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TTIP-UE: la Commissione INTA ignora le proteste europee

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Ignorando le proteste l’INTA vota a favore della risoluzione Lange, grazie ad un accordo tra parlamentari europei socialdemocratici e popolari

di Marina Zenobio

Stop TTIP

Ieri l’International Trademark Association (INTA), cioè la Commissione per il commercio internazionale del Parlamento europeo, ha Bernd LANGE approvato la risoluzione Lange (che prende il nome da Bernd Lange, presidente della Commissione INTA, nella foto), il cui testo legittima le peggiori preoccupazioni dei cittadini europei in merito al negoziato sul Trattato transatlantico per il commercio e gli investimenti, TTIP nel suo acronimo inglese.

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Ignorando completamente le proteste di quasi 150 mila persone che, a livello internazionale hanno espresso il proprio dissenso con manifestazioni e una consultazione pubblica terminata nel 2014, la risoluzione Lange è stata approvata con 29 voti a favore, 10 contrari e 2 astenuti. L’approvazione è stata resa possibile da un accordo sottoscritto da europarlamentari socialdemocratici e popolari che rilancia l’inclusione della discussa clausola ISDS nell’accordo USA-UE su commercio e investimenti.

Per la precisione la clausola ISDS (Invester State dispute Settlment), letteralmente in italiano “risoluzione delle controversie tra investitore e Stato”, concede alle multinazionali il diritto esclusivo di citare in giudizio i governi di fronte ad arbitrati commerciali internazionali indipendenti dai sistemi giuridici nazionali ed europei.

Scrivono i sostenitori della Campagna Stop TTIP-Italia: “Tutto ciò che la Commissione INTA ha saputo fare, è dare credito a una proposta di riforma dell’arbitrato internazionale diffusa dal Commissario al Commercio, Cecilia Malmström, lo scorso 7 maggio”. Precisano però che si tratta di una riforma solo apparente che modifica affatto “l’opaco e antidemocratico sistema di privilegi di cui potranno godere le imprese quando citeranno uno Stato in giudizio per aver minato i loro profitti con norme a tutela dei cittadini”.

Il voto compatto dei parlamentari socialdemocratici e popolari che fanno parte della Commissione INTA, “ha impedito di sollevare le dovute obiezioni anche al meccanismo della cooperazione regolatoria, che inciderebbe pesantemente sulla discrezionalità degli Stati membri di legiferare nel pubblico interesse creando un organo permanente sovranazionale”. Il voto di ieri rappresenta dunque un lasciapassare che, denuncia Stop-TTIP “ regala margini d’azione inesplorati alle lobby industriali, con conseguenze potenzialmente catastrofiche per la vita quotidiana dei cittadini dell’Unione. Se passasse definitivamente questa linea, i governi avrebbero gravi difficoltà a tutelare settori come quello della chimica, dell’agroalimentare, del lavoro, dei servizi pubblici e della finanza”.

Elena Mazzoni, coordinatrice della Campagna Stop-TTIP Italia, ha commentano il voto in Commissione INTA ricordando che “Quasi 2 milioni di cittadini in Europa hanno firmato la petizione comunitaria per fermare il negoziato sul TTIP, un’adesione massiva che testimonia una crescente volontà di far sentire la propria voce ma questa voce ieri è stata ignorata con un voto che non ha volut tener conto dei cittadini e della democrazia. Si è scelto di difendere unicamente gli interessi delle grandi multinazionali ma noi continueremo ad esercitare pressione affinché i diritti prevalgano sulla logica del profitto”.

Monica Di Sisto, una delle portavoce di Stop-TTIP Italia, ha dichiarato: “Il patto scellerato tra social democratici e popolari, le larghe intese, ha portato a violare la volontà dei cittadini che con forza si erano espressi contro l’ ISDS e il Trattato in generale. Questo pessimo lavoro fatto dalla Commissione INTA non ci ferma, anzi, chiediamo un impegno maggiore per far sentire la nostra contrarietà nel voto decisivo che ci sarà il 10 luglio in plenaria”.

Il prossimo appuntamento da tenere sotto osservazione è quindi quello del 10 luglio, quando la risoluzione Lange passerà al vaglio del Parlamento Europeo, che si esprimerà in plenaria in quello che sarà l’unico momento di questo processo negoziale nel quale le istanze dell’elettorato potrebbero essere promosse a livello istituzionale. All’assemblea elettiva dell’Unione, dopo questo passaggio, spetterà soltanto un ulteriore pronunciamento: un mero prendere o lasciare sul testo finale del TTIP, senza possibilità di emendamento.

Campagna Stop TTIP Italia: http://stop-ttip-italia.org
Petizione europea Stop TTIP – http://stop-ttip.org/firma

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