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Homecronache socialiEmergenza casa: DigaVox riapre il dibattito a Genova
cronache sociali

Emergenza casa: DigaVox riapre il dibattito a Genova

di Ludovica Schiaroli
21 Giugno 2018
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    Genova, Begato. Sollecitato dal docu-film DigaVox, il sindaco Bucci incontra gli abitanti del Quartiere Diamante e fa due promesse. La prima se la rimangia in 24 ore

    da Genova, Ludovica Schiaroli*
    Marco Bucci all’incontro con gli abitanti del Quartiere Diamante.
    Foto Mauro Baldassarri.

    Genova. C’è chi vorrebbe mettere lo spioncino alla porta ma non può perché A.R.T.E (l’ente regionale che gestisce l’edilizia pubblica per conto del comune di Genova,) glielo impedisce. Non si può fare. Potrebbe danneggiare la porta… Giusto, se non fosse che intorno all’inquilino del ventesimo piano della Diga di Begato vivono un numero imprecisato di abusivi. E loro, di problemi con A.R.T.E non ne hanno. Luce e riscaldamento, li pagano gli altri inquilini che si sono visti aumentare i millesimi e le spese di amministrazione pur abitando sempre nello stesso appartamento. A Mario Lo Puzzo il dubbio è venuto: “chi paga, paga per tutti!” e dopo avere messo la pratica (sua e di altri ottanta inquilini) in mano a un avvocato lo ha detto anche al sindaco Marco Bucci lunedì sera all’incontro organizzato dagli abitanti del Quartiere Diamante con il supporto di DigaVox, il docu-film che denuncia in che modo si vive in una delle tante periferie in Italia, in questo caso al Quartiere Diamante di Genova.

    L’incontro, a lungo sollecitato (10 video appelli che chiedevano al sindaco di andare al Quartiere Diamante per toccare con mano i problemi degli abitanti: #BucciRispondi l’hashtag della campagna social lanciata dalla pagina del docu-film), verteva su abusivismo, sicurezza ed emergenza casa. Prima dell’incontro-confronto con i cittadini il sindaco e gli assessori Garassino (sicurezza) e Piciocchi (bilancio e ora casa/edilizia popolare) sono stati fatti incontrare con una famiglia che vive in un appartamento che è andato a fuoco, e ciononostante A.R.T.E, non ha ancora provveduto a trovargli un alloggio dignitoso. 

    Nel frattempo il neo assessore alla casa ha avuto il battesimo del fuoco rimanendo bloccato in uno degli ascensori della Diga bianca. Prima di lui, nel 2008, erano rimasti chiusi dentro un ascensore i ministri Pinotti e Minniti, dopo il brivido erano seguite una serie di promesse… (maggiore manutenzione, sicurezza ecc.) come sempre non mantenute.

    Foto di Mauro Baldassarri
    Bucci come sua abitudine è andato dritto al nocciolo del problema: A.R.T.E non gestirà più le case popolari del Comune, che invece saranno gestite “in house” dagli uffici comunali. A botta calda, durante l’incontro Peppino Miletta, presidente Coordinamento Quartieri Collinari Case Erp – ha espresso subito le sue perplessità: “cadiamo dalla padella nella brace, perché se è evidente l’inadeguatezza di quanto fatto fino ad oggi da Arte, cosa potrà mai fare un Comune al momento completamente impreparato ad una simile gestione”. Ma è bastato un giorno al sindaco per cambiare idea. Bucci aveva scherzato. Tutto rimane come prima!

    “Meglio così” – ha dichiarato Stefano Salvetti, segretario generale di Sicet Liguria (sindacato inquilini aderente alla Cisl) da 36 anni in prima linea sull’emergenza abitativa – forse il sindaco in questi giorni ha meditato e ha capito che non si può improvvisare su certi temi. Mi auguro si vada verso un rafforzamento della governance di A.R.T.E. dove anche il Comune giochi un ruolo determinante, con un amministratore unico e una rappresentanza nominata dal Comune (Area metropolitana di Genova, ANCI e comune capoluogo per le altre province, oltre che dell’Ente regionale) e la costituzione di organismi esterni, uno di indirizzo e uno di sorveglianza dove tra i componenti ci sia anche il sindacato inquilini”.

