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Taranto, i fumi dell’Eni nella città martoriata dall’Ilva

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Via libera del governo al progetto inquinante Tempa Rossa: 180mila metri cubi per lo stoccaggio del greggio lucano. Qualcuno s’indigna, qualcun altro finge di non essere d’accordo

di Alessio Di Florio

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La città dell’Ilva sta per diventare un crocevia di petroliere con un aumento delle emissioni nocive. Il 17 luglio scorso la Conferenza dei Servizi presso il Ministero dell’Ambiente ha dato parere positivo al progetto “Tempa Rossa” a Taranto che prevede la costruzione, nell’area dello stabilimento Eni in città, di 2 serbatoi da 180 mila metri cubi per lo stoccaggio e lo smistamento di greggio proveniente dalla Basilicata, per un trasferimento totale annuo di 2,7 milioni di tonnellate di petrolio, e un campo boe che verrebbe interessato da un aumento di petroliere (circa 140) e da operazioni di carico e scarico. Le certificazioni dell’ENI segnalano che la realizzazione di “Tempa Rossa” porterebbe ad un aumento delle emissioni diffuse pari al 12%. La notizia è stata resa nota dal consigliere comunale di Taranto e Presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli, che attacca il sindaco della città: “Stefàno ha fatto un gioco delle parti che ha letteralmente preso in giro i tarantini facendo credere che il Comune si sarebbe opposto al progetto ma in realtà l’accordo che aveva preso con il governo era quello di fare dichiarazioni pubbliche contro il progetto ma formalmente non adottare nessuna delibera contraria al progetto”. “Da parte del governo nazionale e della regione Puglia – secondo Bonelli – c’è un accanimento contro un territorio quello tarantino devastato dall’inquinamento e da un alto livello di mortalità”. Per fermare “Tempa Rossa” Bonelli propone al sindaco Stefano “di approvare in giunta il recepimento degli strumenti urbanistici DM 9 maggio 2001 in materia di direttiva Seveso” perché così non si potrebbe più realizzare in quanto “la direttiva Seveso prevede distanze di sicurezza e vincoli precisi per nuovi insediamenti vicino raffineria”.

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Durissimo anche il giudizio di Enzo Di Salvatore, docente di Diritto Costituzionale all’Università di Teramo e candidato alle recenti elezioni europee con la lista “L’Altra Europa con Tsipras”, che ha criticato la posizione della Regione Puglia. Lla Giunta regionale, con propria delibera del 2011, ha espresso parere favorevole di compatibilità ambientale sul progetto di adeguamento delle strutture della Raffineria di Taranto per lo stoccaggio e la movimentazione del greggio proveniente dal giacimento denominato Tempa Rossa; mentre più di recente, in relazione al decreto ministeriale che ha escluso la VIA sulla variante al piano di gestione delle terre e rocce da scavo, non avrebbe proposto ricorso amministrativo dinanzi al TAR.  A parere di Di Salvatore, tutto ciò si porrebbe in netta contraddizione con il programma della lista “L’Altra Europa con Tsipras” e, quindi, con la posizione assunta dai candidati durante la campagna elettorale di maggio in ordine ai progetti petroliferi in Europa e particolarmente nel Mar Mediterraneo. Di Salvatore è indignato perché il suo invito rivolto alla Lista di prendere chiara posizione contro Tempa Rossa è stato accolto timidamente e da taluni addirittura criticato perché ritenuto “divisivo” nel merito e ciò nonostante la candidatura di Di Salvatore alle elezioni europee fosse proprio espressione di coloro che da anni si oppongono alla petrolizzazione del nostro Paese (Di Salvatore è infatti co-fondatore del Coordinamento nazionale No Triv). Una non decisione che – assicura Di Salvatore – lo vedrà costretto allo stato attuale a porsi fuori da ogni eventuale futuro progetto politico dell’Altra Europa.

Esprime un fortissimo No a “Tempa Rossa” Sinistra Anticapitalista Taranto che auspica si possa fermare quello che definisce “un infausto progetto” e che si “ritorni a discutere dei beni comuni e delle possibilità della nostra città di risollevarsi sia economicamente  che dal punto di vista ambientale, e che tutti noi, forze democratiche e di sinistra, organizzazioni, partiti, comitati e sindacati anche se con le giuste differenze fra le nostre posizioni si possa realmente unirci e discutere di ciò, senza barriere e falsi pregiudizi che fanno solo il gioco dei padroni e di chi specula e mette il profitto davanti a tutto il resto”. Sinistra Anticapitalista Taranto attacca “i soliti noti” (individuati nel Governo Renzi e nell’Amministrazione Regionale Vendola) che “hanno versato lacrime di coccodrillo sui dati riguardanti l’incidenza infantile e le morti precoci ed hanno fatto giuramento di  intervenire al più presto per eliminare alla fonte  tutti i fattori inquinanti” davanti all’esposizione dei dati dello “Studio Sentieri nel luglio 2014 sulla incidenza dell’inquinamento rispetto ad ospedalizzazioni e mortalità nella città di Taranto e nella terra dei fuochi” e che, qualche settimana dopo, hanno approvato “Tempa Rossa”.

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