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Roma, il sociale a rischio della giunta Marino

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Intervista all’assessora alle Politiche sociali di Roma, Francesca Danese. Tutta “l’innovazione che rischia di bloccarsi”

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ROMA – “Ho pianto di rabbia: il lavoro coraggioso di profonda innovazione che avevamo avviato nelle politiche sociali e abitative di Roma rischia di fermarsi”: così Francesca Danese, assessora alle Politiche sociali dell’uscente giunta Marino, commenta le dimissioni annunciate ieri dal sindaco. “Nei prossimi 20 giorni lavorerò strenuamente per portare a termine il più alto numero possibile di progetti che erano già in fase avanzata. Ma mi rattrista sapere che il lavoro di trasparenza e innovazione mi abbiano procurato prima una vita blindata, poi l’interruzione del lavoro”.
Ma quali sono i principali impegni assunti dall’assessorato in questi due anni e mezzo? O meglio, negli otto mesi di mandato di Francesca Danese?

Affidamento, accreditamento, trasparenza. E’ una delle priorità indicate da Danese, forse uno degli impegni più difficili da portare avanti. “Quando sono arrivata, ho aperto i cassetti dell’assessorato e ho dovuto veder cose sgradevoli – riferisce -. C’erano affidamenti diretti di servizi che andavano avanti da dieci anni. E ho deciso d’intervenire. Abbiamo così frantumato colossi, pubblicando avvisi e riaffidando servizi, cercando sempre di non sospenderli. Ho pubblicato 40 gare in otto mesi. E per affrontare la questione dal punto di vista strutturale, abbiamo iniziato a impostare un piano di accreditamento, che non è mai esistito. E l’operazione trasparenza è in via di chiusura. Spero che questi lavori non vengano abbandonati. So di aver toccato tante cose pesanti – riferisce Danese – dalla casa alle politiche sociali, ai temi sanitari”.

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Più risorse per il sociale. “Roma non ha abbastanza risorse per il sociale – riferisce Danese -. Parlo di soldi, ma anche di personale. Basta pensare che l’ufficio per l’immigrazione ha tre persone, il dipartimento Politiche abitative ne ha 45”. Per trovare le risorse, “abbiamo negoziato a livello regionale, incrementandole. E abbiamo ripreso la progettazione europea, abbandonata da anni. Arriveranno nei prossimi mesi i fondi per alcuni progetti che abbiamo presentato, in ambito di lotta alla povertà, esclusione sociale e piano rom. Chi arriverà dopo di noi, troverà queste risorse aggiuntive e spero che sappia utilizzarle bene”.

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Accoglienza. “Abbiamo fatto un lavoro immenso e straordinario, con la cabina di regia del volontariato: questa città ha gestito 33.360 transitanti spendendo zero”. Le prossime azioni, che “saranno certamente concluse entro i prossimi 20 giorni”, sono il trasferimento dei “70 migranti della tendopoli in uno stabile sequestrato. E sarebbe bene trasferire anche chi si trova al Baobab, dove al momento, mi riferiscono, ci sono solo 50 persone” . Grande “capacità di accoglienza” anche nei confronti di “1.200 minori non accompagnati: numeri da record”. E attenzione “verso un fenomeno che stiamo monitorando con attenzione insieme alle autorità preposte: la presenza di almeno 200 minori egiziani, tutti provenienti dalla stessa area”. E poi ci sono i ragazzi di Ponte Mammolo: “Stanno bene, hanno chiesto il buono casa e stanno facendo percorsi d’inserimento”, riferisce Danese. In questo lavoro di accoglienza il volontariato gioca certamente un ruolo di primo piano: ma non si rischia di delegare ciò che dovrebbe spettare alle istituzioni? “Stiamo parlando di numeri altissimi, che Roma con le sue risorse non è in grado di gestire, in presenza di strutture tutte piene: le risorse non bastano, il volontariato serve per gestire lo straordinario. Ma il tema resta quello delle risorse, che devono essere di più”.

Politiche abitative. “Sta per uscire la graduatoria del buono casa – riferisce Danese – Intanto, 27 famiglie uscite dai residence mi hanno scritto un messaggio: ‘sarà per sempre la nostra assessora’. Il tema casa è delicato – sottolinea – e so di aver pestato i piedi a molti, andando a verificare chi abitava negli alloggi popolari. Ho consegnato 200 case in due mesi e iniziato a svuotare i residence: ma restano 800 case da restituire e sono preoccupata per come questo accadrà”.

Campi rom e trasporto disabili. Stesso discorso vale per la gestione dei campi rom: “non posso affrontarla con 4 milioni di euro, di cui 3 per fogne e strutture: queste non possono pesare sulle politiche sociali. Per questo è indispensabile che il sociale sia epurato, nel suo bilancio, da ciò che non può competergli. Ed è un lavoro coraggioso che stavamo avviando”. Simile il tema per il trasporto disabili: “Qui è necessaria una condivisione con il dipartimento mobilità, nella distinzione delle relative competenze. Con 400 persone in lista d’attesa, è chiaro che il servizio e il suo affidamento vanno rivisti”.

Piano strategico dipendenze e servizio Roxanne. “Lo presenteremo la prossima settimana – annuncia Danese – Contiene azioni concordate con municipi, Asl, Sert ed enti: siamo riusciti a riprenderci 3,5 milioni che da due anni restavano in regione, senza che nessuno li reclamasse. E stiamo progettando per impiegarli al meglio”. E’ stato riavviato anche il progetto Roxanne, perché “da anni a Roma non ci si occupava più di tratta: stava partendo un piano formativo che coinvolgeva forze dell’ordine, Asl e ospedali. Entro i prossimi 20 giorni, conto di chiudere anche questa gara”.

Bambini in carcere e Piano inverno. “Far uscire tutti i bambini dal carcere entro Natale è un’altra delle promesse che farò di tutto per mantenere”. E poi il Piano inverno, che “non deve chiamarsi emergenza, perché l’inverno arriva sempre e le parole hanno un peso. Il bando sarà pubblicato prima del tempo – annuncia Danese – e incontrerò le associazioni per auspicare la più ampia partecipazione possibile”.

Infanzia, autismo, Alzheimer. Tra gli altri temi, non secondari, ci sono l’infanzia, l’autismo e l’Alzheimer, su cui “abbiamo avviato piani e tavoli di lavoro e speriamo di concludere almeno quello sull’Alzheimer.

Infine, all’assessore chiediamo: che ruolo ha avuto il mondo del sociale e della cooperazione romana, con il suo complicato rapporto con la giunta, a determinante la prematura fine? “Non so, ma non è normale che un assessore finisca sotto tutela in meno di due mesi da suo mandato. Effettivamente abbiamo smantellato dei colossi – risponde Danese – e mi dispiace molto per gli operatori. Ma così facendo, abbiamo aperto la porta a cooperative e associazioni che, proprio a causa di quei colossi, erano sempre rimasti esclusi. Ora, una delle mie preoccupazioni più grande è che questa innovazione si interrompa, i colossi tornino al loro posto e chi era escluso torni fuori dalla porta”. (cl)

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