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Nuovi poveri in Grecia, chi chiede aiuto ha in media 37 anni e una casa

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Grecia, la crisi colpisce nuclei familiari giovani, spesso con figli minorenni. Dossier di Caritas Hellas e Italia sul “paradosso europeo” . Il paese torna “a far paura” all’Europa schiacciata da un milione di profughi

φτώχεια

MILANO – L’età media di chi chiede aiuti ai centri Caritas in Grecia è di 37,9 anni. Hanno bisogno di beni di prima necessità e servizi. È questo il ritratto della povertà nel paese che emerge da una ricerca condotta daCaritas Hellas in collaborazione con quella italiana su un campione di 2.677 famiglie.Domani Caritas Italiana pubblica il rapporto dal titolo “Grecia: paradosso europeo”, preparato in concomitanza della riunione dei ministri dell’economia della zona euro. Dal rapporto emerge chiaramente la gravità della situazione sociale di un Paese in cui, fino a prima della crisi economica, la povertà era relegata quasi esclusivamente a categorie marginali, e marginalizzate, principalmente immigrati illegali e vittime di dipendenze. Ora invece riguarda la maggior parte dei casi di nuclei familiari giovani, spesso con figli minorenni. “Inoltre il 69,9% ha un domicilio: si tratta perciò di nuovi poveri, che un tempo avevano situazioni reddituali tali da consentirgli di sostenere le spese per l’abitazione”, scrive Caritas Italiana.

Domani alla riunione dell’Eurogruppo per lo sblocco della nuova tranche di aiuti alla Grecia, si parlerà per la prima volta di riduzione del debito ellenico. “La Grecia infatti torna a far paura, in un momento delicato per l’Europa, schiacciata dal “peso” di più di un milione di profughi entrati proprio da questo paese -sottolinea Caritas Italiana-. A luglio Atene deve rimborsare 3,5 miliardi di euro e per farlo ha bisogno di un nuovo prestito che sarà subordinato al raggiungimento di obiettivi di risanamento dei bilanci pubblici. La Grecia ha bruciato il 25% del Pil in sei anni, la disoccupazione è al 25 %, un quarto della popolazione attiva, e il debito è passato dai 305 miliardi del 2012 (il 160%del Pil) ai 311 di oggi (177%). La diminuzione drastica dei salari e degli stipendi ha impoverito ulteriormente le famiglie: tra il 2010 e il 2014 il potere di acquisto del livello minimo salariale previsto per legge, è diminuito del 24,9%, praticamente di un quarto, per i lavoratori adulti, mentre del 34,5% per i giovani fino a 25 anni”. (dp) 

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