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Referendum cannabis, onda verde a quota 100mila in 24 ore

Una partenza da sballo per il referendum cannabis. C’è tempo solo fino al 30 settembre per raggiungere le 500mila firme necessarie

 

Ha raggiunto le 100mila firme digitali in 24 ore la proposta di Referendum abrogativo depositata in Cassazione lo scorso 7 settembre, da un gruppo di esperti, giuristi e militanti, da sempre impegnati contro il proibizionismo, coordinati dalle Associazioni Luca CoscioniMeglio LegaleForum DrogheAntigoneSocietà della Ragione. 

«Un risultato incredibile – commenta Leonardo Fiorentini, segretario nazionale di Forum Droghe – che è segno che quello della fine della repressione della cannabis è, nonostante i tweet dell’ex Ministro della Paura, un tema molto sentito dai cittadini. La riforma delle politiche sulle droghe e quelle sulla cannabis in particolare, sono una priorità del paese». Infatti il 35% dei detenuti italiani è in carcere per droghe, contro una media europea del 18% e in questi 30 anni quasi un milione di persone è stata segnalata per consumo di cannabis. 6 milioni di italiani la usano oggi, mentre quasi la metà l’ha provata nella vita. «Una nuova regolamentazione della cannabis, tuttavia, è necessaria per un uso consapevole e più sicuro, per evitare gli abusi e per limitare l’uso dei più giovani, come dimostrato nelle esperienze di legalizzazione. Ed è anche una straordinaria occasione di togliere risorse alle mafie e riaprire una filiera legale che dia occupazione ai giovani e produca ricchezza e entrate fiscali», continua Fiorentini.

Il quesito referendario propone di intervenire sia sul piano della rilevanza penale sia su quello delle sanzioni amministrative per quanto riguarda la cannabis. La raccolta firme è da completare in soli 20 giorni perché la legge prevede che le firme per i referendum siano raccolte dal 1 gennaio al 30 settembre dello stesso anno: sarà possibile sul sito www.referendumcannabis.it grazie alla firma digitale, una possibilità unica per la pratica della democrazia diretta per via telematica. I promotori si appellano al Governo perché non vi siano discriminazioni circa la possibilità di consegna delle firme certificate entro il 30 ottobre, come per gli altri referendum presentati in Cassazione prima del 15 giugno. 

Quello della coltivazione, vendita e consumo di cannabis è un tema che attraversa la giustizia, la salute pubblica, la sicurezza, la possibilità di impresa, la ricerca scientifica, le libertà individuali e, soprattutto, la lotta alle mafie. Sono 6 milioni i consumatori di cannabis in Italia, tra questi anche moltissimi pazienti spesso lasciati soli dallo Stato nell’impossibilità di ricevere la terapia, nonostante la regolare prescrizione. Questi italiani hanno oggi due sole scelte: finanziare il mercato criminale nelle piazze di spaccio o coltivare cannabis a casa rischiando fino a 6 anni di carcere. Un dibattito che non può più essere rimandato e deve essere affrontato con ogni strumento democratico.

Hanno sinora aderito al comitato promotore: Associazione Luca Coscioni, Meglio Legale, Forum Droghe, Antigone, Società della Ragione, +Europa, Possibile, Radicali italiani, Arci, Sinistra Italiana, Potere al Popolo, Rifondazione comunista, Dolce Vita, A Buon Diritto, Comunità di San Benedetto al Porto, Lega Italiana per la Lotta all’AIDS – LILA, Coalizione Italiana per i Diritti e le Libertà Civili – CILD, Volt Italia, Freeweed, Be Leaf Magazine.

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