Un piano B per l’Europa, appello per una conferenza europea il 23 e 24 gennaio a Parigi e il 19, 20 e 21 febbraio a Madrid. Tra i firmatari Varoufakis, Ada Colau, Chomsky, Ken Loach
Gabriela Amaya/Pressenza
- Si tratta di un “Appello contro la austerità e per un’Europa democratica”
- Centinaia di attivisti, politici e intellettuali lanciano un appello per partecipare una conferenza europea il 23 e 24 gennaio a Parigi e il 19, 20 e 21 febbraio a Madrid.
- Tra i firmatari Yanis Varoufakis, Ada Colau, Noam Chomsky, Teresa Rodríguez, Ken Loach, Eric Toussaint, Miguel Urbán, Marina Albiol e Lola Sánchez.
“La società si è messa a lavorare per un cambiamento radicale delle politiche dell’Unione Europea. Esistono già molte proposte contro l’austerità”, recita l’appello.
Centinaia di attivisti, politici e intellettuali firmano l’appello “Piano B, contro l’austerità, per un’Europa democratica” e convocano una conferenza europea il 19, 20 e 21 febbraio a Madrid.
Tra i firmatari si trovano il sindaco di Barcellona Ada Colau e quello di Cadice José María González, l’ex Ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis e l’ex Presidente del Parlamento greco Zoe Konstantopoulou, il filosofo Noam Chomsky, gli eurodeputati di Podemos e Izquierda Unida Lola Sánchez, Miguel Urbán, Marina Albiol e Javier Couso, il famoso regista Ken Loach, il portavoce del Comitato per l’Abolizione del Debito del Terzo Mondo (CADTM) Eric Toussaint, Yayo Herrero di Ecologistas en Acción e i docenti di economia Juan Torres e Costas Lapavitsas.
“L’attuale UE è governata de facto da una tecnocrazia al servizio degli interessi di una minoranza piccola ma potente di poteri economici e finanziari”, denuncia l’appello, pubblicato in diverse lingue nel sitohttp://planbeuropa.es.
“Per questi motivi vogliamo generare uno spazio di confluenza tra tutte le persone, i movimenti e le organizzazioni che si oppongono al modello attuale dell’Unione Europea e arrivare a un’agenda comune con obiettivi, progetti e azioni, con il fine ultimo di rompere con il regime di austerità dell’Unione Europea e democratizzare radicalmente le Istituzioni Europee, mettendole al servizio dei cittadini” termina l’appello.
Le reti sociali si sono unite subito alla diffusione di questo Piano B, con hastag come #WeNeedAPlanB o @PlanB_Europa, mentre gruppi e individui continuano a firmare e diffondere l’appello.
Riportiamo qui di seguito il testo completo dell’appello.
Appello “Un Piano B per l’Europa”
Per costruire uno spazio di convergenza europea contro l’austerità e per la costruzione di una democrazia autentica
Nel luglio 2015 abbiamo assistito a un colpo di Stato finanziario organizzato dall’Unione europea e dalle sue istituzioni contro il governo greco, che ha condannato il popolo greco a continuare a sopportare la politica d’austerità che già in due occasioni aveva respinto nelle urne. Questo golpe ha ulteriormente stimolato il dibattito circa il potere delle istituzioni dell’Unione europea, la sua incompatibilità con la democrazia e il suo ruolo di garante dei diritti fondamentali degli europei.
Sappiamo che vi sono alternative all’austerità. Iniziative come Per un piano B in Europa, Austerexit o DiEM25 (Democracy in Europe Movement 2025) denunciano il ricatto del terzo memorandum d’intesa imposto alla Grecia, il fallimento economico cui andrà incontro e il carattere antidemocratico della UE. Riconosciuto, quest’ultimo, dallo stesso presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, quando ha detto: «Non possono esservi decisioni democratiche contro i trattati europei».
Siamo egualmente spettatori della risposta non solidaristica (e a volte addirittura xenofoba) delle istituzioni europee e degli Stati membri all’arrivo dei rifugiati provenienti dal Medio Oriente e dall’Africa e al dramma umano che ne deriva. E sottolineiamo l’ipocrisia del discorso sui diritti umani della UE, che in modo indiretto, con la vendita delle armi o politiche commerciali, è una protagonista chiave nei conflitti che hanno provocato le recenti crisi umanitarie.
La politica nei confronti della crisi della UE, iniziata otto anni fa e fondata sull’austerità, privatizza i beni comuni e distrugge i diritti sociali e sindacali invece di affrontare le cause iniziali della crisi stessa: la deregolarizzazione del sistema finanziario, il controllo corporativo delle istituzioni della UE attraverso le grandi lobby e il sistema delle “porte girevoli”, attraverso cui esponenti politici che hanno rivestito importanti incarichi nelle istituzioni passano al servizio dei privati. La UE promuove false soluzioni negoziando, con grande opacità e senza quasi alcun controllo democratico, trattati commerciali e di investimento come il TTIP, il Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti, il CETA, il Comprehensive Economic and Trade Agreemen, o il TiSA, il Trade in Services Agreement, che eliminano ciò che considerano ostacoli al commercio: i diritti e le norme che proteggono i cittadini, i lavoratori o l’ambiente. È il colpo di grazia alle nostre democrazie e allo Stato di diritto, grazie soprattutto ai meccanismi che proteggono gli investitori.
