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Torino: proteste e scontri contro il Vertice sul lavoro. Landini prende le distanze

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Una piazza, Castello, uno slogan comune contro il vertice e le politiche del governo in materia fiscale e sul lavoro, due modalità diverse di protestare. Previsto un presidio antagonista in serata

di Marina Zenobio

torino 17 ottobre 2014

 

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Scontri stamattina in piazza Castello a Torino, tra studenti, movimenti antagonisti, lavoratori dei mercati generali e forze dell’ordine mentre sta per aprirsi il vertice dei ministri europei del lavoro (ora in corso) al Teatro Regio, e mentre nella stessa piazza il dirigente della Fiom, Maurizio Landini, parlava ai lavoratori chiamati allo sciopero regionale di otto ore proclamato in tutte le aziende metalmeccaniche della regione, tra l’altro molto riuscito, a sei giorni dalla fiducia al Jobs Act.

Una protesta comune contro il vertice e contro le politiche del governo in materia fiscale e sul lavoro, ma in piazza si sono espresse due modalità diverse di protesta.

Il tutto avviene in una Torino blindata, dove 1500 tra carabinieri e poliziotti sono schierati in tenuta antisommossa per proteggere il vertice e agenti delle forze speciali (tiratori scelti) sono appostai sui tetti a sorvegliare la zona rossa al cui centro si trova il Teatro Regio.

E’ intorno a mezzogiorno quando il corteo, aperto con un grande cartello “Contro il vertice dell’ipocrisia” arriva alle transenne della zona rossa. Ci sono gli studenti e gruppi dei movimenti antagonisti a chiedere “Scuola per tutti, precarietà per nessuno”, i facchini del Centro agroalimentare di Torino, protagonisti della protesta della notte scorsa al Caat (Centro agroalimentare di Torino) che sfilano dietro le bandiere dei Cobas e denuncia le dure condizioni di lavoro cui sono sottoposti.

torino 17 ottobre 2014

 

Mentre Landini parla dal palco poco distante, un gruppo di manifestanti tenta di rimuovere le transenne per entrare nella zona rossa, lanciano pomodori e fumogeni contro le forze dell’ordine “Le truppe antisommossa” italiane rispondono con il lancio di gas lacrimogeni e cariche. 5 manifestanti sarebbero stati fermati, ferito un celerino

E Landini ha continuato a parlare, accusando le forze dell’ordine solo per aver lanciato i lacrimogeni troppo vicino al palco, disturbando il suo comizio. E poi le prese di distanza, sembra rivedere un remake dei tempi del Pci. “Qualcuno ha scelto di tentare di rovinare questa giornata in modo sciocco. Non è permesso a nessuno, e lo dico per rispetto delle migliaia di lavoratori che sono in questa piazza” ha detto il leader della Fiom, Maurizio Landini, commentando le tensioni. E poi ha chiarito: “Ai livelli del cavolo di questa natura non scenderemo mai, continueremo a combattere in un’altra direzione”.

Una miopia storica di chi non vuol capire che se le problematiche sociali per le quali la base sociale chiede soluzioni non sono ascoltate anzi, peggio, sono snobbate, le tensioni non possono che aumentare.

I gruppi antagonisti hanno comunque indetto un ulteriore presidio a Piazza Castello nel corso della serata.  Popoff ve ne darà conto.

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