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Roma: protesta contro Macri. Libertà per Milagro Sala

L’escrache, la tipica protesta degli argentini, a Roma contro il nuovo presidente Macri in visita nella Capitale e per la liberazione di Milagro Sala, donna, indigena e militante

Roma: protesta contro il Presidente argentino Macri(Foto di Dario Lo Scalzo)

Nella serata del 26 febbraio un gruppo di una trentina di argentini ha dato vita a una protesta davanti l’entrata dell’Hotel de Russie dove alloggia in queste giornate il neo Presidente argentino Mauricio Macri. Una mobilitazione pacifica e chiassosa senza preavvisi che ha colto di sorpresa non solo le forze dell’ordine ma anche un nutrito numero di turisti e di passanti che si trovavano nei pressi di Piazza del Popolo e che hanno così potuto apprendere delle rivendicazioni dei manifestanti, probabilmente ignote ai più.

Il sito Pressenza spiega che è stata una tipica protesta in formato sudamericano, il cosiddetto escrache, che ha finito col divenire l’aperitivo andato di traverso al Presidente che si preparava a una tranquilla cena alla vigilia dell’importante incontro, chiesto da mesi dal Capo di Stato, con Papa Francesco.

Tamburi, danze, cori, passione, cuore e megafoni hanno innalzato verso le finestre serrate dell’Hotel de Russie il grido di libertà, in spagnolo e in italiano, per Milagro Sala, leader sociale di grande spessore, arrestata il 16 gennaio 2016 senza una reale colpa nè una credibile accusa ma esclusivamente per motivi politici.

Il caso di Milagro Sala è solamente l’atto più eclatante di una politica, quella condotta sin dai  primissimi mesi dal Presidente Macri, che i manifestanti reputano di vera repressione sociale, di emarginazione e reclusione della popolazione e di favoreggiamento di un liberismo affarista.

Pressenza che da mesi segue la vicenda di Milagro Sala e che il 25 febbraio scorso ha inviato una lettera-appello a Papa Francesco è stata tra i pochissimi organi di stampa presenti alla protesta.

Ecco il video di Dario Lo Scalzo.

Come scrive David Lifodi su Peacelink, «l’arresto e la detenzione di Milagro Sala rappresentano subito il volto più duro del macrismo. Leader dell’associazione Tupac Amaru, una delle organizzazioni sociali più attive nella provincia di Jujuy, nel nord dell’Argentina, la donna si trova in carcere con la surreale accusa di “istigazione al delitto”. La sua colpa è quella di aver occupato la piazza di fronte al palazzo del governatore provinciale Gerardo Morales, assieme ai movimenti sociali, per protestare contro il licenziamento dei lavoratori delle cooperative associate alla Tupac Amaru».

Morales ha conquistato la provincia di Jujuy grazie ai soldi dell’ottuagenario Carlos Pedro Blaquier, vecchio amico dei militari fascisti, uno degli uomini più ricchi del paese, costruttore di imbarcazioni, yacht e aerei, oltre ad essere collezionista di opere d’arte e proprietario del redditizio zuccherificio Ledesma. Blaquier è responsabile di aver facilitato il trasferimento di almeno 400 lavoratori dello zuccherificio direttamente ai centri di detenzione clandestini durante la cosiddetta noche del apagón. Blaquier ha foraggiato anche Macri. Entrambi odiano una come Milagro Sala donna, indigena e militante. La deputata del ParlaSur è divenuta uno dei simboli della protesta sociale per questo il nuovo inquilino della Casa Rosada intende metterla a tacere e farla finita una volta per tutte con le conquiste sociali raggiunte dal kirchnerismo.

milagro sala
milagro sala

Non a caso la Tupac Amaru, sorta a seguito del default economico del 2001 e con una forte componente indigena, ha collaborato con Néstor e Cristina Kirchner ricevendo sussidi dal governo per costruire ospedali, scuole, quartieri e dato vita a centinaia di cooperative. Adesso, proprio a causa delle politiche economiche di Macri e, a cascata di Gerardo Morales, 66mila cooperativistas rischiano di rimanere senza lavoro: per questo motivo Milagro Sala aveva partecipato all’acampada di fronte al palazzo di governo di Morales. L’acampada si è ripetuta anche nella storica Plaza de Mayo della capitale Buenos Aires, ma, soprattutto a Jujuy, si sono viste circolare auto della polizia senza targa e poliziotti in borghese, come ai tempi del regime militare. Tutto ciò fa il paio con le minacce contro le Madres de la Plaza de Mayo a seguito della vittoria di Macri.

La presidentessa di Tupac Amaru è stata arrestata lo scorso 16 gennaio, ma l’occupazione della piazza a Jujuy andava avanti già da alcune settimane. Da anni, la destra argentina accusa la donna e l’associazione che presiede di aver speculato e di aver tratto vantaggi personali dai fondi concessi dal kirchnerismo per opere sociali.

Milagro Sala, per il momento, resta comunque in prigione e rischia una condanna fino a sei anni di carcere por supuesto tumulto e instigación a cometer delitos.

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