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Migliaia a Pontida, è l’Orgoglio migrante e antirazzista

Antirazzisti e terroni a Pontida per una festa nel luogo simbolo del razzismo di Salvini e della Lega. Migliaia di persone sfidano il coprifuoco imposto dal sindaco

di Giulio AF Buratti

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E’ la giornata del Festival dell’Orgoglio Antirazzista e Migrante a Pontida. È blindata Pontida, la cittadina della bergamasca dove ogni anno la Lega Nord tiene il suo appuntamento più importante, in vista del festival dell’ orgoglio antirazzista, migrante e meridionale. Con una ordinanza di inizio mese il sindaco ha chiuso alcune vie del centro, il cimitero, tutti i negozi, le scuole e gli uffici comunali. Scettici alcuni degli abitanti. «Speriamo ci sia buona musica. Chiudere tutto mi è sembrato esagerato – hanno raccontato all’Ansa due trentenni del posto – hanno chiuso anche la discarica che è aperta solo tre giorni la settimana». Moltissimi gli agenti delle forze dell’ordine (alcuni arrivati anche da Milano). La gente inizia ordinatamente ad arrivare al prato dove si svolge la manifestazione, che è dal lato opposto della città rispetto a quello dove si tiene la manifestazione leghista, e dove oggi alcuni esponenti del Carroccio hanno voluto testimoniare la loro presenza, fra questi l’ex ministro della Giustizia, il mai rimpianto Roberto Castelli.

Le cronache registrano una sorta di guerra di scritte. Prima la scritta ‘Padroni a casa nostra’ tolta dal pratone della Lega Nord dagli esponenti locali del carroccio in via prudenziale, poi l’apparizione di quella con scritto ‘Salvini duce’ e una stella rossa accanto (comunque anche questa già cancellata). Solo da Milano in cinquecento sono arrivati col primo treno, molti i migranti che partecipano al torneo di calcio, circa 200 con i pullman da Napoli, partenze anche da Parma, Padova, Vicenza, Trento, Treviso, Belluno, Venezia, Civitavecchia Marche, Siena, Macerata, Benevento, Fabriano e Jesi, Rovereto e Ancona. Anche per questo si inizia a pensare alla possibilità di fare un bis il prossimo anno. C’è però chi è anche arrivato da solo, come Antonio, operaio di Nola che da vent’anni vive a Varese ed oggi è arrivato con moglie e figlia piccola per dire che «l’emigrato è un incremento del Pil della Regione in cui vive. Noi arricchiamo il Nord e non avremmo mai abbandonato la nostra terra se avessimo avuto un lavoro». Giunti in stazione hanno fatto tutta la strada fino al prato delle ferrovie dove si svolge la manifestazione sfilando e scandendo cori e slogan.

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«Siamo a Pontida per dissacrare perché non possono esistere luoghi sacri del razzismo», dice Egidio Giordano di Insurgencia. «Ci sembra già riuscita prima di iniziare», continua constatando il successo della vendita delle magliette – con scritte del tipo ‘Terroni a Pontidà e ‘Odio la Legà – a 10 euro.  Ci sarà De Magistris, sindaco di Napoli («Saremo in due manifestazioni importanti per la lotta per i diritti e per i beni comuni: a Pontida e Melendugno e nel Salento per sostenere la lotta No Tap) e anche Acerbo e Ferrero, segretario del Prc e vicesegretario del Partito della Sinistra Europea: «Saremo a Pontida a ribadire che la Lega è un Partito razzista che – come i nazisti negli anni ’20 – usa la paura per costruire consenso. Come abbiamo fatto notare più volte, sono sempre più evidenti i parallelismi tra le parole e i concetti che usano Salvini e la Lega e quelli usati dai nazisti per prendere il potere. A pochi giorni dal 25 aprile, andiamo nel luogo simbolo di Pontida per dire no ad ogni forma di xenofobia, razzismo e discriminazione, in nome della Costituzione e delle migliaia di partigiani morti per la libertà e la giustizia».

Un concerto musicale dei “Terroni uniti”, un torneo di calcio con trenta squadre provenienti da tutta Italia, è questo il programma della Giornata dell’Orgoglio migrante e antirazzista del 22 aprile a Pontida. «Non sarà un’invasione – spiegano i promotori – ma una mobilitazione pacifica e ordinata. Pontida è casa di tutti, come Napoli è casa di tutti». Se Salvini è voluto scendere, senza legittimità, nel capoluogo campano, i movimenti confluiranno proprio nel luogo simbolo delle feste della Lega Nord. Sono annunciate tremila presenze con quattro autobus da Napoli e migliaia di persone da Calabria, Sicilia, Puglia, Marche, Lazio, Emilia Romagna, Toscana, Veneto, Piemonte, Trentino, Lombardia, Friuli. E moltissimi “terroni” che vivono al nord. Se il concerto potrebbe diventare itinerante per le vie di Pontida, il torneo di calcio dovrebbe svolgersi invece nel campo dove era stato organizzato: «Lo abbiamo affittato – spiega Pietro Spaccaforno, esponente dei movimenti antirazzisti – per giocare la ‘No borders cup’ il torneo di calcio tra squadre di immigrati, ragazzi che vengono dai centri di accoglienza e antirazzisti da tutta Italia. Da Napoli è partita la AfroNapoli United per disputare il torneo».

