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Genova ricomincia dall’Africa

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FlamencoMeetsGriot_AnaCrisman

Genova, la prima manifestazione culturale dopo il collo del ponte è Festival del Mediterraneo, il più longevo dei festival genovesi, giunto oggi alla sua 27ma edizione

Naziha Azzouz

Genova? Ricominca dall’Africa. Perchè dopo lo shock e il lutto, le passerelle e i proclami, i fischi e gli applausi a un funerale di Stato dimezzato della metà delle famiglie delle 43 vittime del crollo del ponte   Morandi – che in quello Stato evidentemente non si riconoscevano –  da qualche parte bisogna pure ripartire. Rialzare la testa e andare avanti. Resilienza, va di moda chiamarla oggi. E tocca al Festival del Mediterraneo, il più longevo dei festival genovesi, giunto oggi alla sua ventisettesima edizione, provare a riannodare i fili dell’immaginario. E cioè della stessa capacità di immaginarsi ancora un “posto normale” dove le strade non si sbriciolano sotto i tuoi piedi come in un brutto sogno, di una città che vive nella paura di non riuscire a tornare mai più la stessa di prima. Ci provano Andrea Ferrari e tutto lo staff di Echo Art (www.echoart.org), da sempre gli organizzatori della manifestazione, con il filo prezioso della trama del canto e della musica provenienti da quel continente africano che in molti vorrebbero allontanare quanto più possibile, ma che rimane sponda di un mare comune per l’intero continente europeo.

Saba Anglana

“Eurafrica”, allora, come viene declinata questa edizione della manifestazione. Perchè è da laggiù che arriva tutta la musica e, come afferma l’etnomusicologo Curt Sachs, “Quasi tutti gli strumenti musicali dellEuropa medievale vennero dallAsia o dallimpero islamico, attraverso il Nord Africa…”. Niente di strano allora, se Vienna chiama gli slum di Pretoria e se Mozart incontra gli Zulu dello Zimbabwe con MOZULUART, un progetto che unisce l’Austria al Sudafrica e la musica classica mozartiana con le polifonie delle township.

 

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Fino al 15 settembre in programma eventi rari, talvolta unici, a partire dalla prima europea di ARPA JONDA – FLAMENCO MEETS GRIOT, concerto inaugurale del 1° settembre, con due virtuose andaluse che, attraverso il suono del magico strumento e l’incanto delle loro voci, incontrano la Kora africana e l’arpa dei Griot senegalesi.

E poi, le sonorità etiopi di GABRIELLA GHERMANDI con il progetto ATSE TEWODROS. Protagonista la voce straordinaria (definita ‘paradisiaca da Le Monde) di Naziha Azzouz, con la prima nazionale del AZZOUZ & EL FEMININ TARAAB, un trio al femminile che unisce voci e ritmi tunisini e algerini con la tradizione popolare europea. E ancora il concerto speciale realizzato dalla cantante attrice M’BARKA BEN TALEB – già con Turturro nel film “Passione” – e il polistrumentista MARZUK MEJIRI, che insieme hanno creato “TUNISI CANTA NAPOLI”, un repertorio misto che unisce le due città. Si prosegue con l’OMAGGIO ALL’AFRICA DI PIERPAOLO PASOLINI, partendo dal documentario “Appunti per un Orestiade africana” con lo straordinario pianista STEFANO BATTAGLIA, la voce friulana di ELSA MARTIN, l’attore di Peter Brook TAPA SUDANA, le sperimentazioni sonore di ECHO ART. E poi l’incontro tra la PIZZICA e la CAPOEIRA, in ULÍA, diretto da Anna Cinzia Villani, salentina doc. Si chiude infine con la cantante e attrice italo-somala SABA ANGLANA, il 15 settembre.

M’BarcaBenTaleb_TunisiCantaNapoli

  

 

 

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