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Roma, il ballo degli assessori. Salta Mazzillo, arriva il “livornese” Lemmetti

Roma, resa dei conti nella Giunta Raggi: licenziato Mazzillo, al suo posto, al Bilancio, arriva un assessore della giunta di Livorno, legato a Lanzalone di Acea

di Ercole Olmi

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Il ballo degli assessori è certo il più vistoso evento dell’Estate Romana. Ma non è poi così divertente. Si profila infatti un nuovo cambio nella giunta Raggi: salta l’assessore al Bilancio Andrea Mazzillo, entra Gianni Lemmetti, appena dimessosi dal medesimo ruolo nella giunta di Livorno dov’è stato uno degli assessori di punta del sindaco Filippo Nogarin. È lui che a Livorno ha gestito la delicata questione di Aamps, la partecipata al 100% del Comune che si occupa di igiene ambientale e raccolta di rifiuti, gravata da una pesante situazione finanziaria dopo decenni di governi Ds/Pd. Fu proprio Lemmetti, infatti, a caldeggiare l’idea di portare l’azienda sulla strada del concordato preventivo in continuità. A chiamare Lemmetti a Roma è stato Alfredo Lanzalone, l’avvocato genovese legato alla Casaleggio che da aprile scorso è alla presidenza della multiutility romana Acea, e che a Livorno è conosciuto per aver lavorato a fianco dell’amministrazione proprio sul concordato preventivo di Aamps. «Vuol dire che una partecipata pubblica va in concordato come un’azienda privata, in questo Lemmetti è stato un apripista – spiega a Popoff, Omar Franconi, redattore di Senzasoste, testata indipendente livornese (clicca per leggere come leggono da Livorno questa vicenda) – il problema è che i piani industriali sono in mano alla magistratura che ha l’ultima parola. Non c’è stato un audit sul debito pubblico anche delle partecipate, come una parte di città aveva chiesto, ma abbiamo spinto perché il comune comunque non tagliasse i servizi per rifinanziare il debito. Per capire gli effetti del concordato ci sono cinque anni, fino al 2022 ma, per ora, Livorno ha l’azienda rifiuti 100% pubblica. Abbiamo denuncato un caso di anatocismo storico (interessi illegittimi su interessi scaduti, ndr), 7-8 milioni, con Montepaschi ai tempi del Pd, volevamo azioni contro le banche che l’avevano prodotto ma i loro consulenti non ci hanno creduto. Ci siamo battuti contro un titolo tossico in capo all’azienda acqua e gas e ora sembrerebbe che il Comune voglia portare la banca belga in tribunale». Franconi riconosce che la Giunta Nogarin che la giunta non ha ceduto, finora, alle pressioni di Pd e grandi multiutility come Iren sulla struttura pubblica delle partecipate ma agendo sempre nella cornice di rigida contabilità assegnata agli enti locali dalle controriforme renziane «senza innovazioni o sperimentazioni». Come se equità e onestà da sole potessero risanare i comuni e rilanciare territori in crisi di sitema come quello livornese.

Che cosa succederà alle partecipate romane col trio Lemmetti-Lanzalone-Colomban, l’ultraliberista imprenditore amico di Zaia, Casaleggio e di Unindustria che Raggi ha schiaffato proprio alle partecipate?

