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Storia di Cristian. Come mandare un abuso in prescrizione

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Cristian ha subìto un grave abuso da parte di un poliziotto. La procura di La Spezia non è stata in grado di imbastire un processo. 24 rinvii splamati per nove anni. Fino alla prescrizione

di Checchino Antonini

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«Buongiorno, mi chiamo Cristian Battini e vorrei esporvi un abuso di potere, con lesioni, subìto da un rappresentante delle forze dell’ordine. Il tutto senza motivazione alcuna, forse per semplice gelosia». Una vicenda giunta da La Spezia al numero verde di Acad, l’associazione contro gli abusi in divisa.

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Sono quasi dieci anni che Cristian ha subìto un abuso di potere grosso come una casa e non smette di raccontarlo. Quasi dieci anni e non ha ancora avuto nemmeno il brivido di un pubblico processo. La provincia italiana è un pantano fatto di storiacce come la sua. La storia di Cristian va raccontata. Per lui e per gli altri nelle sue condizioni. Nel 2006 subisce un abuso di potere da un poliziotto a cui aveva chiesto delle spiegazioni. «Di fronte a testimoni, quell’uomo mi afferra per i polsi facendomi sanguinare». Cristian sente le ossa che gli si quasi spezzano ma soprattutto sente la paura che sale. Cristian non ha mai avuto problemi con la legge. «Poi l’appartenente alle forze dell’ordine mi sottrae le chiavi dello scooter, chiama due pattuglie per farmi arrestare». All’arrivo delle autopattuglie ha un primo sollievo: «I colleghi di quell’agente si scusano con me e iniziano a battibeccare con il collega che li aveva allertati».

Trova testimoni, Cristian, senza difficoltà. Ma all’ottanovesimo giorno gli arriva una controdenuncia. La procura unifica la sua denuncia e quella dell’agente. Si succederanno 24 fissazioni di udienze spalmate lungo questi nove anni in cui la questura ha provato a reclamare 5mila euro di risarcimento da Batini, due-tre chiamate l’anno ma ogni volta rinviate con le più varie motivazioni: assenze, scioperi, ricorsi, giudici che vanno in pensione, da allora a oggi si sono succeduti sette giudici, e sarebbe gravissimo se uno di loro era la moglie dell’avvocato della controparte. Da allora è stato come se il caso venisse apposta affidato a qualcuno che non potrà portarlo al capolinea.

Una perizia medico-legale, intanto, accerta le lesioni di Batini. A inizio di gennaio del 2015, i testimoni sfiniti a furia di chiedere ferie per recarsi invano in tribunale, Cristina riesce ad arrivare a Striscia la notizia. Il Tribunale sembra scuotersi, sembra esserci qualche remora a finire in televisione. Si rimanda tutto al 6 giugno per studiarsi il caso intanto muore anche l’avvocato di Batini. «E quel giorno i legali si guardano in faccia constatando la prescrizione avvenuta. Il rappresentante delle forze dell’ordine ne esce pulito, senza essere punito nè richiamato dai suoi superiori per il grave fatto di cui si è macchiato. Devo forse arrendermi al fatto che costui può girare liberamente e rifare i sopprusi da me subiti a qualche altro povero Cristo solo perchè indossa una divisa? E’ questa la giustizia in Italia?».

E’ questa, è questa, con buona pace di ogni retorica sulla neutralità della magistratura.

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