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Decreto Salvini, la legge dell’odio

Il Decreto Salvini è legge. Ecco chi sono i soggetti a rischio e le conseguenze sui movimenti sociali

di Checchino Antonini / Antonello Zecca

Il cosiddetto Decreto Sicurezza, che forse è meglio chiamare “Decreto Salvini” o forse anche “Decreto della Vergogna”, ha incassato la fiducia alla Camera con 336 sì e 249 no, ed è quindi legge.

Un provvedimento violentemente razzista e classista

Siamo di fronte a un provvedimento di enorme gravità, a una vera e violenta ignominia razzista, che  sconvolge e distrugge la vita di centinaia di migliaia di persone, a un vulnus democratico anticostituzionale che trascina il nostro paese verso un tunnel da cui uscire potrebbe diventare sempre più difficile se non si ricostituisse rapidamente una mobilitazione e una coscienza umanitaria e solidale, quindi anche e soprattutto di classe. Ed avviene nell’ottantesimo anniversario delle leggi razziali fasciste.  Un atto che spinge La Repubblica (ma da che pulpito per un giornale che ha sostenuto il governo Gentiloni-Minniti…!!) a parlare di “piccolo grande passo sul viale del tramonto civile e morale di questo paese” affermando che “il significato etico di questo passaggio è devastante”. È vero. Proprio per questo oggi stesso si sarebbe già dovuto scendere in piazza e le campane dovrebbero essere suonate a martello, prima che sia troppo tardi.

Questo decreto conferma l’attacco frontale del governo gialloverde non solo alla popolazione migrante ma a tutte le organizzazioni, le associazioni, il sindacalismo conflittuale, compresi tutti quelli che avevano visto nel successo elettorale del partito di Casaleggio uno sviluppo politico positivo e degno di sostegno, contribuendo alla costruzione di un’ aura “progressista” di questa formazione politica, che ha attirato una parte probabilmente significativa del voto in libera uscita da sinistra. La disonorevole ritirata dei 18 parlamentari “ribelli” del M5S con il pieno sostegno al voto di fiducia, ma anche la sintonia sostanziale con la Lega nei precedenti provvedimenti contro le persone migranti e contro la solidarietà con esse, dimostra, infatti, anche la natura autenticamente reazionaria di questa formazione politica, che si è resa nuovamente complice di un’ulteriore stretta autoritaria, un vero e proprio salto di qualità, peraltro favorito dall’ampio varco già aperto dai precedenti governi a guida PD. Per parte sua la Lega con il suo Capo (ormai l’indiscusso uomo forte nazionale) conferma la sua natura di estrema destra con la sua anima feroce, il suo rancore per i diversi, la sua ipocrisia nauseabonda, un coacervo di nuovi nazionalismi e di conati fascisti che sono ancora in troppi a non riconoscere nella loro portata e nei loro disegni.

Una vittoria di Salvini e della Lega, con la complicità del M5S

Il DL Salvini costituisce indubbiamente un tassello importante del progetto politico reazionario della Lega e, al tempo stesso, segna un indubbio successo per il ministro dell’Interno Matteo Salvini, evidenziando ancora una volta la realtà dei rapporti di forza politici dentro il governo e la sua effettiva direzione.
La Lega, infatti, porta a casa un altro successo da vantare nei confronti del suo elettorato, dimostrando una indubbia superiorità (certo, in senso negativo) del suo personale politico rispetto a quello del M5S, perché formato e sperimentato in decenni di amministrazione locale e di governi nazionali, favorito dalla maggior conoscenza dei meccanismi parlamentari e istituzionali e dai legami con settori industriali e finanziari di peso. Con l’adozione di un suo provvedimento-bandiera, la Lega prova anche a coprire la prosaica realtà di un compromesso con la Commissione Europea, che molto probabilmente risulterà nell’annacquamento ulteriore di misure già truffaldine come la famosa “quota 100”, su cui pure questo partito e il suo segretario si sono spesi una parte importante di immagine. Questo compromesso, porterà però probabilmente anche all’annacquamento ulteriore di un altro provvedimento annunciato, il “reddito di cittadinanza”, che invece rappresenta forse l’ultimo capitale spendibile per la credibilità del M5S, che quindi si trova ancora di più stretto in un angolo dal quale non sembra essere in grado di uscire. D’altro canto, il calo nei sondaggi, per quanto aleatorio, rappresenta questa tendenza oggettiva.

