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Grecia, perché questo agente è così feroce?

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Quale terribile nemico minaccia questo poliziotto greco che s’è bardato con il pugno di ferro?

di Checchino Antonini

Grecia, perché questo agente è così feroce?

Questi sono gli occhi di un poliziotto greco, uno dei tanti elettori di Alba dorata, il partito nazista ellenico i cui dirigenti sono in carcere da mesi ma che continua ad avere un discreto consenso elettorale nel paese più martoriato dalle politiche della Troika.

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Questi sono gli occhi e la sua mano è protetta da un pugno di ferro di un poliziotto che ha di fronte un terribile nemico da piegare con la forza: le donne delle pulizie.

Forti con i deboli e deboli con i forti, i poliziotti greci non sono secondi a nessuno quando devono scovare chi minaccia l’ordine e la sicurezza. Inutile dire che il pugno di ferro è un’arma proibita, fuori ordinanza, come le spranghe utilizzate dal battaglione dei carabinieri Lombardia in gita a Genova nel 2001. Contro di loro non è stato nemmeno aperto un fascicolo, lo stesso capiterà in Grecia.

Per la cronaca, le pericolose donne delle pulizie stanno manifestando con altri dipendenti pubblici (anche gli sbirri lo sono ma sanno che sono gli ultimi a rischiare il posto finché dura la pacchia della crisi) contro la marea di licenziamenti che la Troika ha stabilito per quel paese.

[che.ant]

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Checchino Antonini quasi sociologo, giornalista e scrittore, classe 1962, da vent’anni segue e racconta i movimenti sociali e la “malapolizia”. Ha scritto su Liberazione, Micromega Erre e Megafono quotidiano, InsideArt, Globalist, PostIt Roma, Retisolidali, Left, Avvenimenti, il manifesto. Ha pubblicato, con Alessio Spataro, “Zona del silenzio”, graphic novel sul caso Aldrovandi. Con le edizioni Alegre ha scritto “Scuola Diaz vergogna di Stato” assieme a Dario Rossi e “Baro” Barilli. Il suo primo libro è Zona Gialla, le prospettive dei social forum (Fratelli Frilli, 2002)
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