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La resistenza dell’università di Istanbul, la solidarietà dei colleghi italiani

Una lettera aperta di accademici in sostegno a studenti e colleghi dell’Università Boğaziçi di Istanbul dove da sette settimane si lotta contro Erdogan

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, una lettera aperta di accademici italiani in sostegno agli studenti e colleghi dell’Università Boğaziçi di Istanbul. Infatti, studenti e i docenti dell’Università del Bosforo (“Bogazici” in turco) protestano da sette settimane contro la nomina da parte del presidente Erdogan di un nuovo rettore, accademicamente mediocre, ma inferiore a lui.
Questa insolita nomina di un rettore che non fa parte del corpo docente dell’università – e che è anche accusato di plagio – fa parte di tutta una serie di interventi del presidente e del suo clan islamico-fascista da diversi anni per riformare l’istruzione superiore a immagine del suo regime autocratico.
L’Università del Bosforo è stata una delle ultime a sfuggire alla morsa della sfera politica e a conservare una certa autonomia e cultura democratica insieme a una qualità accademica di gran lunga superiore alla media del paese. Per rompere l’isolamento del suo rettore Melih Bulu e superare la crisi, Erdogan ha addirittura “fondato” venerdì scorso per decreto (!) due nuove facoltà (di comunicazione e di diritto) all’interno di Bogazici, il cui futuro personale universitario fornirà così a Bulu il sostegno di cui ha bisogno a livello amministrativo.
La mobilitazione massiccia prima degli studenti, poi dei professori che ogni giorno manifestano con le spalle rivolte all’ufficio del rettore (soprannominato “Kayyum” in riferimento agli amministratori posti a capo delle città curde per sostituire i sindaci eletti, la maggior parte dei quali sono incarcerati) ha ottenuto anche l’appoggio attivo di ampi settori della popolazione, anche se a livello direttamente politico i principali partiti di opposizione hanno tardato ad aderire. Il fatto che gli studenti conservatori – e, visibilmente, giovani donne velate – fossero tra i manifestanti è anche un evento importante da sottolineare, poiché decostruisce completamente la rappresentazione ideologica di ogni sfida al potere come una trovata degli oppositori della nazione e della religione.

Repressione feroce

Calci, pugni, proiettili di gomma, studenti trascinati a terra. La repressione della polizia è stata brutale. Centinaia di studenti e manifestanti solidali con la loro lotta sono stati arrestati nelle ultime settimane a Istanbul e in altre città; otto di loro sono stati messi in detenzione preventiva (che può durare diversi anni prima di comparire in tribunale) e 24 persone sono state messe agli arresti domiciliari con manette elettroniche ai piedi – che sembra essere il nuovo metodo di punizione preferito dal regime. A livello ideologico, il regime ha mobilitato i peggiori argomenti del populismo autoritario, a cominciare dall'”elitismo” di questa università – dove l’insegnamento è in inglese – che non sarebbe accessibile “al popolo”. Poi è stato il turno della comunità LGBTI dell’università di essere criminalizzata per “profanazione” con il pretesto che un’immagine della Mecca con bandiere arcobaleno era esposta nel cortile dell’università. Di fronte al rifiuto massiccio di Melih Bulu, le autorità hanno pensato bene di giocare sulla polarizzazione tra i “degenerati LGBT” (secondo il ministro degli interni S. Soylu) e la nazione pia. Si è trattato di un’esplosione di violenza verbale omofoba iniziata dal presidente stesso e naturalmente ripresa sulle reti dalle sue orde di troll. Ed Erdogan ha finalmente spiegato all’opinione pubblica che quelli che manifestavano non erano studenti ma “terroristi” naturalmente al soldo degli stati occidentali che vogliono impedire l’ascesa della Turchia. Il suo principale alleato fascista, Devlet Bahceli (leader dei “Lupi grigi”) ha fatto un passo avanti spiegando che questi “barbari e vandali” non erano figli della nazione ma “serpenti velenosi le cui teste devono essere schiacciate”. Ma per il momento non si può fare nulla, gli studenti e gli insegnanti di Bogazici restano uniti e mostrano, con la loro determinazione, la loro creatività, la loro unità attraverso il rispetto delle differenze, un esempio di resistenza che, tutto sommato, non manca di ricordare quello del Parco Gezi.

Ecco la lettera aperta in sostegno agli studenti e colleghi dell’Università Boğaziçi di Istanbul.