    Diga bianca: uno degli alloggi vuoti a cui hanno dato fuoco.
    FILLEA CGIL: una storia lunga 136 anni, vai alla landing page

    Come ha detto chiaramente Luca Borzani intervistato da DigaVox: “nel nostro Paese, da anni, c’è un disinteresse generale per l’edilizia pubblica, considerata un patrimonio a perdere”. La proposta del sindaco Bucci di dare la possibilità agli inquilini di riscattare l’appartamento in cui vivono, non è infatti piaciuta molto, “intanto mi chiedo chi mai comprerebbe un appartamento in un posto come la Diga, dove i materiali impiegati sono così scadenti – dicono all’unisono Salvetti  e Francesco Corso, del coordinamento Quartieri Collinari –  senza contare che chi vive in queste case riesce a mala pena a mettere insieme il pranzo con la cena”. 

    Il Quartiere Diamante e la Valpolcevera hanno l’indice di povertà tra i più alti della città. Anche se, per fortuna, un “esercito” di volontari di varie associazioni insieme a tanti cittadini e abitanti del quartiere si prodigano per aiutare chi è in difficoltà. I numeri parlano chiaro: Genova è fra le città in Italia quella che ha il rapporto più basso tra abitanti e case popolari: su 330 mila abitazioni le case popolari sono meno di undicimila che è lo 0,3 per cento. 

    La richiesta per un alloggio popolare è invece altissima: “2200 domande a fronte di sole 180 assegnazioni lo scorso anno – racconta Salvetti – e molti quando vedono la lista d’attesa ci rinunciano, la domanda in realtà sarebbe ancora più alta”. A Genova si liberano circa 300 appartamenti all’anno ma invece che venire subito assegnati vengono chiusi da A.R.T.E in attesa di lavori più o meno costosi (dipendenti dai finanziamenti disponibili).  “In questo modo si lascia campo agli abusivi – spiega Francesco Corso – sfondano ed entrano in casa e chi ha diritto può aspettare anche dieci anni”. La richiesta è quella di maggiori alloggi, in mancanza di questi la risposta resta abusivismo e racket.

    L’ultimo censimento di Arte e Federcasa (2017) dichiarava che a Genova ci sono 9700 alloggi occupati e circa 1200/1500 liberi che per problematiche varie non vengono assegnati, il problema pricipale sono le spese per la messa in ordine: da 5 a 35 mila euro, e le casse piangono sempre.

    Stefano Salvetti da tempo ha in testa un’idea e lunedì sera l’ha rilanciata anche al sindaco che sembra averla accolta favorevolmente : “li chiamo stati generali dell’edilizia pubblica. Dobbiamo mettere tutti i soggetti che lavorano nel quartiere (regione, comune, municipio, coordinamenti e cittadini, trasporto pubblico, associazioni di volontari, servizi sociali e sanitari…) intorno a un tavolo per individuare fabbisogni, politiche urbanistiche e risorse. Penso a quello che anni fa si chiamava Contratto di quartiere”. Rimettere in agenda risorse e interventi in un quadro unitario per fotografare problemi, come è stato fatto dalla Commissione parlamentare sul degrado delle periferie e individuare soluzioni e percorsi da intraprendere. “Se non ci si muove in questo modo non c’è futuro per le case Erp”, chiosa Salvetti.

    L’incontro con il sindaco si è concluso alle 23 con l’impegno di rivedersi a settembre. Alle due promesse fatte da Bucci: subito lotta senza quartiere agli abusivi e successivamente miglioramento della manutenzione degli alloggi (e degli edifici) gli abitanti hanno provato a credere ma con riserva. “Qui sono venuti già tre sindaci e stiamo sempre peggio” gli ha urlato uno dei cittadini presenti “vediamo se lei riuscirà a fare qualcosa di meglio”.

    DigaVox è un docufilm girato a Genova alla Diga di Begato. Regia di Ugo Roffi.

    Autori Ugo Roffi, Ludovica Schiaroli, Simona Tarzia, Fabio Palli.

    *Ludovica Schiaroli, socia di Popoff è tra gli autori di Digavox

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