Cade dalle nuvole Mazzillo, in cui ci siamo imbattuti nel pasticciaccio degli sgomberi di associazioni da locali del Comune. La legalità grillina, innanzitutto. «Io non ne so nulla, non ho avuto informazioni a riguardo. Sono stato fino a ieri sera con la sindaca e non mi è stato detto nulla. Sono informazioni di stampa di cui non sono al corrente. Sinceramente non so di cosa si stia parlando. Io ad oggi continuo ad essere assessore al bilancio, nessuno mi ha comunicato nulla». Esulta il Pd che sull’incapacità a cinque stelle potrebbe costruire le prossime fortune elettorali in una città senza nemmeno più la memoria breve: «Continuano i record negativi di Virginia Raggi. Siamo al quarto assessore al Bilancio in un anno. Dopo aver cacciato Marcello Minenna, Raffaele De Dominicis è ora il turno di Andrea Mazzillo. Ora arriva da Livorno tal Gianni Lemmetti, che curriculum ha? E soprattutto, quanto durerà? A questi quattro assessori al Bilancio aggiungiamo anche la cacciata dell’assessore all’Urbanistica Paolo Berdini, di quella ai rifiuti Paola Muraro, oltre ad inchieste e all’arresto di Raffaele Marra che hanno decimato le persone più vicine alla sindaca. L’incompetenza e le lotte di potere dei 5 Stelle stanno uccidendo Roma».

Il deputato del Partito democratico Andrea Romano dà i numeri sul lavoro di Lemmetti a Livorno: «introduzione dei rimborsi casa-lavoro per la giunta. Toccando punte nel 2015 di 30mila euro di cui quasi la metà proprio per se stesso; la tassa sui rifiuti – prosegue – è aumentata del 15% per famiglie ed imprese rispetto al 2014; addizionale Irpef portata al massimo, ovvero allo 0,8. Si partiva dallo 0,4 degli anni pre Nogarin, aumento valido per tutti gli scaglioni di reddito; Tasi al 2,5 per mille, ma con il tentativo di metterla al 3,5 per mille nonostante il blocco previsto dalla legge di stabilità; Imu dal 9,6 al 10,6 per mille, per fondi commerciali e tutti gli immobili non rientranti nell’abitazione principale; permessi per aree Ztl aumentati anche di 7 volte per le categorie professionali: portato a 150 euro all’anno. E da ultimo l’assessore Lemmetti ha introdotto per i residenti tagliando per le auto con le seguenti cifre: 60, 100, 150 euro per prima, seconda e terza auto all’anno. Per non parlare delle social card e vari servizi sociali tagliati. Alla luce di questi numeri, cosa dobbiamo aspettarci da Lemmetti e tutta la giunta grillina a Roma?». Nulla che non ha fatto anche il Pd in altre città ma che conferma la valutazione sulla mancanza di innovazione del grillismo livornese.

Secondo Il Tirreno, quotidiano mainstream livornese, «la sindaca Raggi ha contattato l’assessore della giunta Nogarin. Poi lo stesso Lemmetti lo ha comunicato alla Giunta e, accompagnato dal sindaco, ha dato la notizia ai capigruppo consiliari». Martedì 1 agosto – ricostruisce Il Tirreno – l’assessore e Nogarin sono scesi a Roma e nel pomeriggio dell’indomani hanno convocato a Palazzo Civico la maggioranza. Non è un segreto che dietro alcune delle scelte più rilevanti della sindaca Raggi ci sia la mano dell’avvocato genovese Luca Lanzalone (come la nomina dei vertici dell’azienda di rifiuti e le trattative con la Roma sul nuovo stadio). E Lanzalone conosce bene Lemmetti con cui ha lavorato fianco a fianco relativa al concordato di Aamps.

«Ho appreso la notizia da poco, come tutti…», dice all’AdnKronos la consigliera comunale Cristina Grancio, sospesa dall’M5S dopo la polemica sullo stadio di Tor di Valle ma ancora componente del gruppo consiliare pentastellato. «Spero che Mazzillo rimanga, perché viene dall’attivismo di Roma, dai tavoli di lavoro. È il concreto esempio di attivista che se si impegna ed è all’altezza – come tra l’altro ha dimostrato – poi trova spazio nel Movimento. Mi auguro che questa notizia venga smentita…», aggiunge la consigliera. Ma Grillo e Casaleggio hanno già deciso e hanno perduto, oltre ai romani, tutti coloro che si erano illusi, nel “moVimento” che uno vale uno, che gli eletti possano determinare le politiche di governo, che il M5s non fosse un partito-azienda.

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