La UE attuale è governata de facto da una tecnocrazia al servizio degli interessi di una piccola, ma potente, minoranza di poteri economici e finanziari. Tutto ciò ha portato al riemergere dell’estrema destra e di atteggiamenti xenofobi e nazionalistici in molti Paesi europei. Sta a noi democratici reagire a questa minaccia e impedire che i fascismi strumentalizzino a proprio profitto il dolore e il malcontento dei cittadini, che, nonostante tutto, hanno dato prova di essere solidali in occasione della tragedia umanitaria che ha colpito centinaia di migliaia di rifugiati.
La società ha già cominciato a lavorare per un cambiamento radicale della politica della UE. Mobilitazioni sociali come Blockupy, la campagna “NO al TTIP”, l’Alter Summit, lo sciopero generale europeo del 2012, le Euromarce o l’ingente lavoro svolto da numerose piattaforme civiche e ONG, hanno permesso di accumulare un prezioso capitale umano, intellettuale e ideologico per la difesa dei diritti umani, il rispetto della Terra e della dignità delle persone, al di là degli interessi politici ed economici. Tuttavia, crediamo che sia necessario arrivare a gradi maggiori di coordinamento e di cooperazione per una mobilitazione a livello europeo.
Vi sono molte proposte per farla finita con l’austerità: una politica fiscale giusta e la chiusura dei paradisi fiscali, sistemi di interscambio complementari, la rimunicipalizzazione dei servizi pubblici, la suddivisione egualitaria del lavoro, la scelta di un modello produttivo basato sulle energie rinnovabili e la riforma o l’abolizione del patto fiscale europeo, il Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance nell’unione economica e monetaria.
L’esempio della Grecia ci ha insegnato che per affrontare la congiuntura attuale dobbiamo unire le forze disponibili in tutti gli Stati membri a ogni livello: politico, intellettuale e della società civile. La nostra è una concezione solidale e internazionalista.
Per tutti questi motivi, vogliamo dar vita a uno spazio nel quale ogni persona, movimento e organizzazione che si oppone all’attuale modello di Unione europea possa confluire per concordare un’agenda comune di obiettivi, progetti e azioni, con lo scopo finale di farla finita con il regime di austerità della UE e di democratizzare radicalmente le istituzioni europee, ponendole al servizio dei cittadini.
Pertanto proponiamo di realizzare una conferenza europea nei giorni 19, 20 e 21 febbraio a Madrid, invitando tutti a participare ai dibattiti, ai gruppi di lavoro e alle relazioni che lì si svolgeranno.
Primi firmatari
Lola Sánchez, eurodeputata, Podemos | Miguel Urbán, eurodeputato, Podemos | Marina Albiol, eurodeputata, Izquierda Plural | Javier Couso, eurodeputato, Izquierda Plural |Susan George, presidentessa del Transnational Institute | Yanis Varoufakis, economista, ex ministro delle Finanze greco | Ada Colau, sindaca di Barcellona | Eric Toussaint, portavoce del Comitato per l’annullamento del debito del Terzo Mondo (CADTM) | Zoe Konstantopoulou, avvocatessa, ex presidentessa del Parlamento greco | Catherine Samary, economista altermondialista, Francia | Ken Loach, regista, Regno Unito | Mariana Mortagua, deputata al Parlamento portoghese, Bloco de Esquerda | Noam Chomsky, linguista, filosofo e attivista, Stati Uniti
per adesioni planbeuropa.es/llamamiento/
L’appello ha già registrato oltre 10.000 adesioni. Ne forniamo alcune fra le più significative, cominciando dalla Spagna, dove ovviamente sono per ora le più numerose.
