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Al cinema l’amore si scrive e si fa con gli hashtag

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Da giovedì 30 ottobre arriva nelle nostre sale la commedia sentimentale diretta da Christian Ditter con Lily Collins e Sam Claflin. Su Popoff la recensione

di Giorgia Pietropaoli


Il trailer del film 

«Essere femmina fa schifo». Love, Rosie o #ScrivimiAncora. Qualunque sia il titolo, in originale o italianamente adattato, fa un po’ paura. Sembra che qualcuno stia cercando di evocare (o riesumare) Federico Moccia. I protagonisti (e adottati da saghe più o meno fantasy, più o meno distopiche) resi bellissimi e patinati non aiutano a migliorare la prima impressione su questa pellicola: Sam Claflin, diventato celebre grazie a Hunger Games,  e Lily Collins (figlia di quel Phil), famosa cacciatrice di demoni e vampiri in Shadowhunters. «Voglio appartenere a qualcuno, sono stanca di aspettare». Le premesse sembravano, dunque, disastrose.

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Christian Ditter, però, non è Federico Moccia. E i due attori/spasimanti si rivelano talentuosi nei dialoghi, a tratti perfino spassosi, e riportano alla mente certe “glorie” del passato. Lui, che con un certo fascino british e quei denti, sembra aver appena incontrato Hugh Grant; lei, che si affranca dal babbo con grazia ed eleganza (sopracciglioni a parte), pare aver assorbito la svampitezza necessaria in trame di genere e che era manifesto di alcune dive degli anni Quaranta. «Ti stai rivelando molto più interessante di quello che sembri». Già questo basta a dare alla commedia di Ditter un sapore decentemente originale e sfacciatamente ammiccante, complice anche una colonna sonora che più pop non si può.

«Lavori in corso, possibili ritardi». Love, Rosie narra le vicende di due adolescenti, Alex (Sam Claflin) e Rosie (Lily Collins), amici d’infanzia, che coltivano il sogno di trasferirsi in America e di studiare insieme. Tra i due scorre una forte attrazione ma alcune situazioni fraintese e l’orgoglio impediscono loro di rivelare i reciproci sentimenti. Inoltre, Rosie rimane incinta poco prima di partire e tutti i loro piani cambiano irrimediabilmente.
«Senti, perché non ti ammazzi subito? Ti do io le pasticche!». La pellicola presenta tutte le caratteristiche di una commedia degli equivoci, dal sapore “eticamente corretto” (aborto, vade retro!) e con alcune gag genuinamente divertenti. «La mia vita è finita, papà!/Aspetta di diventare nonna». Affiancati da coprotagonisti/aiutanti dagli accenti forti («Di solito quando sono così depresso cerco d’impiccarmi con una delle mie cravatte»), i due amanti riescono a dare il meglio e a non sconfinare in certe nauseanti sdolcinatezze.

Love-Rosie

Christian Ditter non osa sperimentare mai davvero, si limita a seguire i canoni di una commedia all’inglese e cerca di fare del romanzo di Cecelia Ahern (il titolo in originale è Where Rainbows End), dal quale è tratta la sceneggiatura, qualcosa di fedele rispetto ai sentimenti e alle mancate tempistiche dei due protagonisti e, allo stesso tempo, di diverso rispetto alle vicende.
«Non facciamo altro che perderci a vicenda». È un film che regge bene ritmi e battute e che ha “aiutanti” efficaci; un film che, inoltre, riesce a trovare un buon equilibro negli squilibri temporali.
Non è una commedia indimenticabile tuttavia è adatta per trascorrere centodieci minuti (circa) all’insegna della piacevolezza, della leggerezza e del romanticismo. Con qualche spuntino di riflessione. I sognatori (e i «custodi dei sogni») troveranno pane per i loro denti. Il lieto fine è, naturalmente, in agguato. Coloro che sperano di veder morire Alex o Rosie possono tenersi alla larga.
«Probabilmente non è destino».

#SCRIVIMIANCORA
Regia di Christian Ditter
Con Sam Claflin, Lily Collins, Tamsin Egerton, Art Parkinson, Jaime Winstone
Titolo originale: Love, Rosie
Commedia, 110 min
USA, 2014
Uscita giovedì 30 ottobre 2014
Voto Popoff: 3/5

mipiace da vedere se: siete degli inguaribili romantici
nonmipiace da non vedere se: siete depressi per amore o avete troppi rimpianti

 

 

 

 

 

 

 

 

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