30 mila a Roma in piazza con la Grecia e contro l’austerità. Comizi al Colosseo, ma Blockupy prosegue e si ferma solo sotto la sede italiana della Commissione Europea
Mirna Cortese
Atene chiama e a Roma, come sta accadendo in altre città europee, circa 30 mila persone hanno risposto all’appello “Cambia la Grecia Cambia l’Italia”, in solidarietà con la Grecia di Tsipras, contro i diktat della troika, la conseguente austerità e la politica del rigore voluta dall’Europa.
Come avevano anticipato due gli striscioni di apertura, “No all’austerità, cambia la Grecia cambia l’Europa” e l’altro per ricordare il dramma dei migranti che muoiono nel tentati di raggiungere le coste europee: “Basta con le morti nel Mediterraneo, no all’Europa fortezza”.
La manifestazione che partita da Piazza Indipendenza è arrivata al Colosseo, ha visto la partecipazione dell’Altra Europa con Tsipras, Rifondazione Comunista, Sinistra anticapitalista, ma anche Sel con Vendola, esponenti della minoranza del Pd con Fassina e Civati, della Cgil con Camusso, della Fiom con Landini, e ancora associazioni come Arci, Attac, Forum dei movimenti per l’acqua.
Si alternano gli interventi dal camion, un po’ tutti uguali, “La crisi ha portato povertà e violazione dei diritti umani, hanno prodotto una società in cui è difficile vivere per la maggioranza delle persone”; “dobbiamo riprenderci in mano la bandiera del cambiamento, della giustizia, della libertà e della democrazia” e poi tanti riferimenti alle piazze di Madrid, di Parigi, anch’esse che si preparano a rispondere ad Atene.
All’ombra del Colosseo poi la carrellata di interventi di intellettuali, con Luciana Castellina che ha aperto le danze, e poi politici e associazioni. C’è da dire che l’età media era abbastanza alta.
Ma mentre il comizio era da poco iniziato, con la coda del corteo arrivava a piazza del Colosseo un nutrito spezzone di Blockupy, almeno questo formato da giovani dei movimenti sociali che, tra l’altro, stanno organizzando una manifestazione internazionale il 18 marzo a Francoforte contro l’inaugurazione della nuova costosissima Eurotower. Blockupy per non si ferma: “non abbiamo voglia di sentire i comizi dei politici di turno”, gridano dal megafono. Circa 300 attivisti continua la marcia lungo i Fori Imperiali, il loro obiettivo è un altro, la vicina sede della rappresentanza in Italia della Commissione Europea in via IV Novembre. Qui arrivano dopo aver concordato il percorso con le forze dell’ordine, e dove si esibiscono in un lancio di fumogeni e uova in direzione del grande portone difeso da un ingente cordone di polizia.
“Abbiamo il diritto di eccedere rispetto alla piazza del Colosseo – grida un militante al megafono – di arrivare fin qua, sotto la sede della Commissione europea, la sede di quel verminale che politicamente esprime il governo e la governance finanziaria sulle nostre vite, sulle vite di mezzo miliardo di europei” e ricorda l’appuntamento a Francoforte del 18 febbraio.
Poi si torna indietro, a piazza del Colosseo. Qualcuno è incazzato perché prima di dare la parola agli ospiti greci sul palco hanno fatto passerella tutti i politici, e quando arriva il loro turno la piazza si è quasi svuotata. Una signora ci dice “Gli ospiti andrebbero serviti prima, è una questione almeno di buona educazione”.