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In Abruzzo tagliato il diritto allo studio dei disabili

In Abruzzo, il taglio dei fondi sta mettendo a rischio l’assistenza e il trasporto scolastico dei disabili. Colpiti autistici, ipovedenti e ipoudenti

da Chieti, Damiano Cipriani

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Nell’Abruzzo Pd-Mdp alla fine pagano sempre i più deboli” è la recente denuncia di Sinistra Anticapitalista Abruzzo dopo il grido d’allarme venuto da alcuni sindaci e associazioni. La vicenda è tanto grave quanto lineare. Quest’anno la scuola è iniziata e finirà a giugno ma non per tutti, i tagli ai fondi stanno riducendo la possibilità di assistenza e trasporto scolastico per disabili, ipovedenti e ipoudenti. Dopo le prime proteste l’Assessore Regionale al Sociale Sclocco aveva provato a rassicurare i sindaci del vastese, scesi sul piede di guerra. Al comunicato stampa dell’assessore, eletta alle ultime elezioni regionali con il PD e ora transitata sotto le bandiere del partito di D’Alema e Bersani, era seguita la notizia della ripartizione governativa per comuni dei fondi. Ma, come sottolineato da Sinistra Anticapitalista, le rassicurazioni non hanno rassicurato e la ripartizione lascia scoperti tutti i nodi. Perché resta il ritardo che ha impedito di iniziare l’anno insieme agli altri a ragazzi disabili, autistici, ipovedenti e ipoudenti. E, oltre due settimane dopo la ripartizione governativa, ci sono ancora comuni rimasti senza questi preziosi fondi. E’ l’allarme lanciato, per esempio, dai 42 comuni riuniti nell’Ambito Distrettuale Sociale “Montagne Aquilane”). L’assessore aveva anche scritto di aver chiesto il 10 agosto un incremento di fondi al Servizio Bilancio della Giunta. Ma, un mese dopo, interroga Sinistra Anticapitalista perché non c’era ancora stato “l’atto formale che materialmente destina i fondi?”.

Quanto sta accadendo in queste settimane è almeno la terza volta, solo nel 2017, che l’assistenza alla disabilità si trova ad avere serissimi problemi di fondi. Mesi fa famiglie e amministratori sono scesi in piazza per difendere i centri per ragazze e ragazzi autistici. A Marzo scorso l’allarme aveva coinvolto l’assistenza domiciliare: a fronte di 357 mila euro stanziati solo negli ultimi tre mesi del 2016, per tutto il 2017 erano stati previsti solo 240 mila euro. Cifre che appaiono irrisorie rispetto a quelle che sentiamo e leggiamo per ponti, grandi opere, salvataggi di banche. Ma che rappresentano per le persone disabili e le loro famiglie diritti preziosi e vitali. Messi a rischio anche questa volta da tagli di poche decine di migliaia di euro che dal Governo e dalla Regione non appaiono disponibili. Tra i più penalizzati ci sono anche i bambini autistici. Bambini di una sensibilità rara e di un’intelligenza vivace. Ma che ha necessità di particolari attenzioni e di essere seguita costantemente. Un bambino autistico non può seguire la lezione senza la dovuta assistenza, privarlo significa lasciarlo in classe senza possibilità di partecipare al programma scolastico. E all’autismo si associano, per esempio, ipo o ipersensibilità uditiva: un bambino autistico può avere fortissimi fastidi di fronte ai rumori, un fastidio che può avere gravi conseguenze e impedire loro di vivere la quotidianità. Se, come spesso succede, entrambi i genitori lavorano e non possono accompagnarlo a scuola, pensare di usufruire del “pulmino” scolastico è un’eventualità che non può essere presa in considerazione. E senza un apposito servizio la distanza tra casa e scuola, fosse anche solo di pochi chilometri, diventa incolmabile.

Gravissima anche la situazione per i 130 bambini affetti da malattie gravi che vivono in Abruzzo. Il padre di Noemi Sciarretta (la bambina di Guardiagrele malata di Sma), Andrea, ha denunciato che la somma prevista per il 2017 è, a pochi mesi dalla fine dell’anno, ancora “una promessa”. Una somma che ammonta a 280 mila euro, poco più di 2153 euro a bambino.

 

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