Approvate le misure decise dall’Eurogruppo. Rinviato lo scontro sul Recovery fund. (Antonio De Lellis e Marco Bersani*)
Il Consiglio europeo ha approvato giovedi 23 le misure decise dall’Eurogruppo che prevedono l’uso del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) senza condizionalità, il finanziamento della cassa integrazione nei Paesi membri (Sure) e il rafforzamento della Bei per aiutare le imprese. La Commissione Ue ha mandato formale per mettere a punto il cosiddetto Recovery fund, un fondo per la ripresa incentrato sul bilancio comunitario 2021-2027, che consenta il ricorso all’emissione di titoli comuni europei.
Il meccanismo
In pratica, il finanziamento arriverebbe dall’emissione di Recovery bond, nuovi titoli di debito garantiti dal bilancio settennale dell’Ue 2021-2027. La proposta della Commissione europea prevedeva un ammontare di € 320 miliardi.
Il compromesso
Per quanto riguarda la “mutualizzazione” del debito, ci sarà con ogni probabilità un’ ipotesi di
compromesso che unisce le 2 visioni. Germania, Austria, Olanda e in genere i Paesi più rigorosi, puntano a uno schema secondo il quale il denaro raccolto sui mercati con i Recovery bond verrebbe immediatamente redistribuito agli Stati membri più colpiti attraverso prestiti a lungo termine (almeno 25-30 anni) a interessi bassissimi. Italia, Spagna (appoggiate dalla Francia) e altri vorrebbero un prestito a fondo perduto: oltre all’emissione e alle garanzie, dovrebbe essere mutualizzato anche il pagamento del debito emesso in comune e dei relativi interessi,
che resterebbe in capo al bilancio dell’Ue e non contribuirebbe ad aumentare il debito pubblico nazionale dei Paesi beneficiari.
E allora?
Di fatto, la riunione dei capi di governo Ue ha messo in campo: il fondo Sure, la Bei e il Mes. Ovvero due strumenti ridicoli e uno pericoloso. Questo è quello che sarà operativo dal 1 giugno. Sul quarto “pilastro”, il Recovery fund, ha dato mandato alla Commissione Europea di fare una proposta operativa entro la seconda metà di maggio, per approvarlo entro giugno e renderlo operativo dal gennaio 2021. Non vi sarà alcuna mutualizzazione del debito passato (che resta interamente sul groppone di chi ce l’ha), ma si metterà in campo un fondo (probabilmente bond emessi dalla Commissione Europea) per raccogliere sui mercati azionari fino a 2000 miliardi da dare agli Stati. Rinviato lo scontro decisivo se saranno soldi a fondo perduto o prestiti con interesse. Così ogni capo di governo può tornare a casa e dire che ha vinto. Siamo ancora interamente dentro la trappola del debito e nessuno ha posto il problema di mettere in campo la Bce come banca pubblica che intervenga tanto sul debito pregresso (cancellandone o “sterilizzandone” la parte in suo possesso) quanto sul finanziamento diretto agli Stati per affrontare emergenza sanitaria, economica e sociale.
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