FILLEA CGIL: una storia lunga 136 anni, vai alla landing page
Home quotidiano movimento Le lobby dell...

Le lobby dell’energia spiano il web dei movimenti

0

Qualcuno ha monitorato per mesi i principali movimenti italiani. Dalla TAV al Mose, dal TAP alle trivellazioni e all’Expò 

di Alessio Di Florio

Dibattito-pubblico-in-opere-e-infrastrutture-il-NO20passa-da-qui

 

FILLEA CGIL: una storia lunga 136 anni, vai alla landing page

Powerzine: il mainstream spia la comunicazione dei movimenti. L’ossessione è la solita: come creare il consenso nei territori che stanno per essere devastati dalle grandi opere. E’ stato appena presentato a Roma #No2.0 – Come il dissenso comunica sul web, un approfondito studio di analisi e catalogazione dei principali movimenti in difesa dei territori attivi in Italia. Comitati, associazioni, movimenti, siti web, tutti catalogati e monitorati per mesi (dal settembre dell’anno scorso al gennaio di quest’anno) da “Powerzine”, che sul proprio sito web si definisce “una webzine di approfondimento sul mercato dell’energia, con un focus sulla produzione, sulla regolamentazione e sui fenomeni sociali ad essa legati” nata dalla collaborazione di due aziende attive nel settore della comunicazione aziendale, Public Affairs Advisors e Fleed Digital Consulting (consulenza strategica aziendale, lobbying, marketing ecc…).

A partire da pagina 43 del rapporto, si trova una scheda per ogni movimento, i “volumi quotidiani” su siti web, blog e social network, le maggiori fonti d’informazione, gli account twitter più attivi, addirittura i temi più discussi per movimento (e per ogni movimento anche gli account twitter più attivi e i canali d’informazione privilegiati, per finire con la distribuzione geografica, l’impatto mediatico e collegamenti con analoghi movimenti spagnoli per i No Triv9. 28 pagine fitte di dati e informazioni, un lavoro immane che farebbe invidiare anche il più attivo servizio segreto al mondo. Powerzine riporta quel che, dalla loro prospettiva, sono i motivi alla base dell’avanzata di questi anni dei movimenti ambientalisti di protesta. Avanzate che, secondo loro, sarebbero dovute a mancanze di campagne informative della cittadinanza (perché il cittadino informato non direbbe mai di no secondo loro … una convinzione che probabilmente i movimenti quotidianamente, con il loro lavoro di informazione, inchiesta, denuncia, potrebbero dimostrare al contrario…), a mancanze della Pubblica Amministrazione e ad una diffusione da parte dei movimenti di “dati falsi”.

E’ questo uno degli aspetti denunciati su Facebook da Augusto De Sanctis, del Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua Pubblica (per la cronaca, dal rapporto di Powerzine è possibile persino stilare una classifica nazionale dei movimenti per attivismo… primo sarebbe il Piemonte con i No Tav e, subito dopo, i No Triv abruzzesi), che si chiede indignato “chi sono per poter stabilire questo?”. Perché, leggendo le decine di pagine e quanto dichiarano gli estensori dello studio, troviamo veri e propri giudizi nei confronti dei cittadini organizzati. Cittadini che, considerata superata la sindrome Nimby (considerato oggi “superato sia da un punto di vista sociologico che politico”), sottolinea sempre De Sanctis, sono considerati “portatori di idee più generali ( bollando tutto ciò come “ideologico”)”. Quindi, riassumendo, chi combatte una fabbrica inquinante per difendere la propria salute (diritto riconosciuto dalla Costituzione Italiana …) o è disinformato o è ideologico. Categoria nella quale dovrebbero essere inclusi anche “alcuni soggetti …che diffondono informazioni errate o parziali per tornaconti di consenso personale”, per motivazioni ideologiche appunto (alle quali gli estensori del rapporto riconoscono, bontà loro, legittimità) o “diverso interesse economico nello scacchiere locale o nazionale”. Così si sostiene a pagina 7 ed 8 del rapporto. Non sembra di vedere riportate tra le motivazioni, l’esercizio di diritti civili riconosciuti dalla Costituzione e anche da convenzioni internazionali (pensiamo a varie convenzioni internazionali, prima tra tutte quella di Aarhus) o l’immenso lavoro di informazione, denuncia, studio, analisi che in molti di questi movimenti avvengono (tanto per tornare all’Abruzzo, son quasi periodici i comunicati del Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua Pubblica o di altri movimenti nei quali vengono resi pubblici errori e lacune di progetti industriali o provvedimenti della Pubblica Amministrazione … un lavoro più che professionale che avviene da parte degli unici volontari …).

In conclusione, è interessante notare che il rapporto riporta che “ci sono aziende che, mentre continuano a fare comunicazione istituzionale, mettono in piedi pagine su Facebook di dissenso funzionali alla propria proposta” …

 

Exit mobile version