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I ragazzi di Ayotzinapa

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Sette mesi fa, in Messico, scomparivano 43 studenti. Proteste per l’inerzia investigativa e una scultura per ricordarli e urlare “Vivi li avete presi, vivi li rivogliamo”

di Marina Zenobio

Messico 26 aprile 2015, ricordando i 43 studenti scomparsi

Una installazione metallica, si legge “+43”, è stata esposta a Città del Messico per ricordare la scomparsa dei giovani studenti della Escuela Normal Rural de Ayotzinapa (Stato del Guerrero) di cui non si hanno più notizie dal 26 settembre scorso.

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E poi una marcia per le vie della capitale messicana per esigere dalle autorità risposte sul caso. Genitori, partenti, amici, studenti, attivisti di organizzazioni sociali e semplici cittadini domenica scorsa si sono ritrovati per chiedere alle autorità federali di aprire una nuova pista investigativa, come anche raccomandato dalla Commissione Interamericana dei Diritti Umani.

Il rappresentante dei familiari degli studenti, Meliton Ortega, ha dichiarato che non si fermeranno finché i responsabili materiali e intellettuali della sparizione dei 43 giovani non saranno identificati e consegnati alla giustizia. “Anche il presidente Enrique Peña Nieto ha le sue responsabilità in questo crimine” ha ricordato Ortega nel suo intervento. Concorda Miguel Concha, direttore del centro per i diritti umani “Fray Francisco de Vitoria”, secondo il quale “il responsabile di questa scomparse è lo Stato. E’ stato lo Stato che se li è presi. Non c’è dubbio”. Concha ha anche chiesto alla Procura Generale della Repubblica di investigare sul caso dello studente Julio Cesar Mondragon, il cui corpo fu ritrovato con il viso completamente deturpato, un altro crimine efferato attribuito alle autorità dello stato del Guerrero.

A sette mesi dalla scomparsa

Come parte delle attività commemorative per i sette mesi dalla scomparsa dei 43 studenti, è stata collocata una installazione nel Paseo de la Reforma, a Città del Messico. La scultura in metallo è composta dal segno + seguito dal numero 43. Altre placche sono state collocate in diversi punti della città con la frase: “Perché vivi li hanno presi, vivi li rivogliamo”.
Genitori, parenti, studenti, attivisti e cittadini hanno poi manifestato marciando verso lo Zocalo (Piazza della Costituzione) della capitale messicana. Durante il corteo si sono verificati scontri tra manifestanti e polizia.

Contemporaneamente a Chilpangingo, capitale del Guerrero, alcuni studenti lanciavano sassi contro il palazzo che ospita il Congresso dello Stato. Utilizzando furgoni delle ditte Bimbo e Lala poi dati alle fiamme, hanno sfondato il portone del palazzo, prima di essere dispersi dalle truppe antisommossa e dai gas lacrimogeni.

Messico Guerrero 43 desaparecidos 26 aprile 2015

I 43 studenti della Escuela Normal Rural de Ayotzinapa sono scomparsi lo scorso 26 settembre, dopo essere stati fermati dalla polizia municipale di Iguala, sempre nello stato del Guerrero, che li avrebbero consegnati al cartello Guerreros Unidos, organizzazione criminale che opera negli stati messicati di Guerrero e Morelos.

Secondo le dichiarazioni raccolte dalla Procura Generale della Repubblica messicana da parte di membri di Guerreros Unidos, gli studenti – colpevoli di manifestare pubblicamente il loro dissenso sulle politiche locali e di denunciare connivenze tra politica e crimine organizzato- sarebbero stati assassinati e i corpi bruciati in una discarica di rifiuti nel municipio di Cocula, una versione sempre rifiutata dai genitori dei ragazzi. Riguardo al caso, recentemente la Procura ha reso noto che sono stati arrestate 104 persone, tra cui 48 poliziotti municipali di Iguala, 16 di Cocula e 10 membri di Guerreros Unidos. Ma che cosa sia realmente accaduto e che fine hanno fatto i 43 studenti non è dato ancora sapere.

43 studenti Messico

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