Le norme approvate da Camera e Senato (e licenziate all’unanimità dal Consiglio dei ministri) esprimono una logica intrinseca profondamente razzista e classista, introducendo ulteriori pesanti ostacoli all’agibilità politica delle lotte sociali di classe e alla libertà di movimento di uomini e donne migranti, richiedenti asilo, rifugiati, trasformando rapidamente nuovamente in clandestini centinaia di migliaia di persone che superando ogni sosta di ostacolo erano riusciti a regolarizzare la loro posizione. Una vera bomba sociale, come hanno invano denunciato i sindaci che si troveranno presto a gestire situazioni individuali e collettive sempre più drammatiche. Queste misure puntano a “istituzionalizzare” l’odio e a rendere difficile, ai limiti dell’impossibilità, l’esercizio della solidarietà come strumento della lotta di classe, e non come carità pelosa o beneficenza. Questa legge potrebbe anche arrivare a comportare che una parte della popolazione, comprese persone che sono magari da tempo cittadine/i italiane/i ma originari di altri paesi, potrebbe risultare soggetta a una diversa giurisdizione rispetto a quella ordinaria. Una vera e propria aberrazione democratica, oltre che, anche qui, anticostituzionale.

Costruire l’opposizione politica e sociale, ricostruire il protagonismo di lavoratori e lavoratrici

Contro questo decreto, la risposta di piazza, una per tutte la manifestazione nazionale del 10 novembre, è stata importante ma non è riuscita ancora a fare breccia, anche perché l’opposizione “per bene” a questo governo, di cui La Repubblica è l’alfiere, ha costruito una critica volutamente strabica al DL Salvini, evitando accuratamente di denunciare il rischio di stato di polizia, anche perché, in quel caso, non avrebbe potuto fare a meno di notarne l’impressionante continuità con i decreti Minniti-Orlando. Nelle prossime settimane il compito della vasta alleanza degli “Indivisibili”, che ha dato vita alla mobilitazione del 10 novembre, sarà quello di organizzare una risposta complessiva a un attacco frontale alle vite ma anche alla possibilità di un movimento di classe meticcio, che inizia a balenare nelle forme più avanzate di lotte operaie e vertenze per il diritto all’abitare, e che questa nuova legge prova per l’appunto a fermare sul nascere.

Da questo punto di vista, l’assemblea nazionale convocata il 16 dicembre a Roma da questa alleanza politica e sociale, dovrà necessariamente confrontarsi con la costruzione e il radicamento sociale e territoriale, sviluppando proposte operative per costruire campagne e vertenze in grado di favorirne la continuità per una più efficace opposizione a questo governo. Al tempo stesso, dovrà essere in grado di stringere un’alleanza organica con il movimento femminista, che, in effetti, è anche il primo grande movimento di opposizione a questo governo, e rappresenta una forza politica inaggirabile per la costruzione di un’alternativa politica e sociale.

Nei prossimi mesi, sarà questo il nostro impegno, insieme al lavoro perché anche il movimento delle lavoratrici e dei lavoratori torni ad essere una vera presenza politica attiva e non solo una entità sociale dispersa.


Scheda tecnica – le misure previste dalla nuova legge: 

