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Aldrovandi, via libera al processo per Giovanardi

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Arriva l’autorizzazione della Giunta per le Immunità del Senato, ora la decisione spetta all’aula di Palazzo Madama. Giovanardi affermò che la foto di Federico era falsa

di Francesco Ruggeri
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La Giunta per le Immunità del Senato ha dato la propria autorizzazione a procedere nei confronti del senatore Ncd-Ap Carlo Giovanardi, richiesta dai giudici di Ferrara. Il parlamentare era stato accusato di diffamazione aggravata per alcune dichiarazioni rilasciate al programma radiofonico “La Zanzara” nel 2013 sul caso relativo alla morte di Federico Aldrovandi. Contro la richiesta dei magistrati di Ferrara hanno votato i rappresentanti in Giunta di Forza Italia, Gal, Ncd e Lega; a favore si sono invece pronunciati Pd e M5S. Le dichiarazioni di Giovanardi risalgono all’indomani della manifestazione di solidarietà nei confronti dei quattro agenti condannati per la morte di Federico Aldrovandi, tenuta il 27 marzo del 2013, proprio sotto l’ufficio del Comune di Ferrara in Piazza Savonarola, dove lavora Patrizia Moretti, la madre di Aldro, che si vide costretta a scendere a sua volta in piazza, mostrando ai poliziotti la gigantografia di suo figlio dopo il feroce “controllo” di polizia che lo uccise.
Una foto che, scattata sul tavolo della Medicina legale, per Giovanardi era solo una montatura e che “la macchia rossa che è dietro [la testa] è un cuscino, non sangue“. Ma la madre, aveva continuato Giovanardi, “ha detto che è sangue e neppure lo può dire, perchè non è così”, ribadendo più volte l’affermazione. Dichiarazioni analoghe a quelle avanzate da Maccari, segretario generale del Coisp e dall’ex parlamentare Balboni, i quali dichiararono, «affermando, contrariamente al vero, in maniera consapevole e volontaria o comunque senza verificare la fondatezza delle proprie affermazioni, che la foto non corrisponde alla verità, che è una falsificazione della realtà (il Balboni) e che la foto esposta dalla Moretti non era stata ammessa in tribunale poiché non veritiera (il Maccari), ulteriormente affermando il Balboni che la Moretti “è venuta con la foto del figlio che come sapete è un fotomontaggio, non è mai accaduto che quel ragazzo fosse in un lago di sangue”». Così, secondo la procura, che per entrambi ha chiesto il rinvio a giudizio, «offendevano la reputazione di Patrizia Moretti, lasciando intendere che la stessa abbia distorto la realtà…».
Il Senatore, noto per essere il padre della legge proibizionista e incostituzionale sulle droghe, firmata con l’altrettanto indimenticabile Fini, aveva in seguito replicato alle accuse di diffamazione, sostenendo di non aver mai detto che “la foto fosse modificata”. “Ho sempre detto che la foto mostrata dalla signora Moretti era vera – ha assicurato – altra questione è rappresentata dalle differenti versioni che nel processo e fuori dal processo sono state date di quello che appare nella foto“. Insomma, un tiro corretto a metà, che non ha convinto nè i giudici nè tantomeno la Giunta, che oggi ha dato il via libera ai magistrati affinchè si possa procedere nei confronti di Giovanardi. Ora la questione dovrà essere confermata dall’Aula di Palazzo Madama.

 

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