È con grande preoccupazione che noi, docenti di varie Università italiane, osserviamo le pesanti limitazioni imposte negli ultimi anni alla libertà di espressione e all’autonomia accademica in Turchia e soprattutto i recenti sviluppi all’Università Boğaziçi di Istanbul. Per molti anni, l’ateneo Boğaziçi è stato un esempio di gestione democratica e di indipendenza scientifica. La nomina politica di un rettore esterno, decisa dal governo contro la volontà degli studenti e del corpo docente nel gennaio 2021, e le misure repressive contro individui e gruppi che criticano l’imposizione, violano gravemente il diritto all’autodeterminazione universitaria e riducono severamente la libertà accademica in Turchia. Esprimiamo perciò anche noi, come tanti colleghi in vari paesi, la nostra solidarietà agli studenti e studentesse e agli studiosi dell’Università Boğaziçi che protestano contro tali violazioni, condanniamo le misure repressive contro di loro, e sosteniamo la loro richiesta per il mantenimento delle strutture democratiche dell’ateneo e il ripristino dell’autonomia accademica.

La lettera può essere firmata sul documento condiviso https://drive.google.com/file/d/1kWUHwt1EF_7Veh_-5-nvciSPd2M7y6tk/view?usp=sharing

Giuseppe Acconcia, Università di Padova David Armando, CNR Andrea Barenghi, Università del Molise Francesco Bartolini, Università di Macerata Maria Beltramini, Università di Roma Tor Vergata Simone Betti, Università di Macerata Lucio Biasiori, Università di Padova Andrea Bollati, Università Roma Tre Elena Bonora, Università di Parma Benedetta Borello, Università di Cassino Andrea Bruschi, Sapienza Università di Roma Roberta Calvano, Unitelma Sapienza Giovanna Capitelli, Università Roma Tre Giuseppe Capriotti, Università di Macerata Ronald Car, Università di Macerata Emanuela Carbé, Università di Siena Francesco Careri, Università Roma Tre Alessio Cavicchi, Università di Macerata Sveva Corrado, Università Roma Tre Pietro D’Ancona, Sapienza Università di Roma Emanuela De Cecco, Università di Bolzano Antonella Del Prete, Università della Tuscia Guido De Palma, Sapienza Università di Roma Daniela Di Bae, Sapienza Università di Roma Serena Di Nepi, Sapienza Università di Roma Patrizia Dragoni, Università di Macerata Andrea Fantin, Università di Bologna Marilena Fatigante, Sapienza Università di Roma Ida Fazio, Università di Palermo Simona Feci, Università di Palermo Alessandra Fermani, Università di Macerata Roberto Finelli, Università Roma Tre Vittoria Fiorelli, Università Suor Orsola Benincasa Alfonso Giancotti, Sapienza Università di Roma Teresa Gigliozzi, Università di Macerata Guido Giordano, Università Roma Tre Claudio Giunta, Università di Trento Laura Iamurri, Università Roma Tre Lorenzo Imbesi, Sapienza Università di Roma Fabio Lanfranchi, Sapienza Università di Roma Vincenzo Lavenia, Università di Bologna Silvia Mantini, Università dell’Aquila Carlo Mantegazza, Università di Napoli, Federico II Silvia Marinozzi, Sapienza Università di Roma Susanne A. Meyer, Università di Macerata Ilaria Miarelli Mariani, Università di Chieti-Pescara G. d’Annunzio Giancarlo Monina, Università Roma Tre Tomaso Montanari, Università per Stranieri di Siena Luca Montuori, Università Roma Tre Umberto Moscatelli, Università di Macerata Franco Motta, Università di Torino Lara Nicolini, Università di Genova Raffaella Niro, Università di Macerata Antonella Palumbo, Sapienza Università di Roma Walter Panciera, Università di Padova Stefania Pastore, Scuola Normale Superiore Sabina Pavone, Università di Macerata Benedetta Pellacci, Università della Campania Luigi Vanvitelli Lorenza Perini, Università di Padova Paola Persano, Università di Macerata Francesco Pirani, Università di Macerata Paola Pizzo, Università di Chieti-Pescara G. d’Annunzio Antonio Pizzuti, Sapienza Università di Roma Simone Pollo, Sapienza Università di Roma Ida Porfido, Università di Bari Stefania Portoghesi Tuzi, Sapienza Università di Roma Davide Ragozzino, Sapienza Università di Roma Domenico Rizzo, Università di Napoli L’Orientale Lisa Roscioni, Università di Parma Giovanni Ruocco, Sapienza Università di Roma Amanda Salvioni, Università di Macerata Gino Satta, Università di Bari Alessandro Serra, Università di Perugia Silvia Sivini, Università della Calabria Emanuela Stortoni, Università di Macerata Francesco Sylos Labini, Centro di ricerca Enrico Fermi Ermanno Taviani, Università di Catania Simona Troilo, Università dell’Aquila Federico Valacchi, Università di Macerata Enrico Valseriati, Istituto Storico Italo-Germanico Angelo Ventrone, Università di Macerata Carmen Vitale, Università di Macerata Fabio Zampieri, Università di Padova Andrea Zannini, Università di Udine Alessandra Zicari, Sapienza Università di Roma

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