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Rabbia a Napoli, un carabiniere ha ucciso un diciassettenne

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E’ accaduto nella notte. Andavano in tre sul motorino, la gazzella li avrebbe speronati. Lo sparo, dice la prima versione, sarebbe partito accidentalmente. Le manette all’amico dopo lo sparo

di Checchino Antonini

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Aveva la terra in bocca dopo lo sparo che l’avrebbe ucciso. Enrico, il suo amico, ha ancora lo sguardo spaventato. Ripete alle agenzie, quasi a memoria, quel che ha vissuto stanotte. Era a bordo di uno scooter insieme ad un amico, accanto a Davide Bifolco, il ragazzo di 17 anni ucciso da un carabiniere nel corso di un inseguimento la scorsa notte a Napoli. «Stavamo percorrendo un viale quando ad un certo punto una macchina dei Carabinieri è andata contro lo scooter di Davide. È iniziato l’inseguimento, è stata puntata la pistola e Davide è stato ucciso – dice ancora – l’hanno ammanettato come il peggior dei criminali, nonostante fosse già stato colpito». «Davide era un bravissimo ragazzo – aggiunge Enrico – per me era un fratello. Giocavamo a calcio, scherzavamo tra di noi. Non eravamo delinquenti, stavamo soltanto facendo un ultimo giro prima di tornare a casa». Così dice anche la madre: ”Mamma, vado a fare un giro e torno – le aveva detto – Dopo 5 minuti è arrivata una ragazza dicendomi che avevano fermato Davide sul motorino e che servivano i documenti. Sono corsa sulla 38 e ho trovato mio figlio morto a terra».

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Il fratello di Davide dichiara che i testimoni hanno assistito allo speronamento. «È stato commesso un omicidio. È inutile che dicono è caduto per l’inseguimento l’hanno speronato e poi gli hanno sparato. Ci sono i testimoni». Suo fratello era incensurato. Era in compagnia di altre due persone, un 23enne che è stato identificato dalle forze dell’ordine ed è latitante, e un 18enne che è stato portato in caserma dai militari dell’Arma.

Un inseguimento è finito tragicamente, recitavano le prime notizie, a Napoli, dove un 17enne è morto a causa di un colpo di pistola accidentalmente esploso da un carabiniere. È accaduto la scorsa notte, nel corso di un servizio per il controllo del territorio.

I carabinieri del nucleo radiomobile di Napoli hanno notato tre persone in sella a uno scooter che stavano percorrendo «con fare sospetto» Viale Traiano. Secondo una prima ricostruzione fornita dai carabinieri, i tre non si sono fermati all’alt e ne è nato un inseguimento che si è concluso a Via Cinthia, dove il conducente dello scooter ha perso il controllo del mezzo, urtando la gazzella e finendo per rovinare a terra. Subito dopo la caduta uno dei tre, inseguito da un carabiniere, è riuscito a darsi alla fuga a piedi facendo perdere le tracce. Mentre l’altro militare stava procedendo a bloccare gli altri due, ha accidentalmente esploso un colpo con la pistola d’ordinanza che ha raggiunto uno dei due, 17enne. Il giovane è stato soccorso e portato all’ospedale ‘San Paolò, dove è deceduto. Sono in corso accertamenti da parte dell’autorità giudiziaria per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti.

Napoli come Ferguson, la cittadina del Missouri, dove un poliziotto bianco ha sparato a freddo a un ragazzo nero che aveva le mani alzate e l’unico torto di camminare in mezzo alla strada. Tre anni prima quel poliziotto era stato licenziato, per razzismo, con altri suoi colleghi dalla polizia di una contea vicina.

«È stato un omicidio, non s’inventassero scuse. È stato un omicidio», ripete, tra le lacrime, nel rione Traiano, Tommaso Bifolco. «Non è caduto durante l’inseguimento – aggiunge – è stato speronato e ucciso». Davide Bifolco, non si è fermato all’alt dei militari «perchè guidava uno scooter non suo, non era assicurato e non aveva il patentino», racconta ancora Tommaso. «La mia famiglia non aveva soldi per comprare un motorino a Davide – aggiunge – Forse si è spaventato, forse voleva evitare il sequestro del mezzo e per questo non si è fermato davanti alle forze dell’ordine».

Diverse auto di Carabinieri e Polizia sono state danneggiate la scorsa notte nei momenti che hanno seguito la tragica morte del ragazzo. Alcune persone sono scese in strada sfogando la loro rabbia: un’auto della Polizia è andata completamente distrutta, altre sono state severamente danneggiate. Ressa di familiari e conoscenti del giovane anche all’ospedale San Paolo, dove si trova la salma che dovrà essere sottoposta a esame autoptico.

«L’omicidio di Davide va oltre le tanti violenze e morti di Stato. E’ un omicidio di Legge Reale – commenta Italo Di Sabato dell’Osservatorio Repressione e di Acad, l’associazione contro gli abusi in divisa. Penso che sia necessario partire da qui, dal contesto di come agiscono le forze dell’ordine in determinati quartieri e territori di una città complessa come Napoli. In queste ore i compagni di una realtà di base di soccavo  stanno ragionando con altri ragazzi del quartiere per organizzare una manifestazione». Pochi minuti dopo questa dichiarazione, infatti, arriva la convocazione: domani pomeriggio, sabato, alle quattro, ci sarà un presidio di protesta alla rotonda di via Cinthia.

«La gente è ancora in strada – si legge sul sito di Napoli Monitor, una delle testate alternative della città – La rabbia è la stessa di stanotte, ma c’è anche stanchezza, per i tanti che sottolineano di non aver avuto il coraggio di andare a dormire. Il gruppo più folto si raduna all’associazione Madonna dell’Arco Miracolosa, intitolata ad Aldo Moro e ai morti di via Fani, nei giardinetti di fronte al luogo del fatto. C’è un via vai di motorini, e anche i ragazzini scesi per giocare a pallone vanno avanti e indietro in preda a una eccitazione frenetica. Gli uomini rilasciano interviste, le donne, per la maggior parte, restano un passo indietro con gli occhi lucidi». «Nei bar i giornalisti prendono il caffè – si legge ancora sull’articolo di Riccardo Rosa – sullo stradone tante macchine si fermano a fare benzina, ai semafori i ragazzi africani provano a vendere fazzoletti e a lavare vetri agli automobilisti che fanno partire i tergicristallo declinando l’invito. Apparentemente tutto è come prima. A parte il fatto che Davide è stato ammazzato».

E ancora: dolore ma anche insulti razzisti sulla pagina Facebook di Davide Bifolco. Oltre a messaggi di vicinanza alla famiglia e allo stesso Davide, c’è anche chi ha scritto questo: «In tre su uno scooter…e con un pregiudicato…e per di più napoletani…Certo, come no…poverino lui….. I carabinieri hanno sbagliato solo una cosa…a non aver sparato a tutti e tre!!!!!». E scrive, poi, anche questo: «e voi da bravi napoletani colerosi incendiate le auto dei carabinieri…Ma vi dovrebbero incendiare loro! napoletani schifosi». La malapolizia alligna proprio su un senso comune razzista sempre più radicato nel tessuto sociale sventrato dalla crisi del liberismo.

Intanto si apprende che è indagato per omicidio colposo il carabiniere che la scorsa notte ha ucciso un diciassettenne durante un inseguimento a Napoli. Il militare, un 22enne in servizio alla Radiomobile, è stato già interrogato dal pm Manuela Persico, titolare dell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso.

 

(continua)

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