosa posizione dello stato francese che forte del suo 15, 7% di capitale in Air France-KLM appoggia i licenziamenti come unica soluzione alla crisi del settore.

Perciò quando i manifestanti riescono ad entrare nell’immobile raggiungendo la sala della riunione del comitato centrale dell’impresa dove si stanno decidendo le loro sorti l’esasperazione e la frustrazione è di lunga data e i soggetti colpevoli del loro malessere sono ben individuati: hanno nomi e cognomi e finalmente anche un corpo. Il risultato dell’impatto è fatale, si chiama “lotta di classe”.

Una volta tanto lotta vera!

XVM97ebb29e-6b4c-11e5-8797-3db51a7a860d-805x453

3 COMMENTS

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Ultimi articoli

Dietro le quinte della rivoluzione spagnola

Diego Giachetti recensisce Morte dell’anarchico Durruti di Paolo Bertetto (Derive Approdi)

Licia Pinelli: un’assenza, una presenza

Poi, non l'ho più sentita. Sai come vanno queste cose, si rimanda sempre... E così arriva il primo 15 dicembre senza di lei [Francesco "baro" Barilli]

Camminare, vedere, raccontare

I viaggi "in bianco e nero" di Ivo Saglietti, fotoreporter, nella mostra in corso al Palazzo Grillo di Genova

Victor Serge, la memoria della rivoluzione

Leggere Serge è fondamentale sul piano storico, politico e umano [Maurizio Acerbo]

Lo squadrismo dei tifosi israeliani e il pogrom immaginario

Violenza ad Amsterdam: i fatti dietro le mistificazioni e le manipolazioni politiche e mediatiche [Gwenaelle Lenoir]