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Malapolizia: un altro po’ di giustizia per Stefano Gugliotta

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Condannati a cinque anni quattro poliziotti che falsificarono i verbali dopo il pestaggio di Stefano Gugliotta vicino allo Stadio Olimpico di Roma

di Checchino Antonini

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Caso Gugliotta, sentenza bomba: condanna a 5 anni con interdizione perpetua dai pubblici uffici e risarcimento provisionale di 100mila euro più le spese processuali ai quattro agenti che compilarono il verbale falso relativo all’arresto di Stefano Gugliotta. Si tratta del nuovo capitolo giudiziario relativo alle vicende che seguirono il pestaggio violentissimo di un ragazzo nei pressi dello Stadio Olimpico di Roma. La giudice Forleo s’è riservata 90 giorni per depositare le motivazioni di quella che appare una sentenza esemplare. Il pm aveva chiesto un anno di meno. In aula, anche stavolta, a fianco della famiglia, gli attivisti di Acad, l’associazione contro gli abusi in divisa, e una manciata di agenti solidali con i condannati.

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Il 5 maggio di cinque anni fa il pestaggio ai danni di Stefano Gugliotta. Tre giorni dopo l’ 8 maggio 2010 il programma “Chi l’ha visto?” diffonde il video di un gruppo di celerini intento a pestare due ragazzi su un motorino. Il quartiere è il Flaminio dopo il matchi Roma – Inter e la sconfitta dei giallorossi. I tifosi hanno ingaggiato un violento scontro con la polizia. Nei paraggi di via Pinturicchio, una delle vie nei dintorni dello stadio, circola una squadra di celerini a caccia di tifosi in fuga o nascosti. Stefano Gugliotta, 21 anni, transita proprio in quel momento a bordo di uno scooter insieme a un amico. Un poliziotto del reparto mobile, a piedi, gli taglia la strada e lo ferma. Senza alcun preavviso comincia a colpirlo col manganello e a tempestarlo di pugni. L’amico scappa terrorizzato e lascia Gugliotta in balia del celerino. Arrivano altri poliziotti, lo circondano e continuano. Al quinto piano di un condominio, un uomo riprende la scena con il cellulare; le immagini sono confuse e mosse, ma si sentono distintamente le urla dei poliziotti, i colpi di manganello, le implorazioni di Stefano che supplica di smetterla. Altri residenti affacciati protestano vigorosamente, ma i poliziotti non accennano a smetterla. Dopo pochi minuti Stefano si ritrova ammanettato in un furgone della polizia penitenziaria in stato di arresto e condotto in carcere.

Per una settimana i suoi genitori non sapranno nulla di lui, se non che sul figlio pende una denuncia per resistenza a pubblico ufficiale e che, di questi sette giorni, ne ha trascorsi tre in isolamento.
Dal punto di vista legale su Gugliotta pende l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale: nello specifico, è accusato di aver iniziato lui la colluttazione, circostanza clamorosamente smentita dal video. Ci vorranno diversi giorni prima che la Procura riconosca che Gugliotta è stato vittima di un abuso da parte di un agente di polizia che, come mostrano le immagini, ha deliberatamente colpito il giovane con un pugno in faccia. I 9 agenti del reparto celere imputati per lesioni gravi sono stati condannati in primo grado a 4 anni di reclusione con interdizione dai pubblici uffici oltre al pagamento di un risarcimento di 40.000 euro a Stefano.

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