SPAGNA
Quim Arrufat, deputato al Parlament de Catalunya, Candidatura d’Unitat Popular | Xabier Benito, eurodeputato, Podemos | Raúl Camargo, deputato alla Asamblea de Madrid, Podemos | Sonia Farré, Plataforma Auditoría Ciudadana de la Deuda (PACD), En Comú Podem | Alexandra Fernandez, deputata al Congreso, En Marea | David Fernández deputato al Parlament de Catalunya, Candidatura d’Unitat Popular | Marga Ferré, Izquierda Unida | Anna Gabriel, deputata al Parlament de Catalunya, Candidatura d’Unitat Popular | Montserrat Galcerán, professoressa emerita di filosofia, consigliera comunale, Ahora Madrid | Manolo Garí, Anticapitalistas | Jose María González («Kichi»), sindaco di Cadice | Yayo Herrero, Ecologistas en Acción | Fernando Luengo, professore di economia applicata della Università Complutense di Madrid e membro del Consejo Ciudadano Autonómico di Madrid di Podemos | Florent Marcellesi, portavoce di Equo nel Parlamento europeo, Gruppo dei Verdi | Mónica Oltra, vicepresidentessa della Generalitat Valenciana, Compromís | Jaime Pastor, politologo e direttore della rivista «Viento Sur» | Teresa Rodriguez, segretaria generale di Podemos, deputata al Parlamento de Andalucía | Carmen San José, deputata alla Asamblea de Madrid, Podemos | Sol Sanchez, deputata al Congreso, Izquierda Unida-Unidad Popular | Jordi Sebastiá, eurodeputato, Compromís, Gruppo dei Verdi | Lídia Senra Rodríguez, eurodeputata, Alternativa Galega de Esquerda | Isabel Serra, deputata alla Asamblea de Madrid, Podemos | Beatriz Talegon, avvocatessa, ex segretaria generale dell’Unione Internazionale dei giovani socialisti | Josep María Terricabras, eurodeputato, Gruppo dei Verdi | Ernest Urtasun, eurodeputato, Iniciativa per Catalunya Verts, Gruppo dei Verdi
ITALIA
Gippò Mukendi, responsabile internazionale Sinistra Anticapitalista | Franco Turigliatto, ex senatore | Andrea Martini, responsabile del sito anticapitalista.org | Antonio Moscato, storico | Cristiano Dan, redattore, Fabrizio Burattini, comitato direttivo Cgil
PORTOGALLO
João Camargo, Precários Inflexíveis | Luís Fazenda, Bloco de Esquerda | Francisco Louçã, Bloco de Esquerda | Joana Mortagua, economista, deputata al Parlamento, Bloco de Esquerda | Alda Sousa, ex eurodeputata, Bloco de Esquerda
FRANCIA
Olivier Besancenot, ex candidato alle elezioni presidenziali del Nouveau parti anticapitaliste | Michael Löwy, Reseau Ecosocialiste International | Myriam Martin, portavoce di Ensemble, deputata regionale | Christine Poupin, portavoce del Nouveau parti anticapitaliste | Patrick Saurin, portavoce del sindacato Sud della banca BPCE, membro del Comitato della verità sul debito greco
BELGIO
Pauline Forges, insegnante, delegata sindacale, Ligue communiste révolutionnaire-Socialistische Arbeiderspartij (LCR-SAP)| Gilbert Lieben, segretario generale della Centrale générale des Services publics (CGSP) vallone | Christine Pagnoulle, presidentessa di ATTAC Liegi | Daniel Piron, ex segretario interprofessionale della Féderation générale du travail de Belgique (FGTB)-Charleroi-Sud Hainaut | Daniel Tanuro, Ecosocialist Network
LUSSEMBURGO
David Wagner, deputato, déi Lénk [La Sinistra]
PAESI BASSI
Myriam Vander Stichele, TNI/SOMO
REGNO UNITO
Tariq Ali, «New Left Review» | Gilbert Achcar, professore alla School of Oriental and African Studies (SOAS), Università di Londra | Penelope Duggan, direttrice di «International Viewpoint» | Stathis Kouvelakis, professore al Kings College, Londra | Costas Lapavitsas, professore di economia alla SOAS, Università di Londra | James Petras, professore emerito, Binghamton University |
IRLANDA
Paul Murphy, Irish Socialist Party e Anti-Austerity Alliance, Dublino
GERMANIA
Hugo Braun, Attac Germania | Fabio di Masi, europarlamentare, Die Linke | Andrej Hunko, deputato al Bundestag, Die Linke
AUSTRIA
Alexandra Strickner, presidentessa di Attac
SVIZZERA
Pierre Vanek, deputato, Solidarités
DANIMARCA
Soren Sondergaard, deputato, Enhedslisten-De Rød-Grønne [Lista unita-Alleanza rosso-verde]
FINLANDIA
Miguel López, Suomen kommunistinen puolue (SKP) [Partito comunista di Finlandia] | Heikki Patomäki, professore all’Università di Helsinki, della direzione del Vasemmistoliitto / Vänsterförbundet [Alleanza di sinistra]
POLONIA
Stefan Zgliczynski, direttore dell’edizione polacca di «Le Monde Diplomatique» | Zbigniew Marcin Kowalewski, ricercatore
SLOVENIA
Luka Mesec, Leader del gruppo parlamentare della Zdruzena Levica [Sinistra unita]
SERBIA
Rastko Mocnik, sociologo, Lubiana, Belgrado
GRECIA
Nikolaos Chountis, eurodeputato, Laïkí Enótita [Unità popolare] | Maria Bolari, ex deputata di Syriza, Red Network | Ioanna Gaitani, ex deputata di Syriza, Red Network | Christina Laskaridis, Comitato della verità sul debito greco | Moisis Litsis, giornalista, Comitato greco contro il debito, CADTM | Antonis Ntavanelos, DEA [Sinistra operaia internazionalista], della direzione di Laïkí Enótita | Sofia Sakorafa, eurodeputata
CIPRO
Stavros Tombazos, professore d’economia politica, Università di Cipro
STATI UNITI
Michael Hudson, Institute for the Study of Long-Term Economic-Trends (ISLET)
BRASILE
Maria Lucia Fatorelli, coordinatrice nazionale del Auditoria Cidadã da Dívida [Revisione civica del debito]