«Saremo ancora di più, ancora di più orgogliosamente terroni e antirazzisti» così su Facebook hanno sottolineato gli organizzatori della manifestazione dopo l’arrivo delle autorizzazioni per l’uso del pratone delle Ferrovie dello Stato. «La nostra libertà – hanno sottolineato in una nota – è stata più forte dei capricci della Lega». «Gli artisti, i musicisti, gli scrittori coinvolti hanno prodotto tantissimi appelli pubblici per chiedere una cosa semplice e fondamentale – hanno aggiunto – non censurare un evento senza precedenti, un evento gratuito e pubblico, che ha coinvolto decine e decine di artisti, narratori, scrittori, musicisti, cantanti, realtà di base. La nostra festa dimostrerà che la cultura e il lavoro di tantissime realtà di base è più forte dei pregiudizi, degli stereotipi e dei ricatti. È un momento importante che unisce Sud e Nord, cittadini e migranti, artisti di ogni parte del paese per dire no alle frontiere, alla marginalità, alla guerra».

Ecco chi saranno i musicisti che si esibiranno a Pontida: Eugenio Bennato, Tonino Carotone, 99 Posse, Ciccio Merolla, Valerio Jovine, Tommaso Primo, Oyoshe, Aldola Chivalà, Andrea Tartaglia, Pepp Oh, ‘O Rom, Joe Petrosino, Assurd, M’barka Ben Taleb, Djarah Akan, The Wet Dogs, Caravan Orkestar, Cornoltis, Junior Sprea Signor K, Daniele Sepe , Massimo De Vita, Kento +Mad Simon, Tommi (Pornoriviste).

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Ma intanto, una delibera ufficiale del Comune di Pontida ha imposto, per il 22 aprile, una vera e propria serrata alla città: chiusura delle scuole, dei negozi, degli uffici, del traffico. Un coprifuoco in piena regola per limitare i danni del “vandalismo” che dovrebbero arrivare insieme al Festival Antirazzista. «La situazione costituisce motivo di grave pregiudizio per l’incolumità pubblica e per la sicurezza urbana in genere, in quanto favorisce l’insorgere potenziale di episodi criminosi, quali fenomeni di insicurezza urbana, di vandalismo e di turbativa della quiete pubblica» si legge nello scandaloso testo dell’ordinanza. E Salvini rincara la dose: «Coi centri sociali non sempre fila tutto liscio».

«È davvero curioso, quanto estremamente fastidioso – hanno replicato i promotori – il modo in cui la giunta leghista del Sindaco Carozzi interpreta la propria funzione istituzionale, che dovrebbe essere ispirata – se non alla civiltà e al buon senso – almeno al dettato costituzionale. È curioso, cioè, che un concerto in piazza per promuovere gli ideali della solidarietà e del rifiuto del razzismo sia bollato – con tanto di delibera – come invasione quasi terroristica, che mette a repentaglio la sicurezza del territorio. Noi a Pontida stiamo organizzando una grande festa, un evento culturale che non ha precedenti e che è completamente gratuito: in che senso, ci chiediamo, l’antirazzismo è una minaccia per l’incolumità di Pontida? Non dovrebbe essere uno dei valori fondamentali con cui un’istituzione democratica orienta la propria azione politica? Perché per il nostro festival c’è uno stato d’allerta e invece, senza nessuna minaccia altisonante, da decenni viene consentito il regolare svolgimento delle manifestazioni pubbliche della Lega Nord? Pontida è forse proprietà di un partito politico?

Se non è così, non sappiamo come spiegarci perché un’istituzione eletta utilizzi due pesi e due misure in maniera così eclatante, sostanzialmente trasformando il proprio territorio in una città fantasma e creando un clima di allarme che disincentivi il diritto della popolazione locale di informarsi e fruire in serenità di una proposta culturale e politica seria e di qualità.

Sarà che ormai viviamo in un paese alla rovescia, dove diritto di espressione significa consentire istigazione ai crimini di matrice razziale e promozione di eventi – come il 25 aprile di Verona, lanciato proprio dal leader della Lega Nord – in cui la giustizia sommaria, armata, diventa prioritaria rispetto a quella che tutela le garanzie ed i diritti. Sarà così, ma per noi minacciano i territori in cui viviamo le persone che promuovono parole di odio e di emarginazione, di rifiuto del diverso, acclamando alle ronde punitive verso i segmenti più deboli della popolazione. Minacciano i territori le realtà politiche che hanno consentito le speculazioni che hanno devastato il nostro ecosistema, da Nord a Sud, dalla Val di Susa agli ecomostri dei rifiuti campani, dalla laguna di Venezia invasa dalle Grandi Navi agli ulivi pugliesi minacciati dal gasdotto transatlantico.

La Lega – che oggi Salvini prova a riverniciare e promuovere come il nuovo (nazionalismo) che avanza – da vent’anni occupa posti chiave del governo del paese ed è responsabile delle politiche di impoverimento e morte portate avanti prima dai Governi Berlusconi e poi dalle innumerevoli esperienze di amministrazione regionale e locale, sempre macchiate da maxi-scandali che vanno dalla corruzione, all’appropriazione di denaro pubblico alla comprovata relazione con la criminalità organizzata.

Ma al Sindaco di Pontida e alla sua giunta tutto questo sembra poca roba: meglio invece, con l’ennesimo processo sommario, definire in una delibera pubblica criminali e teppisti i tanti che animano esperienze di solidarietà e mutualismo, opponendosi alla barbare che avanza nel nostro paese. Dalle scuole di italiano per migranti, ai laboratori di sport popolare alle associazioni delle mamme della Terra dei Fuochi ai comitati che lottano contro la guerra, contro i presidi militari imposti dalla Nato sul nostro territorio, contro la discriminazione xenofoba o omofoba ai tantissimi artisti che hanno aderito a titolo gratuito: basta guardare l’elenco dei firmatari del Festival Antirazzista di Pontida per capire quanto sia pericoloso e preoccupante un atto come quello portato avanti dal Sindaco Carozzi».

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