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Spagna: la solidarietà con la Palestina equivale a terrorismo

Una ex deputata e altre due attiviste spagnole sottoposte a giudizio per “collaborazione con una organizzazione terroristica” chiamata FPLP, Avevano donato 8.500 euro per la ricostruzione di Gaza

di Marina Zenobio

Le notizie che arrivano a Madrid non potrebbero essere più inquietanti: la Procura nazionale spagnola ha rigetto la richiesta d archiviazione del caso contro l’attivista internazionalista spagnola Angeles Maestro (nella foto di apertura) e di altre due compagne – Maria Barriuso e Beatriz Torres – accusate di aver inviato fondi al popolo palestinese e ha disposto di procedere a giudizio “per collaborazione con una organizzazione terroristica”.

Angeles Maestro è una ex deputata comunista, un medico, una scrittrice e soprattutto una militante antifascista nonché attivista contro la guerra che ha fatto dell’internazionalismo una causa permanente. Ha partecipato ad azioni d solidarietà in tutti i paesi di un Medio Oriente aggredito in primis dall’imperialismo statunitense e dai suoi alleati che sostengono il governo israeliano.

In Palestina, in Iraq, in Siria, a fianco del popolo Saharawi, ma anche con le rivoluzioni dei popoli dell’America Latina come Venezuela, Cuba e Bolivia. Angeles Maestro è sempre stata in prima fila dando il suo appoggio incondizionato con il suo corpo ma anche a livello intellettuale in quanto integrante della Rete di Intellettuali, Artisti e Movimento Sociale per l’Umanità (REDH).

Adesso la giustizia spagnola, come fosse continuazione del franchismo, ha negato l’archiviazione e processerà Maestro e altre due attiviste con l’accusa di aver devoluto piccole somme di denaro all’attivista palestinese Leila Khaled durante un suo convengo realizzato a Madrid e Barcellona nel 2014 e nel 2015.

L’accusa è patetica considerando che i fondi (che non superavano gli 8.500 euro ed erano stati racconti in iniziative pubbliche partecipate da molte persone) erano destinati alla ricostruzione di scuole e ospedale a Gaza, dopo l’offensiva israeliana Margine Protettivo.

Il fatto che Leila Khaled sia un dirigente del FPLP (Fronte popolare per la liberazione della Palestina) è stato il pretesto usato dall’associazione israeliana “The Lawfare Project Spain” per denunciare le tre attiviste e successivamente questa accusa è stata presa in carico dalla Procura di Madrid.

Così Angeles Maestro e le sue due compagne dovranno affrontare un processo che non solo vuole condannarle alla prigione ma vuole condannare qualsiasi tipo di azione di solidarietà con la lotta del popolo palestinese.

In una sua prima dichiarazione alla Procura rilasciata lo scorso 5 febbrario, Angelel Maestro si è assunta tutta la responsabilità della campagna che aveva come obiettivo la raccolta fondi destinati alla ricostruzione di scuole e ospedali a Gaza. Lo dimostra anche un documento ufficiale dell’Autorità Nazionale Palestinese che il procuratore ha utilizzato come prova dell’accusa. In caso di condanna le pene previste dal codice penale spagnolo vanno da due a dieci anni di reclusione e multe del valore triplo della quantità di denaro inviato in Palestina.

Il direttore del settimanale Resumen Latinoamericano, lo scrittore argentino Carlos Aznares, ha lanciato una raccolta firme in solidarietà con Maestro e le altre due attiviste a cui finora hanno aderito Norman Briski, attore e drammaturgo argentino, Vincente Zito Lema, poeta e scrittore argentino, la cubana Graciela Ramirez coordinatrice del Comitato internazionale Paz, Justicia y Dignidad a los Pueblos, il segretario generale della CTA argentina Pablo Puebla e la documentarista cubana Maria Torrellas anche direttrice di “Cubanas. Mujeres en Revolucion”. Si può aderire alla raccolta firme inviando una mail a solidaridad2019@outlook.com.ar.

Solidarietà alle tre militanti accusate di terrorismo per aver inviato fondi in Palestina arriva anche dal Brasile. Il Partito comunista brasiliano, l’Unione della gioventù comunista, il Collettivo femminista Ana Montenegro, il collettivo LGBT comunista fanno appello a tutte e tutti i militanti internazionalisti a serrar le fila e a far arrivare la propria voce alla Procura Nazionale di Spagna perché “la solidarietà è la tenerezza dei popoli” e non si può processare.

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