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Atene nega l’estradizione in Italia dei manifestanti NoExpo

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manifestazione di solidarietà ‪#‎Free5gr‬

La Corte di Atene respinge le richieste di estradizione in Italia di quattro manifestanti che furono fermati il primo maggio NoExpo a Milano. Lunedì la decisione per il più giovane di loro

di Ercole Olmi

manifestazione di solidarietà ‪#‎Free5gr‬
manifestazione di solidarietà ‪#‎Free5gr‬

Sembra restare parzialmente a bocca asciutta la procura milanese che si occupa della repressione dei manifestanti NoExpo. Negata l’estradizione per quattro dei cinque attivisti greci inseguiti da un mandato di cattura europeo, nuova frontiera della repressione dei movimenti e del conflitto sociale. La corte ateniese s’è pronunciata in due tempi. Solo stamani s’è saputo che i primi due ragazzi ad essere passati ieri per la corte di appello ateniese non saranno estradati e, contro di loro, sono cadute tutte le restrizioni! Lo stesso per i due ragazzi giudicati oggi.

A differenza di ieri, quando la decisione sull’estradizione è stata presa all’unanimità dal consiglio, oggi è stata messa ai voti.

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Nel pomeriggio i compagni degli accusati hanno occupato la facoltà di economia di Atene e la gente presente al presidio solidale sotto la corte d’appello s’è diretta lì  per festeggiare.

Rimane comunque l’ultimo appello, quello relativo al quinto ricercato dalle autorità italiane, che è anche il più giovane del gruppo, e su cui pesano le accuse più gravi. Nuovo appuntamento Lunedì 11 alle 9.30 sotto la corte di appello!!!

“La nostra passione per la libertà è più forte di ogni autorità!”, ribadisce un comunicato di solidarietà con i cinque manifestanti greci inseguiti dalla procura milanese mentre sei mesi dopo scende il sipario della fiera e la contestatissima Expo chiude e lascia dietro di sé un miliardo e mezzo di debiti che dovranno essere pagati attraverso tasse ed imposte comunali gonfiate, costringendo con la “responsabilità collettiva” del debito i cittadini a pagare gli eccessi. Expo, ricordano i movimenti greci: «lascia dietro di sé il territorio saccheggiato, la flessibilizzazione dei rapporti lavorativi, l’istituzione del lavoro volontario, la repressione. Dopo sei mesi, quindi, dal nostro fermo di polizia a Milano e dalla chiusura di Expo, le autorità italiane hanno cominciato una caccia alle streghe costruendo accuse ad hoc e emettono un mandato di arresto per 5 manifestanti italiani e contemporaneamente un mandato di arresto internazionale per noi.”

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