  • STRETTA SUI PERMESSI – Si abroga il permesso di soggiorno per motivi umanitari, sostituito da ‘permessi specialì temporanei, 6 le fattispecie previste: motivi di salute di particolare gravità; calamità nel paese d’origine; atti di valore civile; vittime di tratta; violenza domestica; e grave sfruttamento.
  • PIÙ TEMPO NEI CPR – La durata massima del trattenimento degli stranieri nei Centri di permanenza per il rimpatrio passa da 90 a 180 giorni. Si introduce la possibilità di trattenere i migranti in attesa di espulsione in altre strutture di Ps, in mancanza di posti nei Cpr, e la possibilità di trattenere i richiedenti asilo negli hotspot.
  • PIÙ REATI PER REVOCA ASILO, ANCHE FURTO – Si amplia la platea di reati che comportano la negazione o revoca della protezione internazionale: violenza sessuale, lesioni gravi, rapina, violenza a pubblico ufficiale, mutilazioni sessuali, furto aggravato, traffico di droga. Al Senato si era aggiunto il reato di furto in abitazione, anche non aggravato.
  • REVOCA DELLA CITTADINANZA PER REATI TERRORISMO – La cittadinanza italiana viene revocata ai condannati per reati di terrorismo.
  • STOP ASILO DOPO DECISIONE COMMISSIONE – Esame immediato della domanda di protezione internazionale per i richiedenti che hanno in corso un procedimento penale per un reato che in caso di condanna definitiva comporterebbe il diniego della protezione. L’esame scatta per chi ha già una condanna anche non definitiva. In caso di diniego il richiedente deve lasciare l’Italia. – SISTEMA SPRAR – Potranno accedervi solo i titolari di protezione internazionale e minori non accompagnati. Chi è già nel sistema vi rimarrà fino alla conclusione dei progetti.
  • FINO A 4 ANNI PER CITTADINANZA – Si ampliano i termini (da 2 a 4 anni) per l’istruttoria della domanda di concessione della cittadinanza, che verrà concessa solo se si conosce l’italiano.
  • LISTA PAESI SICURI – Esame accelerato delle domande di protezione per chi proviene dai paesi inseriti nella lista.
  • REATO DI BLOCCO STRADALE – Viene reintrodotto il reato di blocco stradale (compresa anche l’ostruzione o l’ingombro dei binari), oggi sanzionato come illecito amministrativo, mentre “l’invasione di terreni o edifici” viene punita con la reclusione fino a 2 anni, raddoppiati a 4 se commessa da cinque o più persone. Non sfuggirà la logica di repressione preventiva di lotte che, come quelle operaie nella logistica, hanno messo in difficoltà il padronato di un settore oggi strategico in un’economia come quella italiana. Non a caso, quest’ultimo ha espresso particolare apprezzamento per questo aspetto.
  • BRACCIALETTO ELETTRONICO PER STALKER – Controllo con il braccialetto elettronico degli imputati per maltrattamenti in famiglia e stalking.
  • CONTRATTI NOLEGGIO AUTO-CAMION A FORZE PS – Norma voluta dall’antiterrorismo per prevenire attentati con auto e camion contro la folla. I dati di chi stipula contratti di noleggio devono essere preventivamente comunicati alle forze di Polizia.
  • TASER A VIGILI URBANI – Si prevede la sperimentazione della pistola a impulsi elettrici anche per i corpi di polizia municipale di tutti i capoluogo di provincia.
  • DASPO URBANO – Si estende il Daspo per le manifestazioni sportive agli indiziati di terrorismo e si può applicare il Daspo urbano anche nei presidi sanitari e in aree destinate a mercati, fiere e spettacoli pubblici.
  • STRETTA SU OCCUPAZIONI – Sanzioni più severe per chi promuove od organizza l’occupazione di immobili (da 2 a 4 anni) e estensione dell’uso di intercettazioni nelle indagini nei loro confronti.
  • ACCATTONAGGIO MOLESTO E PARCHEGGIATORI ABUSIVI – Introduzione del reato di ‘esercizio molesto dell’accattonaggio (fino a 6 mesi che aumenta a 3 anni nel caso si impieghino minori) e sanzioni più aspre per i parcheggiatori abusivi: in caso di utilizzo di minori o di recidiva scatta l’arresto e si rischia un anno di carcere.
  • SINDACI DECIDONO SU ‘NEGOZIETTI ETNICÌ – I primi cittadini potranno disporre, fino a 30 giorni, limitazioni agli orari di vendita degli esercizi commerciali interessati da «fenomeni di aggregazione notturna» anche in zone non centrali.
  • DA SOCIETA’ CALCISTICHE PIÙ SOLDI PER SICUREZZA STADI – Le società sportive dovranno versare più soldi per garantire la sicurezza negli stadi. La percentuale della vendita dei biglietti che dovrà essere destinata a questo scopo passa dall’1-3% al 5-10%.

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