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Sinistra, sarà un World cafè che la reinventerà?

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Sinistra: c’è chi cerca risposte creative e originali contro il “teorema additivo”, l’unità posticcia di sigle e ceti. Un’assemblea nazionale a Bologna il prossimo week end con una metodologia inconsueta: il World cafè

di Giulio AF Buratti

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Non ci sono soltanto gli strascichi dell’appello “anonimo” e le manovre politiciste di chi vorrebbe rappresentare Sinistra italiana come l’unico approdo possibile per chi (non) vuole lasciarsi risucchiare dal Pd. Bologna, il 9 e 10 gennaio, ospiterà un incontro nazionale Dalla rappresentanza politica all’autorappresentanza del mondo sociale“. 

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Saranno protagonisti, tra gli altri, Alberto Lucarelli, Laura Cima, Guido Viale, Simonetta Astigiano, Domenico Gattuso (già capolista dell’Altra Calabria); Domenico Finiguerra, brillante figura di sindaco ecologista; Bengasi Battisti, ex sindaco del viterbese animatore di una grande lotta per la ripubblicizzazione dell’acqua; Mattia Donadel, Comitato Opzione zero, contro l’autostrada Orte-Mestre; Paolo Cacciari, Francesco Bevilacqua, “cercatore di luoghi perduti”; Martina Camarda dell’Altro Veneto; Francesco Baicchi di Libertà e Giustizia; Antonio Ingroia (non ha bisogno di presentazioni); Pancho Pardi (professore fiorentino già parlamentare Idv)

«La gravità della situazione e l’incapacità della politica, in tutte le sue versioni, nel dare risposte adeguate alle crisi che stiamo attraversando, ci induce a cercare tutti insieme risposte creative ed originali a partire dal mondo sociale in cui ciascuno di noi opera».

Che fare?, si chiedono i promotori dell’assemblea nazionale del 9 gennaio «convinti che oggi nessuno possa avere da solo tutte le risposte necessarie ma che le risposte più innovative possano nascere solo dal confronto e dall’interconnessione tra le persone che già danno vita a iniziative sociali, di lotta e di proposta attiva su tutto il territorio nazionale». Il metodo sembra essere uno degli elementi di discontinuità tra questo appuntamento e altre iniziative della sinistra variamente pensata. L’incontro sarà gestito secondo la metodologia del  World Café che si ispira ai vecchi caffè, creando un ambiente di lavoro che ispiri i partecipanti e li inviti ad una discussione libera ed appassionata. La sua particolarità è quella di lasciare che le discussioni siano tendenzialmente autogestite dai partecipanti all’interno di un quadro comune e sotto la guida di alcune domande di riferimento. L’intento vorrebbe essere quello di creare conversazioni importanti, capaci di cambiare le persone ed aprire prospettive di cambiamento non convenzionali. Fare un World Cafè, si legge in rete,  significa organizzare consapevolmente delle conversazioni importanti. Per farlo bisogna lavorare sulle domande, indagando il significato profondo delle cose. Le persone siedono attorno a piccoli tavoli circolari e discutono delle domande lanciate dalla cabina di regia dell’incontro. Come in ogni caffèpossono scrivere e disegnare sulla tovaglia (di carta) e se vogliono possono alzarsi e cambiare tavolo (sempre sotto la guida della cabina di regia.

Dall’esperienza dell’Altra Europa provengono i promotori dell’incontro, si tratta di Prima le persone, una sorta di assemblea permanente in rete che si è raccolta, tra gli altri, attorno a Guido Viale (uno dei garanti della nascita della lista Tsipras) dopo che quella storia è venuta via via spegnendosi con la melina di chi ha agito dall’interno per conto di Sel che, ad un processo unitario sulla scia del nuovo corso greco (l’ormai lontanissima Syriza italiana), ha preferito un percorso centrato sull’idea della “Grande Sel” capace di incidere sullo scontento di alcuni settori del Pd.

«Non c’è più tempo per rieditare miopi progetti politici che hanno dimostrato la loro inconsistenza sulla scena politica italiana. Ci riferiamo ai tentativi di risicare spazio a sinistra del PD, spazio svuotato del senso che ha avuto nel secolo scorso»; « Il “teorema” additivo della sinistra non solo è fallito storicamente, ma ha sgretolato, per l’ennesima volta, la rinascita della partecipazione del mondo prepolitico, dei movimenti e non partitico. Risulta fallimentare sia per l’anacronismo degli obiettivi, sia per le forme organizzative, anche nei migliori dei casi, verticistiche, leaderistiche, lontane dalla realtà sociale del paese», si può leggere sul sito di Plp.

