FILLEA CGIL: una storia lunga 136 anni, vai alla landing page
Home in fondo a sinistra Senza una sin...

Senza una sinistra in Europa Syriza non vince

4

Al Festival dei giovani di Syriza l’incontro tra il leader di Podemos, Tsipras e il segretario della Fiom Landini. Ad Atene clima di attesa con la sinistra radicale in testa nei sondaggi

da Atene, Davide Bellegra

bbbb4893-11f0-4da7-84c3-f254364c5b39

 

FILLEA CGIL: una storia lunga 136 anni, vai alla landing page

Si è concluso domenica notte il terzo Festival dei Giovani di Syriza. Tanta gente, e non solo giovani, è confluita da tutta Atene per la serata finale. Fra la folla presente a seguire il dibattito finale anche le agguerritissime ex dipendenti del ministero dell’Economia, addette alle pulizie pagate qualche centinaio di euro, oggi sostituite da ditte appaltatrici private, che sono state gli agnelli sacrificali del piano di licenziamenti nel settore pubblico richiesto dalla Troika. Insieme a loro i bidelli delle scuole che hanno seguito la stessa sorte. I loro guanti da lavoro di gomma rossa sono ormai diventati un simbolo di resistenza.
Il clima che si respirava al Festival è di attesa e speranza, Syriza viene ormai da mesi data prima anche nei sondaggi degli istituti demoscopici vicini al governo. Il tassista che ci ha accompagnato alla Città Universitaria ci ha detto che ha sempre votato Nea Democratia però non ha più nessuna fiducia nel governo e nel premier Samaras. Per la prima volta anche l’elettorato di destra guarda con attenzione a Syriza e al suo leader. L’opinione pubblica è rimasta impressionata dall’intervento di Tsipras all’Expo di Salonicco, dove per la prima volta, cifre alla mano, il leader di Syriza ha esposto nei dettagli cosa intende fare in caso di vittoria elettorale per ridare fiato all’economia e speranza al paese.

In Grecia ci sono stati 33 scioperi generali in due anni (3 dei quali di 48 ore) e la polizia s’è dovuta armare fino ai denti per proteggere il Parlamento dall’assalto di centinaia di migliaia di persone che manifestavano contro l’austerità, le privatizzazioni di porti, sanità, spiagge e isole dell’Egeo, le tasse cresciute di otto volte e i redditi decurtati del 40%. Il Pil è crollato del 28% come mai era accaduto in tempo di pace e più di quel 25% registrato durante la seconda guerra mondiale.

A Salonicco il 13 settembre, Tsi­pras ha chiesto una con­fe­renza euro­pea sul debito (ormai al 175% del Pil) con l’obiettivo di tagliarne gran parte e con­di­zio­nare il paga­mento di quello che resterà allo svi­luppo del Pil. In caso di ascesa di Tsipras a capo del governo ci sarà un negoziato duro. Syriza userà le case vuote e abban­do­nate, pub­bliche o pri­vate, per dare un tetto a 25 mila fami­glie e ripri­sti­nerà l’assistenza sani­ta­ria gra­tuita universale. Per ridare fiato all’economia (il 2014 è il sesto anno con­se­cu­tivo di reces­sione) sarà tolto il carico fiscale impo­sto dalla troika alla classe media. Le nuove tasse sulla casa hanno dato il via a un’ondata di seque­stri cau­te­la­tivi di prime case e di conti ban­cari per con­tri­buenti che non riescono a far fronte. Il fisco ha 92 miliardi di crediti che ha spe­ranza di incas­sare ma Samaras ha accu­ra­ta­mente evitato di inda­gare su chi aveva conti milio­nari in Sviz­zera e ha condonato le tasse dovute ad arma­tori e impren­di­tori amici. Per­fino la troika ha premuto sulle auto­rità gre­che incapaci di tas­sare i grandi con­tri­buenti.

La gente sembra ormai consapevole che sono le politiche di austerità e di rigore di bilancio più che la crisi ad aver peggiorato in maniera catastrofica il debito pubblico del paese e fatto precipitare nella povertà e nella disperazione larghe fasce di popolazione. Per questo c’è tanta attenzione verso Syriza, verso l’unico partito che in questo momento propone una via d’uscita dalla crisi esattamente opposta a quella finora seguita dai governi di Pasok e Nea Democratia con rinegoziazione del debito, investimenti , piano per la disoccupazione, riforma fiscale, ripristino dello stipendio minimo ai livelli precedenti alla crisi, assistenza sanitaria gratuita per tutti, nuove politiche per l’immigrazione, ripristino delle tutele sociali. Syriza si rende conto che la sfida è altissima e sa che per ottenere dei risultati è necessario che il processo di cambiamento venga avviato anche nel resto di Europa.
Per questo sul palco insieme a Alexis Tsipras c’erano altri due ospiti provenienti da paesi in crisi. Per la Spagna Pablo Iglesias, leader di Podemos, in rappresentanza di una sinistra che ha ritrovato le sue ragioni di esistere partendo dalle lotte nelle piazze degli Indignados (130mila iscritti, mille circoli che si incontrano una volta a settimana, la formazione, animanta anche dalla Izquierda Anticapitalista, è data al 20% nei sondaggi) e poi Maurizio Landini, segretario della Fiom, reduce dalla manifestazione di Sel e Civati del giorno prima a Roma, quella di una sinistra che forse ritroverà alla fine la sua strada unitaria anche in Italia.

Per Syriza sarà cruciale la questione delle alleanze. I veterocomu­ni­sti del Kke (6,5% alle euro­pee) non sono dispo­sti a soste­nere Tsi­pras e nemmeno la piccola coalizione Antarsya, l’estrema sinistra, risponde agli sforzi unitari della coalizione della sinistra radicale (questo significa la sigla Syriza). Così Tsipras rischia di vin­cere ma non avere alleati in Parlamento.

54f4a65b-abee-431b-9405-44fc76be8a76

Exit mobile version