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“Emilio resisti. Antifascist* sempre!”

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“Emilio resisti. Antifast* sempre!” In corso in molte città italiane sit-in antifasciti di solidarietà con Emilio e il Csa Dordoni di Cremona dopo l’attacco di Casapound

dordoni

Sono in corso in tutta Italia, da Cosenza a Roma, Mantova, Torino, Pisa, Livorno, Bussolengo, Bologna e, ovviamente Cremona, i sit-in antifascisti in solidarietà con Emilio, il 49enne preso a sprangate e calci in faccia e in testa durante un attacco al centro sociale Dordoni di Cremona, da parte di una sessantina di fascisti aderenti a Casapound Cremona.

Emilio, informano gli Istituti Ospitalieri della città lombarda, è in coma e viene trattato “con analgosedazione continua. Parametri vitali attualmente stabili. La prognosi è altamente riservata”.

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#Emilioresisti si legge negli hashtag che su twitter seguono la mobilitazione antifascista in seguito alle violenze di esponenti di Casappound contro un uomo di cinquant’anni in gravissime condizioni all’ospedale Maggiore di Cremona. L’aggressione ieri dopo il derby di calcio di Lega Pro fra Cremonese e Mantova. L’uomo ha 50 anni, è un operatore ecologico e abita a Maleo (Lodi). Da ieri pomeriggio è ricoverato in prognosi riservata nel reparto di Terapie intensive. «I parametri vitali sono stabili ed è in trattamento con analgosedazione continua», spiegano tutti e cinque i bollettini medici, diramati oggi dall’ospedale uno a distanza di tre ore dall’altro. Emilio, da tempo frequentatore del Centro sociale Dordoni di Cremona, ora lotta per la vita. È stato colpito con spranghe al capo da militanti dell’estrema destra al termine della partita di calcio che si è disputata ieri pomeriggio allo stadio Zini di Cremona. L’inchiesta è condotta dalla polizia che spera di ottenere indicazioni utili dal filmato ripreso da una telecamera posizionata nei pressi del luogo dov’è avvenuta l’aggressione.

Oggi, lunedì 19 gennaio è giornata nazionale di mobilitazione diffusa nei territori.

Intanto sono state identificate cinquanta persone e sequestrati due bastoni. Al momento non ci sono indagati, nè ipotesi di reato che potrebbero andare dalla rissa aggravata alle lesioni gravissime fino al tentato omicidio. Intanto, è stato dimesso con una prognosi di guarigione di venti giorni e con venti punti di sutura in fronte, Gianluca Galli, presidente di Casa Pound, candidato sindaco di Cremona alle elezioni del 2014, presente agli scontri di ieri. «Siamo impegnati al massimo del nostro potenziale – si è limitato a riferire il questore Vincenzo Rossetto – nella ricostruzione dei fatti che vanno prima chiariti con precisione nella loro dinamica per poter poi appurare le responsabilità. Di certo, non c’è coinvolgimento degli ultras della Cremonese e quanto accaduto non è legato alla partita. In prospettiva, siamo vigili nella tutela della cittadinanza». Cremona oggi è stata blindata mentre la Scientifica eseguiva altri rilievi sul vialetto di accesso al Centro sociale dov’è avvenuto il pestaggio. Ci sono stati interrogatori e la sede di Casa Pound, aperta nel 2013 in città, è ininterrottamente presidiata. «La mia solidarietà e quella di tutto il partito ai compagni del centro sociale Dordoni di Cremona aggrediti ieri dai fascisti» ha dichiarato Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea. «Questo ennesimo episodio di violenza inaudita dimostra ancora una volta solo una cosa: bisogna chiudere Casa Pound. Il ministro degli Interni intervenga contro questi fascisti delinquenti».

«Oggi, come nel 1920 – scrive Sinistra Anticapitalista – i metodi dei fascisti restano gli stessi: l’aggressione violenta contro il movimento operaio e le organizzazioni di sinistra, per terrorizzare chi si oppone al sistema di oppressione e di sfruttamento incarnato dal capitalismo. Rispetto ad allora, l’unica “novità” consiste nel tentativo di istigare l’odio xenofobo contro gli immigrati, la parte più debole ed indifesa del proletariato, cavalcando demagogicamente il disagio della parte più povera della popolazione “italiana” autoctona. La risposta della parte più cosciente del proletariato italiano, riassunta nello slogan “Se ci sono molti disoccupati la colpa è dei padroni, e non degli immigrati” deve diventare coscienza di massa, senso comune. Ma bisogna anche rispondere alla violenza fascista e razzista con l’organizzazione, con l’autodifesa antifascista militante, sapendo che nessun aiuto (al di là di qualche lodevole eccezione) nella difesa degli spazi democratici di agibilità politica potrà venire dalle istituzioni di uno stato che, al di là delle dichiarazioni ufficiali, resta il principale responsabile delle politiche razziste (la famigerata legge Bossi-Fini in primis) e d’austerità a senso unico, causa scatenante del disagio sociale a cui si risponde a colpi di manganello».

 

Riportiamo il comunicato del csa Dordoni di Cremona

“Emilio, un compagno di tante lotte e tante battaglie, è in ospedale in coma farmacologico con una emorragia cerebrale estesa a causa di un assalto squadrista al centro sociale Dordoni.

L’attacco premeditato e scientificamente organizzato dai fascisti di CasaPound cremonesi, in combutta con altri militanti di estrema destra provenienti da fuori città, ha trovato una risposta determinata da parte dei compagni presenti nel centro sociale, ma purtroppo Emilio è stato colpito alla testa da diverse sprangate.

I fascisti si sono accaniti sopra ad Emilio fino a quando è stato portato in sicurezza all’interno del centro sociale; è stata, tuttavia, immediatamente chiara la gravità del suo stato di salute.

Infame è stato il comportamento della polizia che ha semplicemente identificato gli assaltatori e successivamente, per permettere loro di andarsene indisturbati, ha caricato il presidio di antifascist* radunatesi sul posto”.

Al grido di “Emilio resisti. Antifascis* sempre!”, oltre alle mobilitazioni in corso in molte città italiane, ne sono in programma altre, anche a livelo nazionale, di cui daremo conto.

emilio resisti cremona

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