Per aspirare ad arginare la deriva democratica e invertire la rotta, secondo chi aderisce a Plp, «si devono connettere le energie vive e creative del paese, le cittadine e i cittadini che provano un crescente senso di responsabilità sociale, i movimenti di lotta, le forze che si battono per la democrazia e la legalità, per i diritti fondamentali, che creano buone pratiche, nuove economie e forme di convivenza sociale, che mantengono viva cultura e arte, fondando questa ricerca di alleanza e mutuo aiuto su due principi fondamentali».

Un incontro del 29 marzo scorso ha partorito la costituzione dell’associazione “Assemblea Permanente Prima le Persone” (APP), dotandola di uno statuto di servizio, provvisorio e molto snello e di  un forum e una piattaforma web (Liquid Feedback), che adottano metodi di confronto e decisione orizzontale basati sul principio “una testa un voto”.

Temi dell’incontro: la questione generale della democrazia oggi, con le riforme costituzionali e la legge elettorale detta Italicum; la conversione ecologica dell’economia e la transizione energetica verso un mondo senza più combustibili fossili e minacce per il clima di tutto il pianeta, tema fortemente connesso con la creazione di tanti nuovi posti di lavoro per tutti; il diritto al lavoro, ma anche a un reddito di dignità per tutti coloro che sono senza lavoro; la questione dei migranti e dei rifugiati legata al tema della pace e degli equilibri economici e politici in Europa, nel Mediterraneo e nel mondo; la pessima riforma che il governo, e solo lui, ha chiamato della “buona scuola”; il tema dell’organizzazione della sanità e quello più generale della salute di tutti, soprattutto in termini di prevenzione e di produzione alimentare biologica; il tema delle grandi opere che devastano l’ambiente e la vita di intere comunità e delle politiche alternative per la prevenzione dei dissesti idrogeologici e la costruzione di opere e servizi a misura di persone (scuole pubbliche, trasporti equo-sostenibili, energia pulita, ricerca ed innovazione, ecc.); quello delle privatizzazioni e dell’esproprio dei beni comuni; il tema dei diritti di tutti e, tra questi, soprattutto di quelli delle donne che subiscono stupri, femminicidi, discriminazioni di ogni genere e che sono sottoposte a mille forme di sfruttamento, anche grazie a un governo che risparmia e taglia ovunque, riducendo lo stato sociale e scaricando le conseguenze di tutto questo sul lavoro di cura non pagato delle donne.

Scadenze e priorità immediate si intrecciano strettamente con i temi di carattere più generale: il possibile, anche se non certo, svolgimento del referendum No Triv, il prossimo referendum per il NO alle riforme costituzionali e la proposizione di nuovi referendum contro la legge elettorale detta Italicum, contro la “Cattiva Scuola” e probabilmente contro il Jobs Act. Ma anche attraverso una nuova stagione di proposte con le quali animare l’asfittico e mistificato dibattito nel paese coinvolgendo finalmente i cittadini.

«Il passo avanti su cui vorremmo confrontarci tra tutti è rappresentato a nostro avviso dalla possibilità, tutta da costruire se ci sarà la volontà di farlo, di fare rete e sostenerci reciprocamente mettendo a frutto ogni nostra competenza a beneficio degli altri, affinché i nostri sforzi non rischino  di essere vanificati andando “tutti alla spicciolata”. Per questo anche il metodo della discussione che vi proponiamo, il World Café, è aperto a ogni possibile contributo ed esito. Cominciamo sperimentando tra noi forme di discussione aperte e orizzontali, lavorando in profondità, con lentezza e con dolcezza, come esortava a fare Alex Langer; costruiamo un collettivo dell’auto-rappresentanza dandoci i tempi che saranno necessari per costruire uno “spazio” di tutti/e che ridia voce ai bisogni reali, che sappia guardare all’Europa con l’obiettivo di riprendere il cammino profilato a Ventotene e sistematicamente boicottato dai poteri economico-finanziari e da una dirigenza europea appiattita su questi».

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