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De Magistris, partire da Napoli per andare oltre Napoli

La traiettoria di De Magistris. Anticipazione del libro “Demacrazia”, scritto da Giacomo Russo Spena per Fandango Libri

Nel 2011 ha vinto da outsider, contro tutto e tutti, battendo sia il centrosinistra che il centrodestra. In termini di consenso ha polverizzato anche il M5S e nel 2016 è stato eletto sindaco per la seconda volta parlando di beni comuni, partecipazione e “zapatismo partenopeo”. Ora Luigi De Magistris si appresta a chiudere il mandato puntando a rilanciare il suo modello di cogestione ed esperienze virtuose a livello nazionale. L’ex pm sembra già studiare per il prossimo futuro un nuovo progetto politico: pensa alle regionali in Campania e a una lista per le Europee. Il libro, scritto prima delle assemblee che hanno dato vita alla lista Potere al popolo, analizza nel dettaglio il personaggio de Magistris, attraverso il racconto del suo percorso politico e un’intervista esclusiva dove spiega il suo manifesto e soprattutto la road map a partire dalla strutturazione del suo soggetto DemA.

La rivoluzione governando

di Giacomo Russo Spena

Da quando le organizzazioni mafiose hanno dismesso la strategia militare di contrasto ed eliminazione dei rappresentanti onesti e coraggiosi delle istituzioni, il livello di collusione interno a queste ultime si è consolidato enormemente, tanto da rappresentare ormai quasi una metastasi istituzionale, che conduce alla commissione di veri e propri crimini di Stato. E proprio la questione morale rappresenta un altro tassello fondamentale per comprendere la rinascita, in termini di consenso, di de Magistris. Un politico pulito e senza ombre. Napoli come passaggio importante per rompere il canale di approvvigionamento tra la criminalità organizzata e lo Stato. Il 21 marzo del 2016 non è un giorno qualsiasi. Siamo prossimi alle nuove elezioni amministrative che vedranno la riconferma dell’ex pm. Non siamo ancora, però, in campagna elettorale. In quel giorno si celebra con una targa la memoria di Paolo Borsellino, il magistrato ucciso dalla mafia nella strage di via D’Amelio, e gli viene intitolata l’aula magna del 31° Circolo Didattico Istituto Comprensivo di Napoli, nel quartiere Mercato. Alla cerimonia sono presenti il sindaco de Magistris e Salvatore Borsellino, il fratello di Paolo. Nell’occasione Borsellino ricordava come il fratello Paolo “è caduto come un soldato ma chi lo ha ucciso è arrivato alle spalle e non lo potrò piangere fino a quando non ci saranno verità e giustizia e quindi, forse, mai in questa vita”. Mentre rivolgendosi agli studenti presenti, esclamava: “Quando io non avrò più la forza di gridare Resistenza, ci saranno i giovani a farlo e forse in questo Paese si sentirà un fresco profumo di giustizia ed è da Napoli che sta partendo il riscatto del Sud”.

Infine, le parole più eloquenti nei confronti di de Magistris: “Dovete essere vicini al vostro sindaco. Quando era pm e gli hanno tolto le inchieste, è come se lo avessero ucciso. Luigi è un altro pm morto. Sono qui per lottare per mio fratello, per la verità, per la giustizia perché la verità sulla morte di mio fratello non è ancora conosciuta”. Un altro pm morto. De Magistris come Paolo Borsellino. Per il sindaco la commozione era tanta. L’hombre vertical si scioglieva, all’improvviso. Diventava umano, come tutti. Gli occhi diventavano lucidi fino a versare qualche lacrima. Un attimo. Poi si ricomponeva e con voce ferma asseriva: “Nella vita mi sono rigenerato, ma non posso dimenticare che quegli anni di lotta alla mafia e alla corruzione mi sono costati quello che di più caro avevo e che mi ero conquistato, la toga di pubblico ministero. Noi ci impegneremo fino a quando non avremo la verità sulle stragi”. L’abbraccio, politico e fisico, con Salvatore Borsellino è tra i più sentiti e dà alla città di Napoli l’immagine di un impegno concreto contro la criminalità organizzata che purtroppo controlla ancora intere zone della città.

La giornalista Amalia de Simone ha pubblicato sul Corriere.it un viaggio a 360 gradi nelle roccaforti dei clan, tra mamme pusher e killer ragazzini. “Sembrava Bagdad”, così inizia il reportage. Invece è Napoli, dove “mentre la camorra di primo livello fa affari in tutto il mondo, il sottoproletariato camorrista fatto di ragazzini tossicodipendenti e feroci, tiene sotto scacco alcuni quartieri della città. Centro storico, Sanità, a ovest il rione Traiano e Soccavo e a est Ponticelli”. Le indagini della procura antimafia guidata da Filippo Beatrice e Giuseppe Borrelli sono riuscite a entrare nel cuore dei sistemi di quartiere e hanno fatto scattare arresti e processi. “Ma il ricambio – secondo de Simone – sembra sempre pronto e le nuove leve fatte di giovanissimi emulano i loro predecessori e ne preservano e celebrano le gesta criminali con tatuaggi, scritte sui muri”. De Magistris è consapevole di ciò, ma tende sempre a sottolineare il bicchiere mezzo pieno, ovvero il tanto lavoro svolto finora dalla sua giunta per contrastare le baby gang. Del resto, sa che la “rivoluzione governando”, come lui ama definirla, non si può attuare in pochi mesi. Ci vuole tempo. Per questo ha deciso di ricandidarsi a sindaco nel 2016, e di rimanerci fino al 2021, per terminare un lavoro di innovazione e cambiamento ancora in costruzione. Intanto, i passi fatti – e i provvedimenti intrapresi finora – non sono pochi.

Napoli si è dichiarata città di pace e accoglienza, da un lato la dimostrazione è data da episodi profondamente simbolici come la concessione della cittadinanza onoraria al capo dello Stato della Palestina Abu Mazen e al leader curdo del Pkk Abdullah Öcalan, dall’altro da un’apertura e una vicinanza concrete verso le rivendicazioni di attivisti e movimenti sociali per i diritti dei migranti, dichiarando ufficialmente “Napoli città rifugio”, città dell’accoglienza e della solidarietà.

A Palazzo San Giacomo per mesi ha campeggiato lo striscione Verità e giustizia per Giulio Regeni, il ricercatore italiano ucciso in Egitto, forse dal regime di Al Sisi, per chissà quali scoperte, mentre ora – nel diffondersi degli attentati fondamentalisti in Europa – svetta una bandierona della pace. I colori dell’arcobaleno predominanti anche nel campo dei diritti civili. Il 24 giugno 2017 de Magistris ha aperto, striscione alla mano, il Mediterrean Pride a Napoli, una manifestazione colorata per affermare i diritti della comunità Lgbt. Uno dei pochi sindaci in Italia a schierarsi apertamente. “Napoli è una città all’avanguardia per la sensibilità giuridica dei diritti civili, lo dimostrano i fatti con il registro delle unioni civili, la trascrizione delle unioni omosessuali, il testamento biologico e le adozioni”, affermava il sindaco già il 17 ottobre 2015 durante il Forum della Famiglia che si era tenuto alla Mostra d’Oltremare, quello stesso spazio preteso da Salvini due anni dopo per la sua convention.

 

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