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Addio Ada Grossi, voce dell’antifascismo

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“Voce” dell’antifascismo, Ada combatté dall’etere il franchismo durante la Guerra Civile in Spagna, e il regime nazifascista in Italia

di Benedetta Cairoli

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Lo scorso 8 agosto Ada Grossi se ne andata, all’età di 98 anni. Era nata a Napoli nel 1917. La ricordiamo come la donna decisa che utilizzò la sua voce per combattere contro il totalitarismo fascista, in Italia contro Mussolini, in Spagna contro Francisco Franco

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Nel 1926 fuggì dall’Italia con la famiglia, i fratelli, la madre Maria Olandese, soprano, e suo padre, l’avvocato socialista Carmine Cesare Grossi, perseguitato politico. Il primo approdo dell’esilio fu Buenos Aires ma, dopo alcuni mesi in Argentina, la giovane Ada mostrò subito la sua determinazione decidendo di partire verso la Spagna. Era il 1936, aveva soli 19 anni, era scoppiata la guerra civile spagnola e Ada voleva dare il suo contributo a fianco dei repubblicani. Lo fece in un modo particolare, senza impugnare armi ma con la sua voce che diffondeva, attraverso le emittenti Union Radio Barcelona e Radio Spagna Libera, comunicati antifascisti.

E all’antifascismo dedicò tutta la sua gioventù, combattendola nell’etere. In Italia fu tra i fondatori, nel 1944, di Radio Libertà dove fu definita “la voce del popolo” in una radio clandestina carente di personale e mezzi che però resistette, nonostante lo statuto secondo cui avrebbe dovuto chiudere subito dopo la caduta di Mussolini, ben oltre il 25 Aprile. Il suo ruolo era informare i partigiani, da una stazione radio non militare, sugli avvenimenti della guerra e, allo stesso tempo, far conoscere le minacce rappresentate dal fascismo, sia in Italia che in Spagna. I suoi messaggi erano concentrati nella difesa della democrazia e nell’offrire informazioni affidabili sulla realtà della guerra in contrapposizione ai messaggi della propaganda fascista.

Ha combattuto per la libertà di espressione con quel carattere forte che la distingueva, con la dolcezza e la determinazione necessarie ad organizzare una emittente radiofonica in circostanze di guerra.

Dopo la sua morte, i quotidiani napoletani la ricordano come una persona “timida e modesta”, caduta nello stesso di molti altre e altri “eroi dimenticati della Resistenza”, nonostante le fosse stato riconosciuto di essere “la chiara immagine della libertà”.

Dopo la fine della guerra, Ada Grossi non entrò in politica, come fecero molti dei suoi compagni. Anche se alcuni storico affermano che fu proprio lei a scrivere, dopo un consulto con i padri fondatori Umberto Terracini e Ferruccio Parri, l’Articolo 21 della Costituzione italiana, che consacrò la libertà di espressione,

Ha vissuto gli ultimi anni nella sua città natale, Napoli, dove i vicini raccontano che la vedevano passare con il suo aspetto di donna anziana dagli occhi azzurri che, nonostante l’età, ancora si emozionava quando ritrovava lettere conservate dell’epoca in cui combatté il fascismo.

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